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Grosseto-Livorno, non è il calcio che vogliamo

Subito dopo la fine della gara si accende un parapiglia in tribuna, all’esterno si verificano scontri tra le tifoserie. Il comunicato ufficiale del Livorno, che annuncia denunce e querele
Grosseto-Livorno, tifosi del Livorno
Lo striscione del tifosi del Livorno in curva

GROSSETO. Tre gli scenari sui quali si è sviluppata la gara Grosseto – Livorno: sul verde dello Zecchini, nel territorio labronico della curva sud, in tribuna centrale e all’esterno.

Una soap opera di cui, sinceramente, non se ne sentiva minimamente la necessità.

Atto primo, la partita

La partita. La sfida è bella, tirata, emozionante. Il giocattolo si rompe al minuto 21. Possenti commette un errore in disimpegno, Rossetti gli ruba la palla, il difensore lo trattiene. Il direttore di gara, Davide Galiffi di Alghero, estrae il rosso battezzando l’intervento come da ultimo uomo.

Le immagini smentiscono clamorosamente l’arbitro, dietro a tutti c’è il numero 17, Bolcano, che, in diagonale, è in rotta verso Rossetti. Frittata servita, partita che si irrigidisce diventando monotematica: Livorno in attacco, Grifone in difesa e cala il sipario sullo Zecchini.

Resta, comunque, l’impresa dei biancorossi capaci di arginare la piena labronica, uscire tra gli applausi convinti del comunale, con patron Lamioni a premiarli come se avessero vinto.

Atto secondo, lo striscione “Uccidiamoli”

Lo striscione della curva sud. Sullo scatto di Maremmaoggi si legge: “Uccidiamoli” con le due C in rosso. Qualunque fosse stata la regia e l’esposizione dello slogan, in qualunque altro stadio o palazzetto, il senso di disgusto provato non sarebbe variato. La critica ha sollevato subito la reazione. Ecco il testo integrale giunto da un tifoso di Livorno.

«Quanto piacerà a voi giornalisti giocare sopra argomenti a voi sconosciuti… È uno striscione che gira le trasferte da oltre un anno nella speranza della promozione in C (visto le doppie C in rosso). Nessuno si è mai scandalizzato perché è un modo goliardico di scherzare sull’eventuale promozione (accettato anche dalla Digos). Oltretutto è stato fatto da dei ragazzi che con gli scontri non c’entrano assolutamente niente. Quindi per favore basta fare il giornalista terrorista perché state diventando una barzelletta. Saluti dal Livorno».

Vorremmo tanto fosse un tema ignoto. Purtroppo conosciamo questo vezzo di nascondere atteggiamenti censurabili dietro la parola “goliardico”, che cerca di sminuirne il significato. Quella parola non è solo brutta, è una forma, tristissima quanto inopportuna da portare in un ambiente sportivo, una forma di incoraggiamento senza senso. Perché la morte è la morte, lo sport è lo sport, e non vanno miscelati. Il punto critico è quello di sventolarlo per sentirsi migliori degli altri, ganzi, originali, superiori.

È l’antitesi del tifo, del calore, dell’entusiasmo, che suscita essere presenti, vivere il momento. Da qui inizia l’orribile percorso, che sfocia in frasi terribili come “spezzagli la gamba” gridato dalla mamma al figlio in campo, oppure “speriamo che trovi tutti morti a casa” indirizzato all’arbitro. Poi, quando il morto è reale, tutti a piangere, a ripetere che il calcio è malato e via discorrendo. Se il calcio è malato serve curarlo non con questi striscioni ma con il sorriso, il rispetto, l’affetto e il cuore. Nessuno, infine, ha azzardato scrivere che chi ha scritto quella parola sia implicato negli scontri finali. E grazie per l’appellativo di “terrorista”.

Atto terzo, gli scontri all’esterno

Gli incidenti in tribuna centrale e all’esterno dello stadio. In un comunicato ufficiale il Livorno calcio ha pubblicato quanto segue: «L’Unione Sportiva Livorno 1915 condanna con fermezza gli episodi di violenza avvenuti ieri nella tribuna dello stadio Carlo Zecchini di Grosseto, in occasione della sfida Grosseto-Livorno, nei confronti della dirigenza amaranto. Azioni, nello specifico pugni, colpi, spinte, sputi e lanci di oggetti, per le quali la società sta raccogliendo materiale filmato e testimonianze al fine di potersi muovere nel modo più adeguato nelle sedi competenti, affinché venga fatta giustizia su quanto accaduto. Nel contempo, cogliamo l’occasione per ringraziare la nostra formidabile tifoseria, dal comportamento impeccabile, straordinario sia in numero di presenze che in qualità di sostegno, che ha saputo evitare le provocazioni prima e dopo la partita».

Al centro dell’attenzione gli episodi nati subito dopo il fischio finale. Il Livorno calcio fa sapere che il suo responsabile marketing Maurizio Laudicino è stato curato al pronto soccorso di Livorno dopo una aggressione subita all’uscita delle tribuna. Aggressione, sputi e offese anche al presidente Joel Esciua e il direttore generale Vittorio Mosseri. Il Livorno presenterà denuncia e querela.

La Digos, intanto, sta vagliando filmati, foto e testimonianze per chiarire fino in fondo i fatti di violenza scaturiti all’esterno dello Zecchini. La fase di verifica durerà qualche giorno. I due agenti feriti, frattura scomposta e semplice alle dita, sono in miglioramento.

Atto quarto, l’U.S. Grosseto attacca: «Lamioni e gli altri dirigenti aggrediti durante la gara d’andata»

Interviene anche la società U.S. Grosseto 1912, che prende le distanze in modo inequivocabile da qualsiasi atto violento «eventualmente avvenuto nella tribuna dello stadio Carlo Zecchini in occasione della partita Grosseto – Livorno e auspica che le autorità competenti prendano i dovuti provvedimenti qualora venissero riscontrate responsabilità».

Una situazione, fanno sapere dalla proprietà, che segue la partita di andata Livorno – Grosseto durante la quale il patron Giovanni Lamioni, suo figlio Francesco e i dirigenti unionisti sono stati vittime di ripetute aggressioni in tribuna. In quell’occasione, U.S. Grosseto 1912 decise di non prendere provvedimenti su quanto accaduto per non esacerbare gli animi in vista della partita di ritorno e si limitò a rappresentare la propria mortificazione al presidente del Livorno.
«Nel prendere le distanze da pochi facinorosi – di legge nella nota  – l’U.S. Grosseto 1912 intende ringraziare i propri sostenitori per la splendida cornice di pubblico e per il costante sostegno alla squadra. Manifestiamo solidarietà anche ai poliziotti feriti e teniamo a sottolineare che, da numerosi video che abbiamo potuto analizzare, emerge che non erano i nostri tifosi a brandire spranghe con il volto coperto da cappucci. Ci auguriamo che il clima tra le due tifoserie possa al più presto normalizzarsi, rimanendo legate solo da una sana rivalità sportiva».

 

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  • Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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