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Rossano Galli: «Ecco perché mi candido»

L’ex sindaco, dopo 13 anni, torna in pista a capo di una lista civica, con un programma costruito ascoltando i cittadini
Rossano Galli Manciano
Rossano Galli

MANCIANO. È stato sindaco di Manciano dal 1999 al 2009 e, a distanza di 13 anni, ha deciso di ripresentarsi a capo di una lista civica. Rossano Galli, 62 anni il 29 marzo, professione assicuratore, la politica ce l’ha nel sangue, da quando, giovanissimo ha iniziato la sua militanza politica.

Manciano, dove il sindaco Mirco Morini è al suo primo mandato, è uno dei Comuni al voto in Maremma, insieme a Campagnatico e Pitigliano. Nomi e schieramenti non si sono ancora definiti, ma intanto ecco la prima lista ufficiale, quella guidata, appunto dall’ex sindaco Galli. La lista è agli ultimi ritocchi, nome e simbolo sono pronti, ma saranno presentati prima di tutto ai cittadini in un’iniziativa pubblica. 

Una decisione sofferta, ma tanta voglia di fare

Quello di Galli è un ritorno annunciato, poiché da tempo nel comune collinare si vocifera della sua voglia di rimettersi in gioco, soprattutto per le tante richieste e attestati di stima che sono arrivati dai suoi concittadini. Ma non è stata una scelta semplice, come Galli racconta a Maremma Oggi. 

«Tutt’altro che semplice – dice – anzi sofferta e meditata a lungo, maturata a fronte della richiesta di rimettermi in pista che è arrivata da tanti cittadini. A quel punto, il senso di responsabilità ha prevalso e ho accettato, nella convinzione, mia e degli altri, che l’esperienza del mio primo mandato mi permetterà, in caso di vittoria, di mettermi al lavoro da subito e recuperare al più presto il terreno perduto dal mio comune».

In che senso “terreno perduto” e quali sono stati gli elementi decisivi che l’hanno portata ad accettare la candidatura?

«Per due motivi: il primo, la pandemia con quello che ha comportato e la situazione che si è creata, con l’impossibilità per molte famiglie e tantissimi giovani di progettare serenamente un futuro qui. Il secondo è la constatazione del basso livello raggiunto dal mio comune, dovuto ad una scarsa visione d’insieme e all’inefficienza dell’attuale amministrazione. Occorre rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro con la collaborazione di tutti».

Pensa che se sarà sindaco, il territorio risponderà al suo appello?

«Sono convinto che il comune di Manciano e la sua gente abbiano le potenzialità per ripartire, abbiano le armi per combattere situazioni come quella che si è verificata in questi ultimi due anni. Sono altresì convinto che, con la guida giusta e la forza della determinazione, si possano ottenere grandi risultati».

Un programma elettorale costruito ascoltando i cittadini

Quindi ha già ben definiti i punti programmatici fondamentali?

«Il programma è in fase di elaborazione, perché, insieme a chi mi accompagna in questo percorso, abbiamo deciso di costruirlo con l’apporto della gente, attraverso una campagna di ascolto che è già iniziata e continuerà nelle prossime settimane, con un lungo programma di appuntamenti pubblici. Incontreremo i cittadini, le associazioni del volontariato, il mondo produttivo e del lavoro. È fondamentale raccogliere suggerimenti, idee, ascoltare i bisogni. Solo così potremo costruire un programma a misura di territorio».

Quali sono le forze, politiche e non, che appoggiano la sua lista?

«Come forze politiche, il Pd, Sinistra mancianese e altri movimenti che si riconoscono nell’area di centro e che hanno voglia di impegnarsi per Manciano, in una prospettiva di buon governo. Oltre, naturalmente ad esponenti della società civile, giovani, motivati, con tante competenze e voglia di impegnarsi, per dare a questo territorio una nuova stagione di speranza».

Esperienza e competenze maturate negli anni, al servizio del territorio

Cosa porta in dote della sua passata esperienza di amministratore?

«La visione complessiva e la conoscenza del territorio, la capacità progettuale, la padronanza della macchina amministrativa, l’organizzazione dei servizi. Tutti aspetti assolutamente carenti nell’ultima legislatura. Ma porto anche un’importantissima rete di relazioni con il mondo istituzionale, in primis la Regione Toscana e il governo centrale. Purtroppo, il Comune di Manciano, che in passato è stato un modello di efficienza riconosciuto, negli ultimi anni è scomparso dalla scena politica e istituzionale, regionale e non solo».

Cos’è, in particolare, che vorrebbe veder realizzato se sarà eletto?

«La cosa fondamentale, quella in cui credo più di ogni altra, è creare le condizioni affinché i nostri giovani, i nostri figli e nipoti abbiano la possibilità di vedere un futuro sereno in questo territorio e non essere costretti ad andarsene. Andare via dovrà essere una libera scelta, non un obbligo. Voglio fare in modo che nostro futuro possa essere saldamente nelle nostre mani, questo luogo possa ancora essere attrattivo e rappresentare con orgoglio la “nostra” casa. Per fare questo ci vogliono competenze e noi siamo in grado di offrirle».

 

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