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Italia Nostra: «Non nascondere l’inquinamento sotto al tappeto»

Italia Nostra interviene sui casi dei fossi Beveraggio e Petraia. «Si usino i fondi dei Consorzi per eliminare l’inquinamento»
Le acque del fosso beveraggio dopo l'ultimo acquazzone in città
Inquinamento: le acque del fosso beveraggio dopo l’ultimo acquazzone in città

GROSSETO. Italia Nostra – Maremma Toscana interviene sulla vicenda del fosso Beveraggio e del fosso Petraia, dopo il servizio di Mi manda RaiTre, con una lettera aperta, a firma di Anna Bardelli, ai sindaci di Grosseto e Follonica, Antonfrancesco Vivarelli Colonna e Andrea Benini,  al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e all’assessore regionale Leonardo Marras,  ai presidenti dei Consorzi di bonifica Cb5 e Cb6, Giancarlo Vallesi e Fabio Bellacchi.

Proponendo la realizzazione di aree di fitodepurazione. E di usare i soldi dei Consorzi di bonifica per risolvere il problema degli scarichi irregolari nei fossi.

E contestando le scelte dei Comuni interessati, Grosseto e Follonica, di denunciare la Rai per il servizio. «Meglio denunciare il problema e cercare le soluzioni – dicono – che fare finta di niente e nascondere l’inquinamento sotto al tappeto».

Italia Nostra: «Dal servizio dati convincenti»

«Il servizio giornalistico mandato in onda dalla terza rete nazionale, nel programma Mi manda Raitre, ha presentato a nostro parere – scrive Anna Bardelli – dati convincenti, argomentati in modo oggettivo e rigoroso».  

«Se i sindaci di Grosseto e Follonica ritengono che questi dati non siano veri e che vi siano gli estremi per agire in sede penale o civile, fanno bene a segnalarlo alle autorità».

«Italia Nostra attenderà l’esito dei procedimenti giudiziari per sapere chi ha ragione. Nel frattempo invitiamo i sindaci a supportare le proprie rassicurazioni ai cittadini e ai turisti con solide argomentazioni e dati analitici da contrapporre ai dati presentati dalla trasmissione». 

«Come associazione di tutela del paesaggio, dell’ambiente e degli ecosistemi siamo preoccupati per i possibili danni al tessuto produttivo sano del territorio, che contribuisce a mantenere in salute il paesaggio, segno visibile e tangibile di una civile evoluzione tra uomo e natura».

«Tuttavia ci chiediamo: il maggiore danno d’immagine per la nostra terra è creato da chi, francamente, porta dati a sostegno della presenza dell’inquinamento del mare stimolando il dibattito pubblico e la ricerca di soluzioni o è determinato da una pubblicità che vende un territorio per bello e incontaminato e poi “nasconde l’inquinamento sotto il tappeto”?»

«Riteniamo che soltanto una chiara e sincera descrizione dello stato dei luoghi possa creare quella fiducia indispensabile nell’offerta turistica e commerciale». 

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«Sappiamo che ci sono scarichi irregolari»

«Concordiamo con il sindaco di Grosseto quando dice che il problema degli scarichi irregolari nei canali di bonifica è annoso e richiede uno sforzo economico particolarmente gravoso per il Comune. Per questa ragione vorremmo partecipare in maniera propositiva a questa vicenda che va avanti da decenni, tra azioni ed omissioni».

«Riteniamo che una soluzione percorribile sia quella di utilizzare i soldi pagati dai cittadini con il contributo di bonifica, circa 6 milioni di euro all’anno, per dare priorità agli interventi di recupero funzionale ed ecologico della rete dei canali di bonifica inquinati». 

«Una soluzione a nostro parere percorribile sarebbe quella di progettare delle aree di fitodepurazione. Nei siti web tecnici e scientifici si trovano numerose fonti ed articoli che evidenziano come sia addirittura possibile conciliare la depurazione delle acque con la produzione legnosa da arboricoltura da legno (a titolo di esempio si veda l’interessante lavoro di cui mettiamo il link: https://foresta.sisef.org/contents/?id=efor3802-018)». 

«Pertanto Italia Nostra chiede a Regione Toscana – che approva annualmente il piano delle manutenzioni ordinarie del reticolo di bonifica – di dare ai Consorzi di Bonifica linee guida finalizzate al recupero funzionale di quei canali di bonifica che, come il fosso Beveraggio di Grosseto, sono oggi delle vere e proprie fogne a cielo aperto».

 

 

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