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I vini Montecucco crescono sul mercato

A fare da traino, la qualità e la produzione sostenibile, ma pesano i timori per i cambiamenti climatici. L’appello del Consorzio di tutela alle istituzioni per velocizzare la realizzazione di invasi idrici
Un vigneto della Doc Montecucco
Un vigneto della Doc Montecucco

CINIGIANO. Il nuovo anno inizia nel migliore dei modi per i vini della denominazione Montecucco, lanciata da una crescita del 35% che la piazza tra le più performanti della Toscana. Il dato arriva dal report statistico sulle principali denominazioni vitivinicole toscane realizzato  dell’associazione vini toscani Dop e Igt (A.vi.to.), che evidenzia un andamento degli imbottigliati da record per la piccola denominazione amiatina sul 2021.

Cresce la domanda del vino biologico e prodotto in maniera sostenibile

L’anno appena concluso ha dovuto fare i conti con un quadro generale di grande incertezza e difficoltà per il settore vinicolo – e non solo – ma che ha confermato la direzione già ben delineatasi a fine 2020, rispetto ai “nuovi” trend di consumo a livello internazionale. Ovvero:

  • l’incremento delle vendite del prodotto ricercato, di fascia media e medio-alta, in sfavore dei vini cosiddetti comuni
  • la sostenibilità, dato che i consumatori sono sempre più attenti alla tutela dell’ambiente, sia nella coltivazione che nella produzione, orientati alla scelta di prodotti di qualità certificata.

L’85% del Montecucco è bio

«Se nicchia e sostenibilità si confermano come leitmotiv del mercato vinicolo, il Montecucco si fa largo in questa consolidata dimensione della domanda internazionale. Lo dimostra la straordinaria crescita di imbottigliato osservata a chiusura del 2022, che ci colloca al primo posto del podio delle denominazioni toscane», è il commento di Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio tutela vini Montecucco.

Giovan Battista Basile
Giovan Battista Basile

La Doc Montecucco, con 68 aziende e 500 ettari rivendicati (su circa 800 potenziali) nei comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, vanta l’85% di produzione biologica.

«Il mercato è in cerca di prodotti bio-certificati, di qualità e affidabili- riprende Basile – valori legati a doppio filo alla nostra denominazione, garantiti dal Consorzio di tutela e costantemente promossi a livello internazionale. Ma al di là della sostenibilità, il nostro è un Sangiovese estremamente distinguibile, prodotto da piccole o medie aziende a conduzione familiare, che negli anni sono state capaci di interpretare la peculiare identità del territorio. Insomma, un gioiello unico nel suo genere». 

Il giudizio positivo della prestigiosa rivista Forbes

«Esattamente un anno fa – riprende Basile – il Montecucco era stato segnalato tra le denominazioni internazionali da non perdere nel 2022, all’interno di una piccola classifica di vini internazionali stilata dalla celebre rivista statunitense Forbes. È stato un inizio d’anno decisamente positivo per la nostra denominazione, che non ha disatteso le nostre aspettative».

Il pericolo siccità e la richiesta di interventi urgenti

Le buone notizie sul fronte degli andamenti non allentano, tuttavia, la preoccupazione del Consorzio del Montecucco sull’emergenza climatica e i recenti dei devastanti incendi che hanno colpito l’area di Cinigiano la scorsa estate.

«Di fronte a calamità di questa portata diventa più che mai necessario riaprire un dibattito che negli ultimi interessa il settore agricolo non solo toscano. Bisogna velocizzare la semplificazione delle procedure per la realizzazione di invasi a contrasto dell’emergenza idrica provocata dai cambiamenti climatici. La comunità internazionale dovrebbe dare assoluta priorità alle azioni necessarie per contenere l’innalzamento della temperatura globale e contrastarne gli effetti negativi a danno dell’ambiente e delle produzioni», conclude Basile, appoggiato dal CdA del Consorzio di tutela Montecucco. 

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