SAN PIETROBURGO. È ancora a San Pietroburgo Matteo D’Angella, il fisioterapista grossetano ingaggiato dalla potente società sportiva Zenit nella città sul Baltico. La settimana scorsa, all’indomani dell’attacco di Putin all’Ucraina, Matteo aveva raccontato a Maremma Oggi il clima che si respirava in Russia, la rabbia dei civili contrati alla guerra, il dolore per gli amici e i parenti oltreconfine e nell’area di guerra, la preoccupazione degli europei sul suolo russo per lavoro.
A distanza di una settimana, «la situazione è ancora abbastanza tranquilla – racconta – ma il clima è cambiato. La gente continua a protestare in massa contro la guerra e a sostegno dell’Ucraina, per cui è stata rafforzata la vigilanza della polizia. Oggi ad esempio, siamo a Kazan, una città a est di Mosca, che abbiamo raggiunto con un volo interno. Gli unici spostamenti consentiti dagli aeroporti semideserti sono sul territorio russo».
«Noi europei siamo in attesa di sapere se e quando dovremo rientrare perché la situazione cambia di continuo. Subito dopo lo scoppio del conflitto, abbiamo dato i nostri nomi alle rispettive ambasciate e attendiamo una chiamata da un momento all’altro».
Fratellanza e voglia di pace
Il sentimento della gente comune è quello che si vede e si sente nelle notizie: nessuno vuole questa guerra. «Questa mattina – dice D’Angella – abbiamo fatto una passeggiata a Kazan. Eravamo io, italiano, un georgiano, un russo e un ucraino. Ci siamo voluti fare un selfie (eccoli nella foto) abbiamo sorriso, anche se nessuno ha voglia di ridere. Condividiamo tutti la stessa tremenda situazione e, nonostante culture e abitudini differenti, ci emozioniamo, soffriamo e proviamo gioia per le stesse cose».
Comunicazioni a singhiozzo e prezzi alle stelle
Che la situazione stia cambiando, in Russia, si vede dalle comunicazioni e dai primi aumenti dei prezzi, per ora dei prodotti americani. «Internet è rallentato – racconta Matteo D’Angella – Facebook permette a fatica di caricare le foto, è praticamente bloccato. Instagram va a rilento, WhatsApp non prende bene la linea, per cui ho difficoltà anche a chiamare a casa».
Intanto stanno cominciando a mancare alcuni prodotti come la Coca cola che non si trova più, mentre per altri, sempre americani, i prezzi sono raddoppiati.
«Certo non è un problema che non si trovi la Coca cola o che un iPad della Apple sia schizzato da 1.000 a 2.000 euro, non sono certo cose di cui non si può fare a meno, pensando soprattutto a chi ha perso tutto, ma è un segnale molto preoccupante di quello che potrà succedere in seguito, già sapendo che a pagare sarà sempre e comunque la popolazione», conclude D’Angella.
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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