TALAMONE. La balenottera comune che in questi giorni si aggirava nelle acque dell’Argentario è rimasta incastrata nel porto di Talamone questa mattina, mercoledì 24 luglio.
E pare che il suo destino sia già segnato, visto che ha mostrato evidenti segni di malnutrizione, ha molti parassiti sul suo dorso e si è ferita sul dorso, battendo e tagliandosi sulle chiglie delle barche.
«Lo stato di salute dell’animale è molto precario, stiamo provando a liberarlo in tutti i modi, ma non credo che sarà possibile – dice Letizia Marsili, docente di scienze fisiche, della terra e dell’ambiente all’università di Siena, con 30 anni d’esperienza nel settore – Al secondo tentativo abbiamo sedato la balenottera e siamo riusciti a portarla al largo, ma appena l’abbiamo liberata lei ha raccolto le sue forze, nonostante i sedativi, ed è tornata nel porto».
I comportamenti del cetaceo degli ultimi giorni erano anomali. Di solito si spingono verso la costa solo per una specie particolare di plancton, che non fiorisce in questo periodo dell’anno.
L’estrazione della balenottera
Il cetaceo è ferito nella parte sopra del corpo vicino agli spiracoli, delle narici poste sul dorso dell’animale. «La balenottera è entrata nel porto e ha iniziato a nuotare proprio sotto le barche. Così si è tagliata sulle chiglie delle imbarcazioni che ha colpito – dice Rinaldo Carlicchi – Da questa mattina è incastrata e da allora proviamo a liberarla, ma lei torna indietro e si incastra di nuovo».
Le sue condizioni di salute, però, non erano già ottime: l’animale ha su di sé molti parassiti ed è denutrito. Si stima che sia lungo circa 11 metri, ma potrebbe essere molto più lungo, e pesa circa 9 tonnellate, quando ne dovrebbe pesare ben 11.
Per provare a farla uscire dal corpo sono stati necessari 3 gommoni, una barca della guardia costiera e un’imbarcazione da rimorchio. È contro la prassi legare la balenottera per spostarla, ma in questo caso era l’unico modo per provare a salvarla da una morte certa.
«Avevamo stimato che la balenottera è lunga circa 11 metri, ma dopo averla vista durante il trasporto crediamo che sia più lunga. Abbiamo provato a trascinare l’animale per la coda, ma dopo poco riusciva a liberarsi e a tornare nel porto – dice Marsili – Poi abbiamo provato a sedarla, ma appena l’abbiamo liberata è tornata dove prima. Non credo che possa sopravvivere, sarebbe un miracolo».
Marsili: «Non c’è niente da fare»
È una sofferenza per tutti vedere un animale soffrire, anche per chi li studia. «È un giorno molto triste anche per noi, vedere questa balenottera soffrire così tanto fa stare male tutti noi – dice Marsili – Già i comportamenti della balenottera erano anomali nei giorni scorsi, perché solo per mangiare una specie particolare di plancton si avvicinano così tanto alla costa, ma non è questo il caso».
È una magra consolazione, anche se è molto triste da pensare, ma all’animale sarà data una seconda vita. «Dopo che la balenottera sarà morta e si spiaggerà, recupereremo il corpo e lo studieremo e analizzeremo – dice la docente – In modo da capire che problemi avesse. Lo faremo anche per conoscere meglio questa specie misteriosa, l’ambiente marino e anche l’essere umano, visto che entrambe le specie sono dei mammiferi».
«La balenottera sta soffrendo molto, sia per i tagli che per le sue condizioni di salute precarie – conclude – e noi soffriamo con lei. È terribile vederla in queste condizioni. Siamo tutti certi che morirà, purtroppo».
Ore 20, la balenottera è morta
Purtroppo è finita come nelle previsioni.
La balenottera è morta. La carcassa è stata portata al porticciolo davanti a Fonteblanda. Ora si deciderà come smaltirla.
Potrebbe anche essere usata per studio.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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