GAVORRANO. Sono passati otto anni da quel 20 marzo 2016 e parlare ancora di Elena Maestrini sembra la cosa più normale del mondo. Non c’è tempo né spazio, infatti, nella storia dolorosa di quel maledetto incidente in Spagna: è come congelata nell’immortalità della sua gravità e nel dolore che ha prodotto.
Morto l’autista, il caso si è chiuso
Nel frattempo sono anche accadute tante cose, tanti passaggi, alcuni finiti su un binario morto come il procedimento penale a carico del conducente dell’autobus, mentre altri sono in corso o in attesa di vedere la luce. Tra questi ultimi la richiesta da parte dei genitori delle vittime italiane di aprire un’inchiesta parlamentare sul caso.
«La morte dell’autista del pullman avvenuta nel 2023 ha chiuso definitivamente il processo penale», spiega Gabriele Maestrini, il padre di Elena, «mentre non c’è stato modo di capire perché l’iter giudiziario spagnolo è sempre stato interrotto dalla richiesta di archiviazione. Ci siamo opposti, ma più di questo non è stato possibile fare, tant’è che ad oggi non c’è stata nemmeno un’udienza sul caso.
Una gran fretta di archiviare, dalla Spagna e dall’Italia
Dalla magistratura spagnola non c’è stata la minima disponibilità a valutare gli elementi che compongono il caso, come la documentazione fornita dalla polizia stradale, oppure il ruolo avuto dagli organizzatori del viaggio, dell’università di Barcellona o della ditta stessa di trasporti per esempio. «Giusto per accertare il ruolo di ognuno – dice – e sapere esattamente come sono andate le cose, per colpa di cosa abbiamo perso le nostre figlie».
Immagino che sia anche per questo che chiedeste l’apertura di una commissione parlamentare.
«Esatto, ma ad oggi la nostra richiesta sembra dormire ancora nel cassetto de “le cose da fare”. Quindi nemmeno la politica italiana si è adoperata per farci avere almeno qualche risposta. Il classico muro di gomma».
Come si affronta una situazione simile ?
«Si cerca di fare qualcosa per i futuri giovani, spiega il padre di Elena, si prova ad utilizzare una disgrazia per cambiare ciò che deve e può essere migliorato; si lavora affinché niente del genere possa più succedere».
E qualcosa infatti si è smosso grazie a quei genitori, che nonostante il dolore e la delusione avuta da chi avrebbe dovuto pretendere la verità, vanno avanti sul tema della sicurezza stradale; tema di particolare attualità viste le notizie che arrivano soprattutto nei fine settimana e che purtroppo sembrano bollettini di guerra. In Spagna per esempio è stato inserito nell’ordinamento giuridico l’omicidio colposo stradale che prima non era previsto, mentre sembra che vogliano successivamente passare all’obbligo del secondo autista nel caso di tratte lunghe o viaggi notturni.
Un docufilm per non dimenticare
Poi ad agosto di quest’anno è uscito un docufilm sulla strage dell’Erasmus, trasmesso su TV2000 ed ora visibile al seguente link: https://www.play2000.it/detail/349.
Si intitola «KM333, ultima fermata», il documentario di Tv2000 diretto da Gianni Vukaj e dall’autrice Beatrice Bernacchi che è stato proiettato martedì 12 novembre all’Università di Firenze, al Campus delle Scienze sociali di Novoli alla presenza di quasi duecento studenti.
«Deve servire a ricordare che, fatalità a parte, ogni cosa va fatta nel modo giusto; a far capire il valore di ogni vita, a non dimenticare le 13 vittime che potevano essere ancora tra noi, a non lasciare che il loro tragico destino sia solo una notizia di cronaca, ma la spinta per migliorarci sempre affinché niente del genere possa ricapitare.»
Il prossimo 22 novembre sarà inaugurata la nuova biblioteca comunale; in quell’occasione Elena Maestrini sarà presente grazie alla donazione che verrà fatta a suo nome.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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