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Il Gambero Rosso e la Maremma. Prodotti e vino traino del turismo

Parla Roberto Bernabò, direttore dello sviluppo digitale del gruppo Class Editori, che edita le guide dei ristoranti e del vino: «Così la Maremma può crescere»
L'enogastronomia può essere un grande traino per il turismo in Maremma
L’enogastronomia può essere un grande traino per il turismo in Maremma

GROSSETO. L’enogastronomia è un traino per il turismo. È un’esperienza, che nasce prima del viaggio, si concretizza nel periodo del soggiorno, ma ha anche un seguito, con recensioni e commenti, grazie all’esplosione del digitale nel settore.

E la Maremma ha tutto, o forse avrebbe, per trasformare l’enogastronomia del territorio, che è particolare, riconoscibile e spesso anche di alta qualità, in un fantastico veicolo promozionale, oltre che in vero business per le aziende del settore.

Ma serve uno scatto in avanti nel mondo digitale, servono innovazione e formazione per dare una nuova dimensione all’offerta, serve coordinamento. Quello che in tanti casi manca in Maremma.

Ne è convinto Roberto Bernabò, intervenuto al convegno organizzato da MaremmaOggiMaremma 2030, il futuro del turismo” lo scorso 21 ottobre alla sala Eden.

Il suo è un punto di osservazione privilegiato.

Roberto Bernabò, toscano di Pietrasanta, per tanti anni direttore del quotidiano Il Tirreno, poi direttore del settore web del Sole 24 Ore, è adesso chief digital development manager, in sostanza direttore dello sviluppo digitale, del gruppo Class Editori

Roberto Bernabò
Roberto Bernabò

Class Editori infatti, fra le tante testate che edita (fra le altre il quotidiano Milano Finanza e periodici come Capital e Gentleman), ha il Gambero Rosso, il primo gruppo editoriale multimediale enogastronomico in Italia, che trasmette su un canale Sky (133 e 415) e pubblica le guide più autorevoli dei ristoranti e del vino.

Peraltro il fondatore di Class Editori è quel Paolo Panerai che è proprietario dell’azienda vinicola Domini Castellare di Castellina, nel Chianti, gruppo che possiede, insieme al barone Eric de Rothschild, responsabile delle tenute dei Baroni de Rothschild (tra cui Châteaux Lafite e L’Evangile), anche Rocca di Frassinello a Gavorrano, la cantina progettata da Renzo Piano.

Bernabò: «Enogastronomia chiave di attrazione. Ma serve un passo avanti nel digitale»

Bernabò, avete nel vostro gruppo la testata Gambero Rosso. Il turismo è legato molto all’enogastronomia

«Il turismo enogastronomico vale almeno 5 miliardi di euro in Italia, anche se le stime sono diverse. Come Class Editori è un mondo che seguiamo con grande attenzione. Il Gambero Rosso con la guida dei tre bicchieri e la guida dei ristoranti, ma soprattutto con tutto il fenomeno vino, ci mostra quanto il settore sia una delle chiavi di interesse e di attrazione dell’Italia. Basta vedere quanto successo hanno le wine experiences che il Gambero Rosso fa in tutto il mondo portando i produttori a farsi conoscere».

E queste esperienze vanno sul digitale.

«Come gruppo stiamo lavorando alla digitalizzazione di tutta l’esperienza informativa per offrire sia sul mercato nazionale e internazionale contenuti sempre più interessanti e approfonditi, che poi sono quello che le persone vanno cercando».

I trend di Google sono chiari. Chi cerca “Maremma” in rete, cerca anche “vino” e “ristorazione”. Ma non sempre riusciamo a sfruttare questa tendenza.

«Intanto serve consapevolezza fino in fondo del valore di questa industria. Non sempre ci rendiamo conto di quanto produca. Penso a una grande chef come Valeria Piccini di Caino, ma non solo. Intorno a personaggi come lei si crea un sistema economico. I ristoranti possono essere aggregatori di economie, dalla lavanderia ai produttori di formaggi e salumi, di olio e di vino. Quindi bisogna partire dai punti di forza che abbiamo sul territorio per valorizzare tutto il sistema e tutta l’offerta».

Portare chi vive le esperienze dalla cantina e dal ristorante al territorio

Per questo c’è da crescere sul piano digitale.

«Esatto. L’enogastronomia è un patrimonio fatto di elementi tangibili, ma è fatta anche di tanti prodotti che sono intangibili, penso a competenze, conoscenze, valori, storie. Prodotti che vanno resi evidenti, raccontati, creando storytelling. Per fare in modo che le esperienze che le persone vengono a vivere li porti dal ristorante e dalla cantina al territorio, nella consapevolezza che dietro a un piatto c’è un luogo, carico di storia e di significati. Sul digitale, in Maremma, c’è ancora molto da fare, seguendo quelli che sono i trend del momento».

Cosa serve?

«Serve essere maggiormente presenti sulle piattaforme dove le persone stanno, si incontrano, discutono, passano parte della loro vita. Vanno elaborati contenuti che rispondano ai nuovi modi di fruizione dell’informazione da parte della gente».

Quindi contenuti che consentano a chi fa un’esperienza in Maremma di commentarla e discuterla dopo il ritorno a casa. In modo da dare “feedback” positivi che poi sono il primo traino per altri che quell’esperienza ancora non l’hanno vissuta.

«Va fatto un passo avanti in questo senso, senza dubbio. Faccio un solo esempio. Nel periodo del Covid abbiamo scoperto il Qr Code per leggere il menu. Adesso aprire quel “pdf” è un’esperienza frustrante, perché spesso sono illeggibili e scomodi da mobile, ed è comunque un’esperienza povera di contenuti».

«E invece pensiamo a quale ricchezza potrebbe avere un menu che parta comunque dal Qr Code, ma che apra un racconto dei piatti, dei prodotti, del territorio. E che magari dia la possibilità di riconnettersi con gli utenti, consenta loro di dare dei feedback o magari condividere i contenuti con altri. Serve però che il singolo operatore venga aiutato dal sistema, da chi si occupa a livello locale di turismo, a padroneggiare gli strumenti digitali. Sono tanti quelli che ancora li usano poco e male».

Frammentarsi è un errore

Anche in questo servirebbe una regia unica.

«Assolutamente sì. Noi che veniamo dal mondo dei media sappiamo bene che la frammentazione, in un mondo dominato dalle grandi piattaforme che impongono modelli, linguaggi, sistemi di fruizione, non porta a nulla. O ti adegui o non hai prospettive. Serve una centralità delle decisioni, all’interno della quale ognuno si differenzi con la propria creatività, il proprio prodotto e la propria storia. Frammentarsi aumenta i costi e diminuisce l’efficacia».

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Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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