Irma, Gina Aldo e le altre vittime delle "marocchinate" | MaremmaOggi Skip to content

Irma, Gina Aldo e le altre vittime delle “marocchinate”

La denuncia delle violenze dei soldati delle truppe coloniali francesi durante la campagna d’Italia: appuntamento sabato 16 novembre nella sala Pegaso della Provincia
Una scena della Ciociara
Una scena del film “La Ciociara”

GROSSETO. Alla fine di luglio si era rivolto alla procura militare e ai carabinieri affinché si svolgessero accertamenti sul “pozzo sprofondatoio”, nel comune di Roccastrada.

Una “foiba” dove, dopo l’8 settembre 1943, avrebbero gettato anche i cadaveri di diversi prigionieri. Ora, il ricercatore storico e presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate (Anvm) Emiliano Ciotti, torna a Grosseto per raccontare le storie di Irma, Gina, Giulia, Rina, Agata e Aldo e di tante donne e uomini vittime delle “marocchinate”

Non si tratta di un errore, né di un termine poco politicamente corretto. Le “marocchinate” sono state una delle vergogne della Campagna d’Italia, durante la Seconda guerra mondiale. Quando le truppe coloniale francesi usarono violenza ai civili. 

Una vergogna della quale, dopo 80 anni, sostiene l’associazione nazionale vittime delle marocchinate, si parla ancora troppo poco. 

Cosa sono le marocchinate

Il termine marocchinate è stato coniato a seguito dei terribili fatti che hanno interessato la popolazione italiana, soprattutto donne e bambini dei due sessi, durante la Campagna d’Italia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Le truppe coloniali francesi erano, infatti, costituite circa al 60% da reparti di origine nordafricana.

I soldati, soprattutto a seguito dello sfondamento della Linea Gustav da parte degli Alleati, hanno saccheggiato e compiuto razzie in ogni territorio nel quale sono passati, proseguendo la loro avanzata. Donne, bambini, uomini sono tutti rimasti vittime delle azioni violente perpetrate dai militari sotto bandiera francese, che hanno compiuto stupri, esecuzioni, oltre a trasgredire ogni regola.

A seguito delle numerose violenze avvenute ai danni soprattutto di donne italiane si è anche scatenata un’epidemia di malattie sessualmente trasmissibili che solo la penicillina statunitense è riuscita a contrastare. Molte donne, poi, rimasero anche incinte. 

Nel frattempo gli orfanotrofi si sono riempiti. Nello stesso periodo sono anche notevolmente aumentati i casi di suicidio di coloro che erano stati violentati dalle truppe coloniali francesi.

Il convegno alla Sala Pegaso

Sabato 16 novembre, le storie delle vittime della barbarie delle truppe coloniali francesi saranno raccontate durante un convegno che si svolgerà alla Sala Pegaso alle 10.30 che si intitola proprio “Le marocchinate nel grossetano”. 

«Le truppe coloniali francesi usarono violenza ai civili anche in provincia di Grosseto –  dice Emiliano Ciotti, presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate – durante la conferenza racconteremo le storie di Irma, Gina, Giulia, Rina, Agata e Aldo e di tante donne e uomini violentati dai magrebini francesi nel grossetano. Dopo 80 anni è giunta l’ora di abbattere il muro del silenzio».
Insieme a Ciotti, ci saranno Silvano Olmi e Anna Mula. Modererà il dibattito Francesca Carpenetti.

Autore

  • nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Reset password

Enter your email address and we will send you a link to change your password.

Powered by Estatik