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Un parafulmine chiamato Roberto Malotti

Grosseto calcio, il tecnico biancorosso si carica sulle spalle tutte le responsabilità di una partenza molto ad di sotto delle aspettative
La conferenza stampa di mister Roberto Malotti
Un momento della conferenza stampa di mister Malotti

GROSSETO. Dopo la siccità ecco la pioggia. Copiosa, a tratti anche fragorosa. Così il torrente chiamato Roberto Malotti si ingrossa, precipita a valle, travolge ostacoli, spazza detriti.

Quindi sfocia al mare riassumendo un presente molto poco brillante in casa Grifone.

«Arrivi e partenze mi appartengono»

«Questo è un momento delicato di cui mi prendo ogni responsabilità – dice il tecnico del Grosseto -. Questi ragazzi sono le mie scelte, arrivi e partenze mi appartengono. La società e Vetrini non hanno colpe. Solo Barlettani è fuori da queste parentesi. Io sono obbligato a migliorare il rendimento della squadra, io voglio restare a Grosseto – è l’inizio della precipitazione – per una mia sciocchezza ho rimediato una lunga squalifica (5 giornate di squalifica, rientrerà fra 2 turni, il 13/10, a Terranuova Traiana, ndr), che non mi permette di stare accanto ai giocatori durante la gara. Mi dispiace come uomo e per tutto quello che ci circonda come questo sodalizio che fa sforzi importanti».

Malotti funziona da calamita.

«A volte pecchiamo di personalità. Dopo il primo tempo di Livorno, dove ho visto una squadra forte – prosegue – siamo andato sotto in meno di un quarto d’ora e al 29′ avevamo preso 5 reti, una caduta tremenda e per questo potete anche odiarci. Ci sostiene la voglia immensa di dimostrare che le promesse sono reali e non semplici parole. Ho l’obbligo morale di ricompattare l’ambiente, ma non dovete aspettarvi che possa modificare il mio modo di vedere il calcio, non pensate che metterò un pullman davanti alla nostra porta, piuttosto muoio per le mie idee. Quando capirò di non riuscire più a trasmette i miei concetti allo spogliatoio tornerò al lavoro nelle mie aziende. Per ora alleno il Grosseto alla mia maniera».

«Domenica, in caso di successo, destinerò il mio stipendio a tutta la squadra».

«Lo spogliatoio non dà spiegazioni»

L’aspetto mentale lascia negativamente stupiti. Non è un problema di facile risoluzione, come si guarisce?

«Nel dopo Livorno ho chiamato ogni singolo giocatore, anche l’assente Frosali, nessuno mi ha dato una risposta certa al blackout generale arrivato nella seconda frazione. Probabilmente la possibilità di essere protagonisti li rende meno presenti quando serve maggiore attenzione e agonismo. Su questo non ho certezze, ma so che agiremo in maniera di cancellare questa carenza».

Mai pensato alle dimissioni?

«No. Se in futuro intuisco che lo spogliatoio non mi segua la società sarà libera di prendere le giuste decisioni. Personalmente non vivo col calcio».

Dopo una sconfitta così bruciante perché dare il giorno libero?

«Perché non darlo sarebbe stato controproducente, anzi credo che il segnale sia stato recepito dallo spogliatoio».

Non sarebbe stato sbagliato un confronto con la città al rientro da Livorno.

«Non c’è stato solo perché sapevamo di fare l’odierna conferenza stampa».

Malotti guarda anche all’estate: «La stagione è iniziata malissimo con un ritiro vergognoso su un terreno durissimo, che ci è costato infortuni a raffica. Stiamo uscendo da questa situazione, che ci ha sostanzialmente penalizzato».

«Contro la Sangiovannese faremo di tutto per uscire da questo brutto periodo, in caso contrario il cambiamento sarebbe obbligatorio, significherebbe che si è sbagliato tutto – termina il tecnico – adesso pensiamo solo a scalare questa montagna, a cancellare Livorno, una sconfitta che ci ha toccato dentro».

Autore

  • Giancarlo Mallarini

    Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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