La camorra a Grosseto, indagini chiuse su imprenditore vicino ai Casalesi Skip to content

La camorra a Grosseto, indagini chiuse su imprenditore vicino ai Casalesi

Un imprenditore edile trapiantato a Grosseto, attraverso società intestate a suoi prestanome, avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa
La camorra a Grosseto, chiuse le indagini su un imprenditore e su due società
La camorra a Grosseto, chiuse le indagini su un imprenditore e su due società

GROSSETO. La procura di Firenze, in questi giorni, ha notificato la chiusura delle indagini a 18 persone, originari o residenti tra le province di Grosseto, Caserta, Roma, Pordenone, Messina, Massa Carrara, Brescia, Vicenza e Trento.

In particolare le indagini hanno consentito di documentare che un imprenditore edile, originario di Casaluce (Caserta) e trapiantato a Grosseto, attraverso società intestate a suoi prestanome, avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa, pari ad almeno 300 mila euro, riferibili a un soggetto contiguo al clan dei casalesi, imputato per auto-riciclaggio e frode fiscale e già coinvolto in indagini in materia di criminalità organizzata di matrice camorristica.

Coinvolte anche due società a responsabilità limitata di Grosseto.

Lo stesso imprenditore è già stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli con sentenza definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso (già art. 7 L. 203/1991 ora art. 416-bis 1 c.p.) per aver agevolato il gruppo criminale di Vincenzo Zagaria.

Le indagini della procura di Firenze sull’imprenditore grossetano

La procura della Repubblica di Firenze, nell’ambito dell’indagine condotta da finanzieri dei comandi provinciali di Firenze e Vicenza, a contrasto di un sodalizio dedito alla commissione di una pluralità di reati economico-finanziari con l’aggravante dell’aver favorito e rafforzato il clan camorristico dei Casalesi, ha notificato l’avviso di conclusione di indagini nei confronti dei 18 soggetti.

In particolare, i finanzieri del nucleo Pef Firenze – Gico di Firenze e del nucleo Pef di Vicenza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, nel periodo 2019-2024 hanno svolto indagini finalizzate ad approfondire le dinamiche di un gruppo imprenditoriale contiguo al “Clan dei Casalesi”, operante prevalentemente in Toscana, attivo su tutto il territorio nazionale, dedito alla commissione di diversi delitti, quali l’impiego di denaro di provenienza illecita, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, il trasferimento fraudolento di valori e la bancarotta fraudolenta.

Come detto le investigazioni si sono incentrate su un imprenditore operante nel settore edile, originario di Casaluce (CE) e trapiantato a Grosseto.

Avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa

Le indagini hanno consentito di documentare che l’imprenditore, attraverso società intestate a suoi prestanome, avrebbe reimpiegato capitali di provenienza delittuosa, pari ad almeno 300 mila euro, riferibili a un soggetto contiguo al clan dei casalesi, imputato per auto-riciclaggio e frode fiscale e già coinvolto in indagini in materia di criminalità organizzata di matrice camorristica.

Nel corso delle attività, sono stati raccolti anche elementi riguardanti un’ipotesi di bancarotta contestata allo stesso ed altri imprenditori, sempre vicini al clan dei Casalesi, che avrebbero depauperato una Srl con sede a Verona, causandone il fallimento.

In particolare, avrebbero distratto fraudolentemente in favore di altre imprese agli stessi riconducibili denaro, materiali, attrezzature e contratti d’appalto, quantificabili in quasi 5.000.000 di euro.

Destinatari dell’avviso di conclusione di indagini sono risultate anche due società a responsabilità limitata con sede in Grosseto, in relazione all’illecito di cui al decreto legislativo 231/2001 (Responsabilità amministrativa degli Enti), consistente nell’agevolazione dell’attività della citata associazione di tipo camorristico.

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