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Il giovanotto di 90 anni che ogni giorno si presenta in ufficio

Sonio Checcacci ha fondato la Fam, azienda che esporta in tutto il mondo e che conta una cinquantina di dipendenti. L’unico cruccio, quello di non aver studiato: «A 9 anni andai a guardare le pecore»
Sonio Checcacci nel suo ufficio

GROSSETO. L’ufficio è semplice, essenziale. Molto rappresentativo: l’istantanea della sua azienda agli albori, biciclette raffigurate o in miniatura, disegni e foto dei nipoti, targhe di riconoscimenti, annotazioni scritte su foglietti gialli appesi uno accanto all’altro.

Alle spalle la foto di Che Guevara. In basso, dietro la scrivania, la macchina del caffè con la scorta di capsule. Perché, quando gli fai visita, Sonio Checcacci ti offre un caffè, sorride, preferisce il tu al lei, rendendo l’incontro piacevole e interessante.

Un giovanotto di 90 anni dalle idee inossidabili

Sonio ha compiuto 90 anni, è l’inventore della Fam (era il 1978), cinquanta dipendenti, che opera a largo raggio: dalle piscine alla divisione inox e legno, serbatoi per acqua e gasolio, trattamento dell’acqua, progettazione e messa in opera di infrastrutture per parchi e giardini.
Per Sonio il passato e il presente si integrano fino a diventare uguali. Questione di nitidi ideali mai venuti meno, di visione del mondo, di valori mai abbandonati. Il lavoro come rinascita e riscatto, in nome di quella libertà persa, inseguita e ritrovata durante il percorso, un viaggio lungo quanto appassionante.

«Nel 1954 ero idraulico, lavoravo come dipendente – ricorda Sonio – erano tempi difficili, duri. Avevo 20 anni, ero provvisto di troppe storie di federali, olio di ricino, una guerra alle spalle, terrore. Si operava molto a Marina, stava nascendo Punta Ala, si arrivava fino a Firenze. C’era lavoro a palate, la miseria stava arretrando. Credendo di essere importante per l’azienda chiesi un aumento. Il titolare rispose con un “mettiti per conto tuo”. Forse bluffava, forse era serio, non l’ho ancora capito. Intuii, invece, che quelle parole potevano rappresentare una svolta, un’opportunità, un nuovo modo di concepire il lavoro. Nel 1962 mi misi in proprio». È l’inizio di un’altra vita, ma Sonio resta uguale, fedele a se stesso, i concetti non si modificano.

Un’azienda che porta Grosseto nel mondo

«L’azienda funzionava, eravamo bravi – prosegue Sonio – si tribolava ma si cresceva, c’era armonia e tanta volontà di andare avanti. Col tempo la vecchia struttura non era più sufficiente, dovevamo trovare una soluzione diversa. L’area che ci piaceva è quella in cui siamo oggi. Con uno sforzo veramente enorme ci siamo insediati dove volevamo. Oggi la Fam esporta in tutto il mondo, gli stadi dell’ultimo mondiale di calcio a Doha istallano i nostri filtri, siamo una bella azienda».

Un solo cruccio per Sonio: «Quello di non aver potuto studiare, a 9 anni andai a guardare le pecore».

Sonio tutti i giorni entra nel suo ufficio, saluta tutti, sorride a tutti, parla con tutti. Non mancano gesti che sottolineano il carattere di un uomo rimasto ancorato al bambino che fu. Piccoli omaggi alle donne, un giubbotto a un impiegato perché «gli piaceva» spiega. Quest’uomo, fuori dal suo capolavoro, è un vulcano in attività: «Mi piace la caccia, sono andato in Lapponia, Estonia e in tanti altri posti». Andato significa guidare ore e ore in compagnia di un coetaneo. La bicicletta è l’altro amore a cui non rinuncia. «È un’amica fedele» spiega Sonio.
Per tutto questo l’intera Fam, compresi i dipendenti in pensione, chi nel frattempo ha cambiato lavoro, ha festeggiato Sonio per i suoi, splendidi, giovani 90 anni.

Autore

  • Giancarlo Mallarini

    Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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