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«Quell’opera è mia, l’ho fatta con l’IA»

La giovane artista grossetana Leira che ha vinto un premio a Barcellona è stata accusata da un artista spagnolo di aver plagiato la sua opera. Lei l’ha realizzata disegnandola, non con l’intelligenza artificiale. Mauro Papa: «L’opera è dell’artista ma la giovane non ha avuto un intento malevolo, è opportuno essere comprensivi»
Una rappresentazione grafica di IA

GROSSETO. Sabato 26 ottobre la giovane artista grossetana Leira, all’anagrafe Martina Ratiglia, sarà premiata a Barcellona con il premio “Barcellona nella città di Gaudì” e vedrà la sua opera di arte digitale proiettata in video all’interno di casa Milà. Abbiamo raccontato il piccolo successo della giovane artista grossetana. Ed alcune ore dopo, un artista spagnolo, Yannick Ibañez Juniot, ha commento la notizia accusando Leira di aver plagiato l’opera. Chiedendole di non ritirare il premio che le è stato assegnato. 

L’opera generata con l’IA

Yannick Ibañez Juniot aveva di fatto pubblicato l’immagine, identica a quella dell’opera i Leira, sul suo profilo Pinterest mesi fa. Quando ha visto che la giovane grossetana, con quell’opera aveva vinto un premio, si è fatto avanti, accusandola di plagio. «È la copia di una mia opera generata con l’intelligenza artificiale», dice.

Effettivamente i disegni sono molto simili. «Mi sono ispirata a questa immagine che avevo visto mesi fa sul web – dice Martina Ratiglia, che a un giorno dalla premiazione è stata travolta da questa bufera – Mi è piaciuta tanto e l’ho disegnata utilizzando il software Procreate. Ho anche il video del mio disegno, non ho copiato l’opera e nemmeno rigenerata tramite un’altra IA».

L’opera che comunque è passata da una selezione da parte di una giuria, ha vinto il premio. 

Arte generata con l’IA, Papa: «L’artista ha diritto a rivendicare l’opera ma sarebbe bene essere più comprensivi»

Sul tema dell’arte generata tramite IA si entra in un campo spinoso, per questo abbiamo chiesto il parere a un esperto del mondo dell’arte. A Mauro Papa, direttore del Polo culturale Le Clarisse, che nelle email di segnalazione arrivate alla nostra redazione anche tramite un’amica dell’artista spagnolo, si è fatto volentieri coinvolgere nel dibattito. 

«Facendo un disegno tramite IA – spiega Mauro Papa- un artista ha tutto il diritto di rivendicare l’opera, perché anche se generata da un intelligenza artificiale, essa non è autonoma, poiché risponde a degli input dati dall’artista. Sta però alle persone capire il contesto, parlando di una ragazza molto giovane, artista emergente, che avendo visto un disegno sul web si è sentita ispirata, senza nessuno intento malevolo, magari sarebbe opportuno essere più comprensivi».

La realizzazione del disegno di Leira

Leira ha realizzato tramite il software Procreate il disegno con il quale è stata selezionata per il concorso.  Le tecniche utilizzate sono state descritte da lei passo passo: 
«Prima di tutto, ho iniziato con una base di schizzi leggeri, sfruttando un pennello a matita morbida per delineare la struttura del volto e la composizione della gelatina rossa. Il passaggio successivo è stato la costruzione del colore attraverso l’uso di pennelli soft airbrush, ideali per le sfumature delicate e per creare un passaggio graduale tra luci e ombre, indispensabile per simulare la traslucenza della gelatina».

 

 
 
 
 
 
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Per ottenere la resa della pelle in modo realistico, la ragazza ha lavorato su strati multipli, usando pennelli texture e blending tool per fondere i toni del viso e aggiungere dettagli microscopici, come i pori e leggere imperfezioni, con un pennello texture “skin” ad alta risoluzione. «Ho curato con attenzione il riflesso della luce sulla gelatina, ricreando l’effetto della luce che attraversa la sua superficie semitrasparente e concentrandomi sulla resa dei dettagli nelle zone più luminose e quelle più ombreggiate – dice ancora – per dare profondità e verosimiglianza al materiale. La parte più significativa è stata la creazione dell’occhio visibile, che doveva trasmettere un’emozione nascosta. Ho utilizzato pennelli a punta fine per disegnare ogni ciglio con precisione e ho applicato dettagli scrupolosi nell’iride, sfruttando il gioco di riflessi e sfumature per far sembrare lo sguardo vivido e penetrante. Infine, ho rifinito l’immagine con l’uso di filtri ed effetti come “Gaussian Blur” per ammorbidire alcune transizioni e “Sharpen” per enfatizzare i dettagli critici».

Probabilmente nella vicenda non ha aiutato la barriera linguistica e l’artista iberico ha percepito il tutto come un atto fraudolento. Da parte della ragazza, evidentemente non c’era la volontà di copiare l’opera ma quella di “farla sua” lavorandoci con tecniche differenti. Il tutto, ovviamente, fatto in perfetta buona fede. 

Autore

  • Collaboratore di MaremmaOggi. Ho una grande passione per il territorio e le sue potenzialità, con il giornalismo provo a raccontarlo al meglio. Mi interesso di storia e politica, ma sono esperto di tortelli Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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