GROSSETO. Al bivio del Collecchio, dove inizia la strada che porta a San Donato, c’è un’azienda che fa vino eccellente da quarant’anni. Ma Luca e Lorenzo Scotto, titolari della Cantina Santa Lucia, un giorno hanno scoperto di avere in testa un’idea straordinaria: creare un gin artigianale di grande qualità e scommettere sul mercato dei distillati. È nato così il progetto /ar٠GIN٠tà٠rio/ che già può vantare il primo riconoscimento internazionale.
È stato premiato infatti come miglior compound Gin d’Italia dal World Gin Awards di Londra, concorso internazionale che rientra nel più ampio circuito del World Drinks Awards: i gin arrivano da tutto il mondo e vengono poi suddivisi poi per categorie in base ai metodi di distillazione/produzione od alle caratteristiche organolettiche. I prodotti vengono così assaggiati alla cieca da una giuria composta da palati provenienti da tutto il mondo, questo comporta un livello di giudizio altamente professionale, che rende questo concorso uno dei più importanti per la categoria.
La “gara” si svolge in due step principali, il primo, quello nel quale /ar٠GIN٠tà٠rio/ ha vinto, consiste nel valutare tutti i prodotti Nazione per Nazione, andando così a decretare il migliore in assoluto per ogni categoria relativa al paese di produzione. Il secondo step, del quale i risultati saranno resi noti il 24 febbraio 2022, prevede la “sfida” tra tutti i campioni nazionali sempre suddivisi per categoria, dove in questa occasione verranno decretate le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.
Il gin che nasce dal territorio e dalla passione
«Ci sono due forze scatenanti dietro al progetto /ar٠GIN٠tà٠rio/ – racconta Luca Scotto -. La prima è la grande passione per questo distillato di mio fratello Lorenzo. E la seconda è l’incontro con Lorenzo Zappi, originario di San Donato, che da anni a Roma lavora come bartender al prestigioso Caffè Palombini di Roma e che ha creato la ricetta originale. Insieme abbiamo studiato il prodotto che abbiamo voluto il più possibile legato al territorio. Poi abbiamo coinvolto anche Oscar Quagliarini, notissimo bartender, che ha equilibrato la ricetta. Il risultato è un gin artigianale che ha caratteristiche uniche».
Ginepro, lentisco, finocchietto marittimo, gelsomino, melissa, scorza di arancia amara e un tocco di acquavite d’uva: questa la composizione di /ar٠GIN٠tà٠rio/.
«Lo volevamo caratterizzare il più possibile, anche con scelte coraggiose. Il nostro gin non è trasparente, ma ha un’ambratura leggera, come una camomilla. E non distilliamo tutto: il lentisco, che raccogliamo attorno all’azienda, e il finocchietto marittimo, una pianta particolarissima che nasce sugli scogli fra Talamone e l’Argentario, vengono infusi in acqua ed alcol. Le altre componenti provengono tutte dalla nostra Toscana, a partire dal ginepro, l’elemento base del gin, al gelsomino, alla melissa, alla scorza di arancia amara. E poi c’è un tocco, leggerissimo, di acquavite d’uva, che abbiamo voluto per restare in qualche modo legati al mondo del vino. La distillazione viene fatta in Piemonte, dalla distilleria Quaglia».
È nato così un prodotto straordinario, bello anche da vedere: «Sempre per il legame con il territorio abbiamo progettato questa bottiglia, senza etichetta ma realizzata con polveri colorate di vetro, che raffigura il promontorio dell’Argentario. E il nome stesso è un gioco di parole che lo lega alla nostra meravigliosa terra».
La ricetta: il “Lady Negroni”
La versione del Negroni di /ar٠GIN٠ta٠rio/ è un omaggio alla donna ed al vino che più è legato al territorio, l’ansonica, uva regina dell’Argentario. E un altro ingrediente di questo drink è dedicato ad Oscar Quagliarini.
- 3,0 cl GIN /ar٠GIN٠ta٠rio/
- 3,0 cl Ansonica “Santa Lucia”
- 3,0 cl Q Bitter bianco
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