FOLLONICA. Mentre il podcast di Masiar Pasquali “Il buco” sta registrando ascolti in costante aumento su Spotify, una generazione di follonichesi, e non solo, è stata catapultata in un pezzo di storia che segnò in modo indelebile la vita di quei giorni. Il lavoro svolto da Masiar è un cazzotto nello stomaco, perché è vero e come tale arriva diretto, ti sbatte in faccia tutto quello che si porta dietro (e dentro) e dopo non rimane che parlarne con l’autore.
Lei è l’autore di un podcast, “Il buco”, record di ascolti su Spotify. L’argomento è tosto, come lo ha vissuto?
«Occorre sviluppare un’empatia con la persona che hai davanti ed è fondamentale preparare bene le domande. Se ci entri in sintonia il tuo interlocutore si aprirà e solo a quel punto raccogliere le testimonianze diventa un modo per conoscere la persona e comprendere la sua esperienza».
L’intervista: viaggio nell’abisso dell’eroina
Quale idea si è fatto di queste persone intervistate e che sono sopravvissute a quel numero impressionante di morti?
«Ci sono ancora molte ferite aperte. É complesso affrontare il dolore per la scomparsa di amici e persone care. Li ho visti affranti perché l’eroina è un demone difficile da sconfiggere.»
«Accettiamo di poter sbagliare»
Esiste secondo lei qualcosa che possiamo trarre dalle loro storie, dai loro ricordi?
«Dobbiamo accettare di poter sbagliare. Di questo mi sono più che mai convinto; si può sbagliare anche più di una volta ma l’importante è riprovare a ricominciare con il passo giusto. Credo che tanti ragazzi di allora abbiano pagato oltremodo le loro scelte, anche perché erano di fatto soli: l’eroina era appena arrivata, a fatica si conosceva cosa fosse, faceva paura e veniva demonizzata. E come spesso accade davanti all’ignoto si tende a fabbricare etichette da appiccicare a piacere senza fermarsi prima ad ascoltare, a capire. Quello delle dipendenze è un argomento che difficilmente viene affrontato davvero e questo non fa che aggravare la situazione di chi la dipendenza la vive. Ieri era l’eroina, oggi è la cocaina e il crack. Cambiano le sostanze ma rimane il loro consumo».
«Bisogna alzare il velo sull’argomento»
Quando dice che quello delle dipendenze è un argomento mai affrontato veramente, immagino si riferisca ai governi, agli organi d’informazione , a chiunque debba farlo. Secondo lei si tratta di un non volere o di non poter farlo?
«Tutte e due purtroppo. Anche se quando alcuni professori universitari ai quali ho inviato il lavoro de “Il buco”, trovandolo interessante per le loro lezioni, mi fanno sperare che prima o poi si alzerà il velo calato su questa piaga che porta via sempre molte persone. »
In quel buco sono caduti tantissimi giovani, con le loro famiglie e i loro amici, lì in fondo si sono bruciati sogni e speranze, possibilità e futuro. Una voragine marcata dal dramma di un periodo sociale che non ha fatto sconti a nessuno, che non è possibile ancora chiamare passato perché nessuno lo ha dimenticato, tanto è profonda la traccia lasciata nei ricordi e nelle vite di molti. Eppure nuove sostanze si affacciano anche in Italia, mentre si ripescano le vecchie etichette sempre valide per chi non vuole vedere.
Autore
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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