MASSA MARITTIMA. C’era stato un gran trambusto il 21 ottobre 2021 nel podere dove abitano Giuliano Aronne e la madre Graziella Vanni a Valpiana. I carabinieri del nucleo forestale insieme ai colleghi di Massa Marittima erano intervenuti per permettere agli operai del Comune le operazioni di demolizione di un annesso abusivo.
Demolizione che era stata ordinata dall’amministrazione comunale. La reazione di madre e figlio, però, non era stata “pacifica”. L’anziana e il figlio avevano cercato di opporsi. La donna aveva anche minacciato i carabinieri brandendo un’ascia. Tanto che i militari li avevano dovuti arrestare entrambi. Da quel procedimento, però, ne era nato un altro. Perché il giorno in cui Aronne, 46 anni, si trovò di fronte alla giudice Ludovica Monachesi, per l’interrogatorio di garanzia, raccontò di aver visto sua madre con il sangue sul volto e un militare che le teneva un braccio. Braccio – specificò – al quale era stata inserita una vena artificiale per la dialisi. Per questo, raccontò alla giudice, disse più volte al carabiniere forestale di lasciare il braccio dell’anziana, per evitare che si danneggiasse.
A processo per calunnia
Parole, quelle di Arone, che furono interpretate come un’accusa: quella di aver procurato lesioni durante l’intervento a madre e figlio che, per essere ammanettato, fu messo a terra.
Ma quelle presunte lesioni, l’agricoltore 46enne, non le aveva denunciate. Nonostante questo, nei suoi confronti era stato aperto un fascicolo per il reato di calunnia. E lunedì 9 settembre, di fronte al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Coniglio, si è celebrata l’udienza. Udienza che è finita con un’assoluzione.
Difeso dall’avvocata Sabrina Pollini, Aronne aveva chiesto di essere processato con il rito abbreviato. I carabinieri intervenuti quel giorno, insieme al Comune di Massa Marittima, all’Unione dei Comuni delle Colline metallifere e ai tecnici si erano costituiti parte civile con l’avvocata Barbara Fiorini.
È stata l’avvocata che difende Aronne a far presente al giudice che il suo assistito non aveva sporto denuncia contro i militari. E che durante il suo interrogatorio, così come durante la sua deposizione in aula durante il processo, aveva solo detto di aver visto uno dei carabinieri che cercava di tranquillizzare sua madre, tenendola per un braccio. E che, avendo l’anziana la vena artificiale per la dialisi, temeva che quel presidio potesse danneggiarsi. Difesa, quella riportata nella memoria presentata dall’avvocata Pollini, accolta dal giudice che ha assolto l’imputato. Il sostituto procuratore Carmine Nuzzo aveva invece chiesto una condanna a due anni, sei mesi e 20 giorni.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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