GROSSETO. Parlavano al telefono senza porsi il problema che i carabinieri li stessero ascoltando. Cercavano contatti, anche all’estero, per vendere la refurtiva e si vantavano di aver messo su «una squadra fantastica». Era l’11 gennaio quando Ilie Ilulian Cirlan, 42 anni di origini romene ma residente ai Quattro Poderi, difeso dall’avvocata Francesca Carnicelli, chiama una donna in Belgio, chiedendole di indicargli “alcuni lavori buoni”, dove potevano trovare molti soldi e promettendole una parte. Che facesse riferimento ai furti, i carabinieri lo hanno dedotto dal fatto che poco dopo l’uomo aveva fatto riferimento alle casseforti.
Rubavano auto per mettere a segno furti
Viaggiavano a bordo di un’Audi A4 ma all’occorrenza rubavano auto per mettere a segno i furti e tentare così di non farsi beccare. Un anno di indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni De Marco che si sono concluse venerdì 29 aprile con la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci nei confronti di otto persone accusate di far parte di una banda che metteva a segno colpi soprattutto negli uffici postali e nelle aziende, non solo del Grossetano, ma anche del Senese e del Livornese.
Sono stati proprio i due furti ai danni degli uffici postali di Boccheggiano e di Giuncarico, attribuiti a Florin Dodoloi e Ilie Iulian Cirlie, a far scattare le indagini: loro sarebbero stati le menti della banda, alla quale si sarebbero poi aggiunti gli altri uomini raggiunti dall’ordinanza, con un ruolo di gregari. Si sarebbero occupati infatti della ricettazione della refurtiva, soprattutto.
Negli episodi contestati, inoltre, emerge in modo chiaro anche la “tecnica” utilizzata per mettere a segno i furti. Il gruppo, molto ben organizzato, pianificava in maniera precisa i propri obiettivi e per i colpi si servivano esclusivamente di auto rubate a cui venivano sostituite le targhe – anche queste sottratte ad altri veicoli – per rendere più complicata la ricostruzione in fase di indagine.
Indossavano guanti e si travestivano per eludere eventuali telecamere. Alcune volte, queste sono state rese inservibili tramite vernice spray, che costituiva parte del loro “kit di lavoro”. La banda agiva sempre di notte, selezionando ditte, capannoni ed altre attività simili.
Il tutto giustifica la varietà tipologica della refurtiva cui maggiormente miravano: attrezzi da lavoro, rame e altri metalli, gasolio per motori, ma anche generi alimentari fino ad arrivare ai contanti. Menzione a parte meritano invece i casi in cui la banda avrebbe rubato, in diverse circostanze, motori marini. Nella misura, il GIP richiama infatti diversi casi di furto di numerosi motori da cantieri navali e rimessaggi con sede a Scarlino e nella provincia di Livorno: nove finora i motori marini rubati, dal valore commerciale molto alto, e pertanto particolarmente appetibile anche per la facilità con cui tali beni vanno a finire nei circuiti della ricettazione. Reato questo, che è stato contestato a Costel Andrei e a Ionel Sorin Bocboc: sarebbero stati loro ad aver acquistato motori marini per rivenderli all’estero: il valore superva in questo caso i 200.000 euro. I carabinieri sono riusciti a recuperare 9 motori rubati, poi riconsegnati ai proprietari.
Tra i casi accertati, i carabinieri hanno anche scoperto che gli autori del colpo alla concessionaria Brandini a Grosseto, dove era stata tagliata la cassaforte e rubato circa 3000 euro in contanti, era stata opera della stessa banda.
Cancelli forzati, vetrate spaccate e casseforti tagliate: dietro a ogni colpo, restava una lunga scia di danni.
Che si trattasse di una banda organizzata lo sottolinea anche il giudice Compagnucci nell’ordinanza di custodia cautelare: dopo i colpi alle poste di Boccheggiano e Giuncarico, Scarlino, Prata e Alberese. Fondamentali alle indagini sono state poi le riprese delle telecamere di videosorveglianza del Comune, che hanno ripreso i vari passaggi delle auto utilizzate dalla banda ma anche le segnalazioni del Gruppo del controllo di vicinato Quattro poderi, che hanno più volte segnalato i movimenti che notavano nella zona.
Durante il blitz di questa mattina, i carabinieri hanno sequestrato diverso materiale: decine di attrezzi da lavoro (flessibili, trapani, demolitori), una pistola con munizioni a salve, 15 quadri con autentica per i quali è stato interessato anche il nucleo carabinieri tutela del patrimonio culturale di Firenze e circa 2400 litri di gasolio, e 4000 euro in contanti.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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