GROSSETO. Il progetto è già stato approvato dalla Regione. Ora c’è da predisporre la variante, poi si andrà alle osservazioni, quindi all’approvazione definitiva. Ma il quadro è già delineato: il Parco della Maremma ha chiesto di trasformare l’area contigua della golena dell’Ombrone, circa 1300 ettari, in area protetta. In sostanza, tutta la golena entrerà a far parte del Parco vero e proprio.
Si tratta di un’area meravigliosa, a poche centinaia di metri dalla città, totalmente agricola e, al momento, poco sfruttata. Prima di tutto perché non è possibile costruirci niente, e questo ha permesso di mantenerla così selvaggia e incontaminata, e poi perché, dalla terribile alluvione del 1966, i grossetani vivono il fiume con un forte rispetto che, a volte, sconfina anche in timore.
Eppure quella massa enorme d’acqua, quando la golena è piena il fronte del fiume arriva a 6 km di estensione, è lì accanto alle case, oltre l’alto argine che difende la città. E quando il fiume sta nel suo alveo naturale, tutta l’area è ricchissima di biodiversità, percorsi meravigliosi, scenari affascinanti.
«Da tempo l’Europa chiede ai Parchi di aumentare le zone protette – ci dice il presidente del Parco, Simone Rusci – per questo abbiamo scelto di andare in questa direzione. La giunta regionale ha già approvato il progetto, ora andiamo alla variante, quindi faremo gli incontri con tutte le associazioni, ci sarà il tempo per le osservazioni. Ma siamo convinti che questa sia una grande opportunità per la città».
Associazioni venatorie e di pesca sportiva: «Prigionieri a Grosseto»
Ma non tutti sono d’accordo. Il progetto vede la contrarietà delle associazioni venatorie e di pesca sportiva (Federcaccia, Arcicaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu migratoristi, Fipsas, Arcipesca e Liberapesca).
«L’ampliamento, se così si può chiamare visto che si parla di oltre 1.500 ettari di terreno – scrivono -, prevede che a partire dalla Steccaia e fino all’abitato di Rispescia tutte le zone di golena dell’Ombrone diventino parco».
«Questo progetto, che non è mai stato presentato pubblicamente e di cui si sa ben poco, rappresenta secondo noi un grosso rischio per tutte quelle persone che oggi usufruiscono liberamente di quelle aree; non solo noi cacciatori, ma anche i pescatori, i ciclisti, chi fa trekking, e chiunque desideri muoversi liberamente in campagna alle porte di Grosseto senza dover pagare il biglietto d’ingresso».
«Noi maremmani e uomini liberi siamo stufi di sentirsi prigionieri nella nostra terra! Per non parlare poi dei sicuri problemi che tale progetto comporterebbe. Proprio in questi giorni stiamo assistendo in tutta Europa alle proteste degli agricoltori contro le norme capestro della Comunità Europea e contro un sistema di vincoli e di costi diventati insostenibili. E i nostri agricoltori che diranno? E gli animali selvatici?»
«Senza una fascia di contenimento tra il parco e le aree urbane corriamo il rischio, come successo ad altre città (Roma) di trovarci i cinghiali e i lupi sotto casa. E i proprietari dei cani che usano questi terreni per far correre i loro animali liberamente, dove li porteranno?»
«Insomma noi cacciatori grossetani siamo veramente stufi di essere prigionieri in casa nostra, visto che abbiamo a cura l’ambiente in cui viviamo e in cui esercitiamo la nostra passione, sicuramente più di tanti ambientalisti da salotto che vorrebbero chiudere il mondo dentro un parco e tenerci tutti prigionieri in casa a guardare documentari».
«Invitiamo quindi tutti i cittadini e tutte le associazioni (agricole, sportive, della pesca e del tempo libero) che hanno a cuore la difesa dei diritti dei grossetani ad attivarsi affinché questo progetto sia fermato in tempo e non passi sopra le nostre teste senza che si venga minimamente interpellati».
Rusci: «Percorso di trasparenza, deroga per i cani. Tutto libero, vietata solo la caccia»
Il presidente del Parco, però, spiega che la trasformazione in area protetta non porterà alcun vincolo, se non il divieto dell’attività venatoria: «La caccia nelle aree protette è vietata ovunque e forse non è neppure l’area più indicata». In effetti lì intorno, anche in inverno, ci sono persone che fanno jogging sull’argine.
Il progetto, spiega il presidente, porta soprattutto opportunità.
«Intanto una cosa va chiarita. Non ci sarà da pagare niente per frequentare quei luoghi. Quindi saranno ancora consentiti liberamente la pesca, il trekking, la bicicletta. Anzi, realizzeremo percorsi, cartellonistica, collaborazioni con le scuole che, peraltro, sono a due passi. Si tratta di un parco agricolo unico in Italia, con una biodiversità meravigliosa. Tutta l’area tornerà ad essere fruita dalla città, a nostro avviso è prima di tutto una grande opportunità».
Anche sugli animali selvatici Rusci chiarisce: «Nel Parco da sempre teniamo sotto controllo la fauna selvatica, penso a lupi ed ungulati. Quindi i nostri controlli si allargheranno anche a quell’area. Quindi andiamo solo a migliorare la situazione. Per lo sgambamento dei cani abbiamo previsto una deroga, non cambierà niente, sarà ancora possibile in tutta la golena».
Ponte Tura e la Steccaia, dove è nato tutto
Peraltro rientreranno nel Parco anche la zona della Steccaia e di Ponte Tura, realizzato all’inizio del ‘900 dove esisteva la meravigliosa opera idraulica progettata un secolo prima da Alessandro Manetti e da dove partiva il canale Diversivo.
Il ponte Tura, purtroppo, adesso versa in condizioni di abbandono.
«Si tratta di una delle opere idrauliche esistenti più belle, al tempo era la principale al mondo. E non dimentichiamo che con quelle opere è nata la Maremma che conosciamo adesso. Con una serie di percorsi guidati tutta la zona sarà valorizzata».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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