GROSSETO. Tra i 60 e i 90 battiti al minuto. È la frequenza cardiaca normale, quella che non trova spazio nella canzone portata da Fedez a Sanremo.
Dove il “Battito”, che dà il titolo al brano, è quello dei respiri corti, che aumenta, il battito accelerato. Frequenza che dipende da tantissime cose: dallo sforzo per una corsa, dal batticuore per lo sguardo di un innamorato, dalla paura o dall’adrenalina di un salto nel vuoto. Letteralmente o metaforicamente.
Ma quando il battito accelera o diminuisce troppo o troppo spesso, ecco che non è il caso di restare con le mani in mano ad aspettare che passi ma bisogna rivolgersi allo specialista. Non a quello dei cuori infranti, ma al cardiologo. Meglio ancora se specializzato in elettrofisiologia.
Elettrofisiologia: l’avanguardia al Misericordia
Al Misericordia di Grosseto, dove la Cardiologia guidata dal primario Ugo Limbruno è un fiore all’occhiello della sanità grossetana, c’è un’equipe che si occupa proprio di elettrofisiologia. Il responsabile è il dottor Gennaro Miracapillo, che lavora con un team di specialisti: i cardiologi Luigi Addonisio, Francesco De Sensi e Paolo Orselli.
«Siamo gli elettricisti del cuore – dice Paolo Orselli – Io sono fiero di far parte di questa equipe. Sono arrivato da Siena, dopo la specializzazione, con la voglia di cimentarmi nell’elettrofisiologia. Sono grato a Limbruno, che mi ha dato questa possibilità. Qui mi hanno accolto tutti e mi hanno insegnato, come si fa con uno “scugnizzo” scappato di casa. Mi hanno reso in grado di fare cose straordinarie. Se ho imparato quello che so oggi, devo ringraziare i miei colleghi certo, ma anche e soprattutto i tecnici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari. Senza queste figure, noi non saremmo niente». Orselli, la tesi di laurea l’aveva fatta in neurologia. «La materia più bella», dice. Poi però, quando è arrivato il momento della specializzazione, ha seguito il cuore. «Possiamo davvero salvare la vita alle persone – dice – E questa per noi è la soddisfazione più grande».
Lo studio del battito nel nome di Marco Breschi
C’è una sala, all’ospedale di Grosseto, nel reparto di Cardiologia, intitolata a Marco Breschi, il medico prematuramente scomparso nel 2021. «Io purtroppo ho potuto lavorare con lui solo per pochi anni – dice Orselli – Mi massacrava, in senso affettuoso, con quel piglio tipico maremmano. Aveva sempre un atteggiamento costruttivo e incantava tutti con la sua ironia unica. Mi sono ritrovato al suo posto e ne sono onorato, anche se avrei voluto averlo ancora accanto».
Di origini napoletane, Orselli è nato in provincia di Caserta, si è laureato all’Università di Napoli e si è specializzato a Siena. Poi, è arrivato a Grosseto. «Qui ho imparato tutto quello che so – dice – e mi hanno insegnato a curare tutto ciò che riguarda il disturbo elettrico cardiaco e i sistemi per “aggiustarlo”. Siamo molto ferrati nel management della fibrillazione atriale, un disturbo che riguarda il 4% della popolazione mondiale. A Grosseto, siamo gli unici a chiudere l’auricola sinistra, in modo tale da spegnere la discoteca di luci stroboscopiche che si accende nel cuore di chi ha problemi di fibrillazione».
Un disturbo che può portare anche a conseguenze devastanti, come l’ictus.
Più di 1.600 pazienti monitorati in diretta
Non c’è solo la capacità dell’equipe di elettrofisiologia di “aggiustare” il cuore di chi ha problemi di cardiofrequenza. C’è anche un sistema innovativo unico di telemonitoraggio per il controllo di pacemaker e defibrillatori. «Sono 1600 i pazienti sparsi in tutta la provincia di Grosseto, altri li seguiamo a Piombino e nella provincia di Livorno – spiega il “cardiologo elettricista” – I pazienti ai quali è stato impiantato un pacemaker o un defibrillatore, hanno una specie di piccolo modem in casa che manda i dati direttamente al nostro reparto». Al Misericordia c’è infatti un sito che viene controllato in tempo reale da una persona che monitora gli allarmi.
Se l’apparecchio registra un’aritmia, l’allarme suona e i medici possono intervenire in tempo reale. «Inoltre, il sistema è in grado di calcolare un algoritmo di previsione dello scompenso cardiaco – dice il dottor Orselli – e in questo modo possiamo intervenire immediatamente, aggiustare la terapia o decidere altre strade». È grazie a una borsa di studio, intitolata al dottor Marco Breschi, che il reparto si è potuto dotare di un tecnico di elettrofisiologia.
L’ablazione per mettere a posto quei battiti di troppo
Ma cosa si può fare quando il cuore batte, spesso, all’impazzata (e non per questioni sentimentali)?. Una delle soluzioni in medicina è l‘ablazione della fibrillazione, una procedura mini invasiva alla quale vengono sottoposti i pazienti che soffrono di fibrillazione atriale. «L’ablazione viene proposta quando la fibrillazione provoca sintomi – spiega il dottor Paolo Orselli – ma recentemente è stata utilizzata anche per le persone che soffrono di fibrillazione ma che sono asintomatiche. Chiaramente, mantenere il ritmo sinusoidale fa bene a tutti: recenti studi hanno fatto messo in luce che certe forme di demenza, non quelle Alzheimer correlate, possono sono più presenti nei pazienti che soffrono di fibrillazioni».
La Cardiologia dell’ospedale di Grosseto, anche in questo, è all’avanguardia. Perché le alterazioni della cardiofrequenza sono purtroppo diffusissime nella popolazione. E soprattutto, sono democratiche. «La paziente più giovane che abbiamo trattato con l’ablazione – ricorda il medico – era una donna di 33 anni incinta. Problemi come le miopatie o le canalopatie possono generare fibrillazioni. Che possono però dipendere anche da fattori esogeni, come lo stress. Più una persona è giovane ed ha un atrio sano, e più facile è sistemare il problema con le tecniche che abbiamo a disposizione». Tecniche destinate ad essere sempre più all’avanguardia all’ospedale Misericordia di Grosseto.
«Il futuro sarà l’elettroporazione – dice ancora Orselli – In Toscana non ci sono altri centri dove verrà utilizzata questa metodologia che permette di intervenire in soli 20 minuti». Un intervento veloce ed efficace. «Che non lascia complicanze impattanti – dice ancora il cardiologo – È una tecnica sicura, sdoganata. È più sicura che risolutiva».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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