GROSSETO. Quella sera è rimasta indelebile, era il momento dell’esordio in campo di Leonardo Speroni all’interno di una partita della mini coppa Passalacqua.
Si giocava in notturna, sul sintetico della Nuova Grosseto. Leonardo aveva raggiunto gli spogliatoi della sua squadra, l’Invictasauro, sulla carrozzina a rotelle, parcheggiandola vicino al muro. Era uscito vestito da calciatore, insieme ai compagni si era seduto in panchina.
L’esordio in campo
L’immagine racchiude l’immensità della sua personale lotta contro la genetica, una battaglia semplicemente dura, profonda, senza sconti.
Accanto a Leonardo si erano accomodati tutti i medici dell’ospedale Meyer di Firenze, quelli che lo seguivano con dolcezza e passione, la famiglia, i tantissimi amici accorsi per non perdersi quello che fu catalogato come un reale miracolo.
Il tutto incartato da un’emozione altissima, piena di domande senza risposte, di orizzonti inimmaginabili diventati realtà. Chi scrive ebbe il privilegio di raccontare quel cambio al microfono mentre il silenzio scivolava in ogni angolo dell’impianto. Un istante impossibile da descrivere con le parole, occorre ascoltare il cuore.
Lui, Leonardo, abbracciò mister Papini, scambiò il cinque con il compagno in uscita e, incredibilmente, entrò sul terreno di gioco. Senza carrozzina, senza timori o accenni di perplessità. Era entrato in quel mondo con la potenza della volontà, l’autorità di chi guarda la genetica negli occhi e la sconfigge, la fierezza del suo corpo.
Adesso Leonardo ha 20 anni, la patente, guida la macchina definendosi “un veterano”.
Parla di calcio. «Dopo esperienze con l’Invictasauro, la parentesi col Grosseto – racconta con l’impeto della età – adesso sono arrivato alla Pro Soccer di Castiglione. Adesso mi accompagna il patentino Uefa C ottenuto dal corso seguito a Paganico. Sono state sei settimane interessanti e molto impegnative, ogni giorno le lezioni si svolgevano dalle 18 alle 22,30. Uscivo dal lavoro e raggiungevo Paganico. Sempre col sorriso».
“Colsorrisosivincefacile” da sempre è il motto della famiglia Speroni e non ha bisogno di spiegazioni.
Leonardo: «Sono un fortunato»
Leonardo riprende restando sempre nell’ambito dello sport preferito
«Alla Pro Soccer ho trovato un ambiente luminoso, che mi ha accolto a braccia aperte. Dovrò prima conoscere tutte le formazioni poi sceglierò quella che voglio, diventandone allenatore in seconda. Ho davanti lavoro e responsabilità ma non mi spaventano affatto. Ho fatto tanto per raggiungere questi risultati ma non penso affatto di fermarmi».
«Dove ho trovato la forza e la volontà per toccare questi vertici? Sinceramente non lo so. Molto ha significato la famiglia, poi gli amici spettacolari che ho incontrato, gli ambienti che ho frequentato. Un insieme di cose – continua – è stata una costruzione lenta ma senza riposo, una arrampicata ardua che la vetta ripaga totalmente. Voglio arrivare il più in alto possibile, ci posso riuscire perché mi ritengo fortunato e non penso si debba parlare di miracolo».
Leonardo si è diplomato in sistemi informatici e aziendali all’istituto Fossombroni, lavora in amministrazione di un’importante azienda di Grosseto.
L’ultima curiosità riguarda la carrozzina. «La uso solo quando devo affrontare lunghi percorsi. Per il resto non mi serve».
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Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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