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L’invasione delle pale eoliche, 5 sindaci in rivolta

Pale eoliche, numerosi progetti in arrivo sulle colline dell’Albegna. I sindaci contrari: «Si danneggia un territorio in modo irreversibile»
I sindaci delle colline dell'Albegna contro l'invasione delle pale eoliche: Ugo Lotti, Giovanni Gentili, Bice Ginesi e Mirco Morini
I sindaci delle colline dell’Albegna contro l’invasione delle pale eoliche: Ugo Lotti, Giovanni Gentili, Bice Ginesi e Mirco Morini

PITIGLIANO. Levata di scudi di cinque Comuni delle Colline dell’Albegna contro i nuovi impianti eolici di grandi dimensioni.

«Quella che si sta prospettando è una vera e propria invasione dell’eolico, con progetti impattanti dal punto di vista paesaggistico e non solo»: così si sono espressi i sindaci dei Comuni di Pitigliano, Giovanni Gentili, Sorano, Ugo Lotti, Manciano, Mirco Morini, Scansano, Bice Ginesi e Magliano in Toscana, Gabriele Fusini, che hanno preso pubblicamente posizione nel corso di una conferenza stampa convocata nella sede dell’Unione dei Comuni Montani Colline del Fiora, esprimendo preoccupazione il per il futuro dei territori che rappresentano.

Una serie di progetti di pale eoliche in tutta la zona

Questi sono gli ultimi progetti di parchi eolici presentati al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che interessano il territorio delle Colline dell’Albegna e che hanno messo in allarme i sindaci.

  • È in fase di istruttoria il progetto “Parco eolico Manciano”, nel comune di Manciano, per la produzione di energia elettrica di potenza complessiva di 50,4 MW con l’installazione di 7 pale eoliche e relativa opera di connessione per immissione dell’energia prodotta nella rete di trasmissione nazionale. Il progetto presentato dal Gruppo Visconti Manciano srl è pervenuto al Comune in data 11 giugno 2024 ed è già istruito.
  • Altri tre progetti sono stati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dopo l’entrata in vigore del decreto del 21 giugno 2024: si tratta dell’impianto eolico “Pitigliano” nei comuni di Pitigliano e Sorano, costituito da 20 aerogeneratori (pale eoliche) da 7 MW l’uno per un totale di 140 MW. Il progetto, presentato da RWE Renewables Italia srl, è pervenuto ai Comuni in data 8 luglio 2024 ma sul sito del MASE non è attualmente consultabile.
  • A questo si aggiunge un nuovo parco eolico denominato “Magliano” nei comuni di Magliano in Toscana e Orbetello per una potenza complessiva pari a 72,8 MW. Anche in questo caso, il progetto presentato dal gruppo Visconti Magliano srl, è pervenuto ai Comuni in data 8 luglio 2024 ma sul sito del MASE non è attualmente consultabile.
  • È in corso di presentazione da parte del Gruppo Visconti Pitigliano srl, un quarto progetto di un Parco eolico in località pian di Morrano e località La Rotta, nel comune di Pitigliano e nel Comune di Manciano, collegato alla rete di trasmissione nazionale, e costituito 14 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 5,2 MW e di potenza complessiva di 72,8 MW.
  • Sempre nel comune di Pitigliano da mesi è avviato il procedimento relativo ad un parco eolico in località Rempillo costituito da 6 pale eoliche, presentato da Sorgenia, per una potenza complessiva di 37,2 MW.
  • Un altro progetto di parco eolico riguarda il comune di Scansano, con l’installazione di 11 pale eoliche per la produzione totale di 79,2 MW. Il progetto è in corso di presentazione da parte del gruppo Visconti Scansano srl.
  • Poi ci sono ulteriori due progetti sui quali la Regione Toscana ha espresso parere negativo: si tratta della Centrale eolica di Orbetello, ente proponente Apollo wind srl, con 9 pale per 61,2MW di potenza, e il parco eolico Montauto presentato da Wind Italy 1, che prevede 8 pale per una produzione complessiva di 48 Mw.

Il decreto sulle rinnovabili e la Regione

Con il decreto del 21 giugno, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha individuato la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell’obbiettivo nazionale di arrivare nel 2030, rispetto al 31 dicembre 2020, ad una potenza aggiuntiva pari a 80 GW, prodotta in Italia da fonti rinnovabili.

Nello stesso decreto si stabilisce che le Regioni, garantendo l’opportuno coinvolgimento degli enti locali, hanno il compito di individuare nel loro territorio superfici ed aree idonee e non idonee; aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici a terra; e aree ordinarie. Questo deve accadere con legge regionale entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso, avvenuta il 22 giugno.

I sindaci: «Una concentrazione insostenibile»

«Ci troviamo di fronte ad una concentrazione insostenibile di grandi interventi a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro. – proseguono i sindaci – Dobbiamo fare qualcosa per fermare il rischio di un’espansione incontrollata dei parchi eolici, perché la salvaguardia del paesaggio è un diritto inalienabile delle comunità che rappresentiamo».

«Gli obiettivi energetici fissati dall’agenda 2030 impongono certamente di ridurre l’uso di combustibili fossili, con conseguente aumento delle rinnovabili, ma in Italia questa esigenza deve necessariamente confrontarsi con quella di difendere paesaggi incontaminati, di straordinario valore storico e naturalistico, che rischiano di essere compromessi, per sempre, dall’elevazione di torri eoliche, così come dai grandi impianti fotovoltaici a terra».

«Ci sono buone ragioni, nel caso dei territori delle Colline dell’Albegna, per considerare insufficienti i benefici energetici previsti da questa moltiplicazione dell’eolico, rispetto all’impatto soprattutto di tipo visivo, e agli effetti negativi che produrrebbero sulle attività economiche legate alle aziende agricole e al turismo rurale: i nostri territori hanno produzioni agricole di qualità DOC, DOCG e IGP».

«Inoltre, sono impianti che non portano nessun beneficio economico a livello locale, ma solo speculazione. Tra l’altro, alcuni dei Comuni interessati da questi interventi hanno già avviato il percorso per la nascita delle comunità energetiche, che al contrario portano benefici ambientali, economici e sociali nei territori. Si parla tanto di valorizzare le aree interne come le nostre, e poi si deturpano con torri alte 220 metri, mettendo a rischio turismo e agroalimentare».

«Abbiamo l’impressione che la nostra Maremma sia considerata terra di conquista da chiunque abbia le possibilità economiche per fare della speculazione. Pronti a dare battaglia e a non permetterlo! Siamo certi che la Regione Toscana, nella definizione delle aree idonee e non idonee, come stabilito dal decreto del 21 giugno, coinvolgerà i territori interessati, tutelando il paesaggio, le comunità e le economie locali».

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