GROSSETO. È nel cuore della città, nella centralissima via Saffi. Ma è come se non facesse parte del tessuto cittadino. Eppure è un luogo abitato, un posto dove sono costretti a vivere una venticinquina di uomini. Arrestati che vengono poi subito scarcerati, detenuti che devono restare in cella in attesa di processo, persone che in un modo o in un altro devono pagare il loro debito con la giustizia. E che, varcata la soglia del grande portone di legno, è come se – agli occhi della società – scomparissero nel nulla. Come se diventassero invisibili.
Eppure, ad occuparsi di loro c’è una direttrice, Maria Teresa Iuliano e un comandante della polizia penitenziaria, Marco Gabbrini, che negli anni stanno cercando di coinvolgere i detenuti in vari progetti. Quello per diventare bibliotecari, insieme alla Rete delle biblioteche Grobac e quelli messi a punto insieme a Cna. Uno per potini, già concluso, e uno per panificatori, che comincerà presto.
Prima di Natale, al carcere di Grosseto è arrivato anche un furgone con qualche dono per i detenuti.
Ping pong e biliardino in carcere
Passa più lentamente il tempo, quando una persona perde la propria libertà. E soprattutto, passa anche la voglia di socializzare, di parlare, di condividere esperienze. Di creare rapporti. Rischiando di uscire senza che il tempo trascorso cella sia servito per innescare, se non un cambiamento, almeno un minimo di valutazione della propria vita.
Per questo quando Fabio Tavarelli, presidente di Blue Factor, la società di intermediazione finanziaria che ha sede a Castiglione della Pescaia, ha contattato la direttrice del carcere per sapere se sarebbe stata contenta di ricevere della strumentazione in dono, la dottoressa Iuliano ha detto sì. Chiedendo se fosse possibile avere televisori lcd per le celle e una macchina per il caffè al servizio degli agenti della polizia penitenziaria. Ma anche un tavolo da ping pong e un biliardino da utilizzare durante l’ora d’aria, quando i detenuti si trovano nella stanza comune.
Attrezzature che l’istituto penitenziario aveva già ma che si sono deteriorate nel corso del tempo.
Tavarelli: «Un modo per sostenere il nostro territorio»
Blue Factor, 22 dipendenti, più 10 nella controllata Blue Service, ha sede a Castiglione della Pescaia e impiega personale interamente della zona. I soci principali sono l’avvocato Fabio Tavarelli, castiglionese, principale azionista, la Fratelli Puri Negri Sapa (Carlo Puri Negri è presidente anche di Sacra, a Capalbio) e la famiglia Gori di Prato.
Da sempre la società è sponsor della società di hockey giovanile a Castiglione della Pescaia e ogni anno cerca di sostenere le associazioni del territorio.
«Quest’anno la scelta è ricaduta sul carcere di Grosseto – dice Fabio Tavarelli – per dare un segno di vicinanza alle persone che per vari motivi devono vivere per un periodo in una cella. Ho trovato una grandissima disponibilità e anche tanta sensibilità da parte della direttrice Iuliano, che ha accolto il nostro piccolo dono».
Un dono che è arrivato in carcere prima di Natale e che sta tuttora permettendo ai detenuti di trascorrere qualche ora più serena.
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