GROSSETO. Via libera dal Consiglio di Stato a via Almirante, nella lottizzazione del Borgo Novo di Benelli. I giudici romani hanno bocciato il ricorso straordinario al presidente della Repubblica presentato da Sabrina Ciaffarafà, del comitato regionale del Partito Comunista.

Esulta il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

«Non ci sono motivi per ritenere illegittima l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante – scrive il sindaco sulla sua pagina Faceboolìk -: lo ha stabilito il Consiglio di Stato riguardo un ricorso straordinario al presidente della Repubblica che era stato avanzato a tal riguardo. Chi chiedeva l’annullamento della nostra scelta ha dunque avuto torto: è il Comune l’esclusivo titolare delle decisioni sul nome delle vie. È tutto il percorso intrapreso è stato assolutamente corretto. Abbiamo sempre agito con buonsenso e nel rispetto delle regole. Game over».

Via Almirante, tutti gli atti

Si chiedeva quindi che venissero annullate

• la delibera n. 66/2023 della giunta comunale del Comune di Grosseto avente ad oggetto l’approvazione del verbale della Commissione toponomastica del 30.1.2023, nella parte in cui approva la denominazione di una strada all’On. Giorgio Almirante;
• il verbale della commissione toponomastica del Comune del 30.1.2023 richiamato dalla delibera G.C. n. 66/2023;
• la delibera del consiglio comunale n. 59 del 25.5.2023, concernente l’approvazione a maggioranza della volontà espressa con il suddetto atto dall’organo esecutivo dell’Ente;
• la delibera del consiglio comunale n. 70 del 16.4.2018 di approvazione di una mozione finalizzata all’intitolazione di una strada all’On. Giorgio Almirante;
• la circolare n. 82 del 23.6.2023 del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’interno avente ad oggetto “Toponomastica. Attribuzione delle denominazioni a piazze o strade”.

Perché il ricorso è stato respinto

I giudici hanno respinto il ricorso per vari motivi.

• «Da una lettura sistematica del quadro normativo vigente si desume che il Comune è l’esclusivo titolare della funzione amministrativa di toponomastica, mentre il Prefetto è chiamato a rilasciare o meno l’autorizzazione basandosi su ragioni di tutela dell’ordine pubblico o esigenze di regolarità anagrafica.
• Ne segue che il corretto procedimento per l’intitolazione di nuove strade si articola in due fasi, la prima delle quali consta della delibera di giunta comunale e, la seconda, del nulla osta del Prefetto. Di guisa che, in assenza di una preventiva deliberazione di giunta non vi sarebbe alcuna ipotesi di intitolazione da sottoporre al vaglio prefettizio.
• È infondata la censura rivolta alla circolare ministeriale n.82 del 23.6.2023, ritenuta adottata in contrasto con la legge n. 1188/1927 e con l’art. 97 della Costituzione. Essa è una circolare interpretativa destinata a garantire un’uniforme applicazione delle norme che ripartiscono le competenze tra Prefetture e Comuni in ordine alla toponomastica stradale, mantenendo in capo al Prefetto non soltanto l’ “esercizio meramente tecnico di verifica dell’esattezza anagrafica dei dati, dell’assenza di duplicazioni e dell’esclusione delle valutazioni di carattere storico dell’intitolazione”, secondo l’assunto di parte ricorrente, ma anche l’esercizio di un più ampio potere valutativo discrezionale sotto il profilo delle condizioni afferenti l’ordine pubblico, nel caso di specie ben esercitato dal Prefetto di Grosseto».