GROSSETO. Essere una mamma lavoratrice oggi è difficile, perché gli aiuti concreti sono pochi: spesso le donne che tornano sul posto di lavoro dopo la maternità si trovano in condizioni di dover lasciare l’ufficio oppure vengono demansionate.
E se è già difficile quando si è dipendenti, lo è di più quando si ha una partita Iva, anche se, fortunatamente, ci sono anche aziende che accolgono i bambini.
Ed è così anche per Virginia D’Elia, che a breve diventerà mamma e che è un’estetista specializzata libera professionista che collabora con Ib Living.
«Io ho avuto una gravidanza che non mi ha dato alcun problema, quindi continuerò a lavorare finché riesco – dice – ma molte persone mi guardano come se fosse strano che io continuassi a lavorare. Oggi, sfortunatamente, non esiste nell’immaginario comune una mamma imprenditrice».
Virginia è un’onicotecnica e collabora con un negozio che le permetterà di portare la bambina al lavoro con lei.
«Per me è un onore accogliere nel salone i bambini delle ragazze che lavorano con me – dice Ilaria Botta, titolare di Ib Living – E sono orgogliosa di aver creato un ambiente accogliente anche per le mamme».
Virginia: «Dovremmo normalizzare le mamme che lavorano»
La figura della madre nell’immaginario comune non è molto legata al mondo del lavoro. Nonostante siano tante le donne che continuano l’attività lavorativa durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino.
«Mi capita sempre che le persone siano stranite dal fatto che ho lavorato incinta, come se fosse un limite. Io sono all’ottavo mese e lavorerò finche posso, perché la mia gravidanza non è a rischio – dice Virginia – E dopo la nascita della bimba mi organizzerò per poterla portare in negozio: sarà una bimba di bottega».
Quella della gravidanza come un limite è un tabu molto presente nella società, quando in realtà alcune atlete alle Olimpiadi hanno gareggiato incinte. Basti pensare a Nada Hafez sulla pedana della sciabola in dolce attesa da 7 mesi a Parigi 2024 oppure la malese Nur Suryani, che nel 2012 gareggiò come prima tiratrice locale di carabina a 10 metri. Lei disse anche: «Sono io la madre e so cosa è meglio».
E ancora la cestista francese Valeriane Ayayi Vukosavljevic, che con la sua squadra ha vinto il bronzo a Tokyo 2020.
Insomma quando una gravidanza non è a rischio, le future mamme possono condurre una vita come tutte le altre donne.
La sostituzione per la maternità e gli assegni per le partite Iva
Le donne che hanno da poco avuto una gravidanza hanno poche tutele, soprattutto se sono delle lavoratrici autonome o imprenditrici. Infatti per la sua attività poteva o può assumere per sostituzione di maternità solo 2 mesi prima della data di scadenza del parto e 3 mesi dopo il parto. Un lasso di tempo in cui è molto difficile insegnare un lavoro o un metodo di lavoro differente in linea con l’azienda.
Inoltre alle mamme lavoratrici autonome, spetta solo l’assegno unico e il bonus bebè, compreso nel primo. L’importo varia dai 50 ai 175 euro mensili.
Mentre l’assegno di maternità comunale, dato a chi non ha nessun trattamento economico durante la maternità o a chi lo ha inferiore rispetto alla cifra erogata, si aggira intorno ai 400 euro mensili per 5 mesi.
«Per me è una sfida e un modo per affermare la mia indipendenza, non intendo lamentarmi, vorrei solo che la figura di mamma imprenditrice o lavoratrice autonoma sia più diffusa – dice Virginia – Io porterò mia figlia al lavoro con me senza problemi. Mi organizzerò con passeggino, orari e tutto il necessario, anche perché in negozio ci tornerò appena io e la bimba avremo una stabilità».
«Fortunatamente le mie colleghe mi aiuteranno a gestire la situazione. Poi, naturalmente, faremo di tutto affinché alla bimba non manchi niente e la iscriverò all’asilo appena possibile – continua – E non sarà con me tutti i giorni, posso lasciarla anche alla famiglia e d’estate alla colonia. Ma la porterò con me quando posso, perché non ci vedo nulla di male».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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