GROSSETO. Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari. 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
In occasione di questo evento a Grosseto e a Capalbio sarà possibile fare visita a numerosi luoghi che fanno parte del patrimonio storico artistico.
Le visite Fai a Capalbio
Durante le Giornate FAI i visitatori avranno l’opportunità di esplorare il Castello si Capalbio, un luogo intriso di storia dove le pietre raccontano di signorie, battaglie e cambiamenti politici. L’ingresso avviene attraverso uno scalone che collega i tre piani, portando i visitatori a scoprire la Sala di Caccia, la Sala Puccini, che conserva un fortepiano fabbricato da Conrad Graf e forse suonato dal compositore stesso, un antico camino e la suggestiva Sala Verde. Ogni ambiente del Castello offre un’affascinante testimonianza del passato, immersi in un’atmosfera senza tempo.
Chiesa della Provvidenza di Capalbio
La costruzione originaria consisteva in una cappellina sorta per il culto di un’immagine perduta della Madonna, fatta costruire dai padri Agostiniani nel XV sec. Alla fine del Settecento la piccola cappella venne modificata con la costruzione di un nuovo oratorio, che lasciò la cappella quattrocentesca ad un livello più basso.
Questa piccola cappella, presenta un ciclo di affreschi, inseriti in una cornice a grottesche, qualitativamente molto importanti, considerati di scuola del Pinturicchio. Il Gruppo FAI Maremma ha attivato il progetto “Puntiamo i riflettori” sulla Chiesa della Provvidenza, in particolar modo sulla tela della Madonna della Provvidenza (restauri conclusi) e sulla cappellina con gli affreschi quattrocenteschi (restauro in corso). I visitatori potranno visitare la Chiesa e ammirare da vicino le opere restaurate.
Chiesa di San Nicola di Capalbio
La chiesa di Capalbio si trova nel centro storico della cittadina, le pareti sono decorate con affreschi risalenti a varie epoche, alcuni dei quali attribuiti a maestri locali. Questi affreschi rappresentano scene di vita di San Nicola, il santo patrono. Ogni dettaglio degli affreschi ha un significato simbolico, riflettendo le credenze e le aspirazioni della comunità. Questa posizione centrale la rende un punto di riferimento significativo non solo per i fedeli, ma anche per i visitatori che vogliono scoprire le bellezze storiche e culturali della zona.
Le mura, la Porta e il borgo di Capalbio
Durante le Giornate FAI, i visitatori accederanno al borgo fortificato attraverso un’apertura nella cinta muraria esterna. Una volta oltrepassata, si troveranno di fronte alla porta principale, inserita in una torre quadrata, sormontata da un antico portale ligneo. Il percorso proseguirà tra due cerchie di mura in pietra locale: la più interna e alta, di origine medievale, costruita dagli Aldobrandeschi, e quella esterna e bassa, aggiunta tra il XV e XVI secolo per rafforzare le difese del borgo. Lungo il cammino, sarà possibile ammirare i vari palazzi storici del borgo, tra cui il Palazzetto Nelli, il Palazzo di Giustizia e il Palazzo Ercolani, ognuno con la sua affascinante struttura e storia.
Il Centro Militare Veterinario di Grosseto
Prima tappa al “pino Storico” una pianta tra le più antiche perché messa a dimora alla fine del 1800, percorrendo poi il viale monumentale e spiegando come era stato concepito in origine da alberi di varie specie e siepi di ligustro si precede il verso il cancello storico dove sulla destra si possono vedere le piante di eucalipto, polloni cresciuti dalle antiche ceppaie rimaste dopo la gelata del 1985. Si proseguirà verso il glicine storico del quale verranno descritti età e caratteristiche. Incontreremo gli antichi cedro del libano e l’alloro con il giardino all’italiana.
La visita proseguirà per l’infermeria e lungo il viale si parlerà dei platani e i cipressi storici. Giunti al museo leggeremo la storia del CE.MI.VET. attraverso i reperti e i documenti esposti concludendo con l’erbolario che contiene gli studi di Adriano Fiori, botanista nato nel 1865 a Formigine (Modena) sulla flora italiana eseguendo con fedeltà e perizia la ricca parte iconografica recentemente ritrovata in questo stupendo luogo. Al termine verrà illustrato con foto e verbalmente il recente impianto del bosco di circa 500 specie autoctone.
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