ROCCASTRADA. La disputa sulla chiusura della strada sterrata che dal ponte sul fiume Farma, all’altezza del km 33 sulla strada provinciale 157 che da Roccastrada porta a Monticiano, non si placa e dopo aver raccolto le testimonianze dei sindaci dei comuni limitrofi, Francesco Limatola e Alessio Serragli, a contattarci, per esprimere il proprio punto di vista è proprio il protagonista della vicenda.
Il proprietario del bosco dove passa una porzione di strada sterrata che conduce ai Canaloni del Farma racconta di aver acquistato il terreno nel 2021, rinunciando a comprarsi la macchina nuova, per salvarlo dal taglio boschivo a cui era destinato e «di mia invenzione – puntualizza – ho nominato il terreno riserva naturale privata per impedirne la caccia. Come tante persone, infatti, da tempo sto comprando boschi per preservarne la naturalità contro i tagli boschivi. Ho investito in biodiversità, realizzando un fondo chiuso a norma di legge ma solo con staccionate perfettamente permeabili, utilizzando legna secca raccolta nel bosco, in accordo con la Regione Toscana».
I documenti: «La strada è privata»
La strada che porta ai canaloni, quindi, è privata. E il proprietario, a parte le staccionate in legno e il cartello con il divieto, non ha messo altro. «La foto apparsa in un primo momento sul vostro giornale che mostra una fettuccia che chiude la strada dietro al cartello non descrive com’è realmente la situazione – spiega – Il nastro, infatti, è stato messo dai carabinieri forestali per sequestrare una strada abusiva fatta da una ditta che lavorava sulla rete elettrica».
«La strada in questione non ha sbarre, ma è privata, non è vero che è pubblica – continua – e non mi oppongo a chi ha un titolo per attraversare, come i proprietari di fondi vicini, oppure i lavoratori del bosco, chi attraversa a piedi o in bici: io non ci voglio le folle di turisti che compromettono la qualità ambientale».
Troppi turisti indisciplinati
Nel mirino dell’uomo, quindi, non finiscono i lavoratori dei boschi, i proprietari di fondi confinanti o gli stessi abitanti dei piccoli borghi circostanti: il passaggio lui lo vuole impedire alle fronde di turisti, abituali e occasionali, che non abitano nella zona, che però, a detta sua, con irruenza e poca educazione, invadono le acque del fiume Farma.
«Recentemente nel mio bosco che si trova a ridosso del fiume è stato utilizzato per organizzarci un vero e proprio rave party, con auto, camper, fuochi, musica ad alto volume e consumo di stupefacenti – racconta – e la Farma non è un luogo dove fare bisboccia: si deve averne rispetto».
Un angolo di paradiso nella macchia. È questa la zona del Farma per l’uomo, che, per garantirne la tutela, si sta sostituendo (per quello che può) ai Comuni. «Questa è una strada a fondo chiuso, anche pericolosa e io non voglio che sia sovraccaricata di persone – continua l’uomo – Quel luogo dovrebbe essere tutelato dai Comuni, ma mi tocca sostituirmi a loro. Il passaggio non è chiuso: se hai diritto passi, se non hai diritto io mi riservo di querelarti».
L’amore per i luoghi dell’infanzia
È un amore che viene da lontano, quello che lega l’uomo a quella zona boschiva. «La strada dei Canaloni che passa sulla mia terra è privata, e questo risulta chiaramente dai documenti fondiari e dalle carte catastali. L’ha costruita anche mio nonno con tutti i proprietari dei fondi latistanti – dice ancora – Il sindaco di Monticiano, dichiarando che è pubblica, esercita un puro atto di arbitrio che non ha nulla di legittimo. Tra l’altro tra me ed il Comune è da tempo in atto una dialettica che non è stata scevra di colpi bassi, che io ho denunciato alle competenti autorità, ma la popolazione locale è sostanzialmente dalla mia parte. Ho parlato con i cacciatori locali, con gli usi civici, con la Pro loco, con i proprietari dei fondi latistanti, con gli esercizi commerciali, con le guide ambientali, e tutti sono d’accordo con me o, quantomeno, capiscono le mie ragioni. Io sono solo ostaggio di una minoranza rumorosa di maleducati che vogliono usare la Farma per fare bisboccia».
Un esempio, quello dell’uomo, che è stato apprezzato a livello nazionale da una grande quantità di persone che hanno scelto di dedicare parte dei loro risparmi per comprare un bosco e salvarlo dai tagli violenti. «La Valle della Farma, di riconosciuto interesse naturalistico – dice ancora – è una zona martoriata dai tagli a raso, che hanno rovinato il bosco anche lungo la strada dei Canaloni, facendone una pista distrutta dalle ruote dei trattori e esposta al sole, quando prima era uno dei pochi luoghi freschi e ombrosi dove si poteva fare escursione anche in estate. Tutti tagli legali, per carità, ma a mio parere deleteri per l’ambiente ed il paesaggio».
Un ecosistema delicato preso d’assalto dai turisti
Un ecosistema delicato che, dopo l’avvento dei social, è letteralmente preso d’assalto da turisti improvvisati. «Per loro, è solo un luogo da fruttare e svendere al turismo squalificante, al pari di un parco giochi – dice riferendosi agli enti – Io sono contrario al passaggio in auto di questa gran massa di persone inconsapevole delle buone maniere ambientali e dei rischi che si corrono a trattare così un territorio. Tra l’altro, basterebbe parcheggiare l’auto a Torniella o Scalvaia e scendere alla Farma a piedi, lungo le antiche vie che ho ripristinato, impiegando poche decine di minuti in più. In questo modo si rivitalizzerebbero questi borghi, specialmente Scalvaia, che sta morendo. Invece si preferisce mandare direttamente le auto alla Farma, a consumare territorio, a creare rischio e lasciare rifiuti».
Il patto con l’ex sindaco e il progetto del parcheggio
L’uomo, con il precedente sindaco di Monticiano aveva fatto un accordo, prima ancora che il bosco fosse acquistato dall’uomo. Il Comune avrebbe disposto la chiusura alle auto per luglio ed agosto, periodo tra l’altro di grave pericolosità per gli incendi boschivi, e lui avrebbe ripristinato le antiche vie leopoldine del territorio, tra Scalvaia e Torniella.
«Il neoeletto sindaco però – dice – che allora era assessore e che aveva avuto l’incarico di collaborare con me, ad un certo punto ha fatto un improvviso voltafaccia. Non so perché, ma sembra che voglia realizzare un parcheggio di auto in mezzo al bosco alla fine della strada. Ovviamente a questo progetto anacronistico e distruttivo di un ambiente tutelato per trasformarlo in uno stabilimento balneare, io mi oppongo con tutte le forze, e non passeranno dalla mia strada. La situazione attuale è colpa anche sua, perché io ho solo chiesto che fosse lealmente onorato il debito contratto con me dal suo predecessore».
A piedi e in bici fino ai canaloni
Sono meno, le auto che arrivano fino ai canaloni e sono invece aumentati, da quando è stato aperto il sentiero ripulito dall’uomo, gli escursionisti che raggiungono quell’angolo di paradiso a piedi.
«Pretendo solo che il mio bosco sulle rive della Farma sia frequentato da persone educate, e per questo ho lasciato una email cui basta scrivere per essere autorizzati, impegnandosi a rispettare e a far rispettare i luoghi – dice – Tante persone mi hanno già scritto, ed io autorizzo sia l’occupazione del mio bosco, sia il parcheggio che il transito nella mia strada, anche se consiglio a tutti di andare a piedi».
«Sono in contatto con molte guide ambientali che sarebbero contente se potessero portare gente ai Canaloni senza che i loro clienti debbano respirare la polvere sollevata dalle auto. Credo tra l’atro che possano manifestare pubblicamente lo stesso sostegno che mi hanno manifestato in privato. Tra loro c’è anche il figlio di una nota politica locale. Tra l’altro ne ho anche discusso con assessori e consiglieri comunali di Roccastrada, e credo che anche il sindaco di quel paese, se ben informato e consigliato, possa rivedere le sue posizioni e capire che lo faccio anche per il suo territorio».
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