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Germania e Cina in crisi frenano la Maremma. Pacini: «Diversificare per uscirne»

Francesco Pacini, presidente di Confindustria Grosseto, è a fine mandato. «Così non si vince. La Maremma non può solo gestire. Servono infrastrutture e energia a costi ridotti, anche con la geotermia»
Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria
Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria. Con il 2024 conclude il suo mandato

GROSSETO. Anche la piccola Maremma è parte del mercato globale. E la crisi della Germania (-0,30 del Pil sull’anno scorso), che poi si riflette su tutta l’Europa, e quella della Cina, che non corre più come qualche anno fa (+4,6, era il 9 solo 3 anni fa), incidono anche sulle aziende di casa nostra (+0,6 valore aggiunto 2024 su 2023 in Provincia di Grosseto, secondo i dati del Sole 24 Ore).

E nella congiuntura negativa questo fazzoletto di territorio meraviglioso paga il gap ulteriore di mancanza di infrastrutture destinata, peraltro, nonostante un po’ di annunci buttati là dai politici ora al potere, gli stessi annunci che ascoltiamo da 50 anni chiunque sia stato al governo in Italia, a perdurare ancora nel tempo. 

Secondo le ultime stime della Cciia, le previsioni relative al biennio 2025-26 indicano una sostanziale stabilità nella crescita locale, che risulterà superiore rispetto al 2024 solo in termini nominali e non reali: questo perché si attende un’inflazione nuovamente crescente proprio dal 2025.

Eppure Francesco Pacini, al suo quarto anno alla guida della delegazione di Grosseto di Confindustria, e vicepresidente esecutivo di Confindustria Toscana Sud (Grosseto, Siena ed Arezzo), vede comunque il bicchiere mezzo pieno.

«Certo ci sono settori, su tutti il chimico, che soffrono moltissimo – ci dice in un’intervista concessa a margine della festa natalizia per gli 80 anni dell’associazione – ma ci sono anche realtà sul territorio che, avendo saputo diversificare, stanno avendo buone performances. Vedo il bicchiere mezzo pieno, nonostante problemi che ci portiamo dietro ormai da tempo, come il gap infrastrutturale che, in tempi di crisi, pesa ancora di più».

Francesco Pacini alla festa degli 80 anni di Confindustria Grosseto
Francesco Pacini alla festa degli 80 anni di Confindustria Grosseto

Francesco Pacini, 61 anni, follonichese, lavora in Germania, è consigliere delegato di Venator Germany Gmbh e Venator Holdings Germany Gmbh, ma alla sua Maremma è legato a doppio filo.

Dopo due mandati da vicepresidente è adesso all’ultimo anno di mandato e nel 2025, quando si eleggerà il nuovo presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria, non sarà ricandidabile per statuto.

In quattro anni ha vissuto i difficili anni Covid e post Covid e ora tocca con mano il faticoso percorso di ripartenza delle aziende di casa nostra inserite, come detto, in un contesto europeo e mondiale che arranca come un maratoneta all’ultimo chilometro.

Pacini: «Germania e Cina condizionano il mercato, anche in Maremma»

«Nell’economia maremmana ci sono aree in cui le cose vanno bene e altre che soffrono. Ma dipende dalla crisi che c’è nel mondo. Il chimico in Europa soffre moltissimo, di riflesso le nostre aziende qui. Io lavoro in Germania, ci sono società che hanno dimezzato gli utili, quando va bene. E parlare di Germania significa parlare di Europa. Tutto si ripercuote anche sul nostro territorio e sul nostro polo del chimico. Le nostre società locali lavorano sui mercati internazionali».

E non solo la Germania e l’Europa soffrono.

«Anche la Cina, e di riflesso tutta l’Asia, non corre più come anni fa. Ha un mercato chiuso, non prende più i prodotti esterni. Succede anche con la metalmeccanica, in particolare con la filiera dell’automotive. Le automobili, soprattutto quelle di alta gamma, avevano un mercato asiatico che ora non le assorbe più. I volumi si sono ridotti e i costi per unità di prodotto sono saliti, questo vale per tutto l’indotto. Qui non abbiamo grandi realtà nel settore, ma l’onda lunga la sentiamo lo stesso».

Ci sono però anche aree dove le cose vanno meglio?

«Un esempio? La Elettromar sta andando bene, perché ha saputo diversificare il proprio portafoglio ordini. Lo stesso vale per la Noxerior, ma anche la Tecnoseal, solo per fare alcuni esempi».

Due aziende in via Genova e dintorni.

«Una zona dove il Comune, finalmente, sta intervenendo per sistemare la rotonda e la viabilità. Con il nuovo assetto sono convinto che quell’area possa diventare accogliente per altre aziende virtuose».



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Pacini: «Così non si vince, non basta gestire»

Quindi ci sono alti e bassi…

«Sì certo, ma così non si vince. Se ci limitiamo a gestire la situazione, restando sulle nostre posizioni, non riusciamo a sviluppare il nostro territorio. Il bicchiere è forse più mezzo pieno che mezzo vuoto, ma siamo ancora nel limbo di chi non riesce a fare uno scatto in avanti. Certo, in questa fase di crisi è importante tenere, ma ci rendiamo conto che i nostri atavici problemi ci fanno ancora più male. ».

In particolare, quindi, la cronica mancanza di infrastrutture.

«È il principe di tutti i problemi in Maremma. Questo non aiuta. E non aiuta il fatto che non ci siano previsioni certe in questo senso. Eppure gli ostacoli sarebbero tutti rimossi, non vedo perché si continui a rimandare».

Energia dalla geotermia e fiscalità di vantaggio

Cosa succederà nel 2025?

«Ci aspettiamo che il trend positivo prosegua nei settori che stanno andando meglio. E ci aspettiamo un punto di svolta nel settore chimico, almeno un’inversione di tendenza, anche se ci vorrà tempo per il recupero del mercato».

Come possono dare una mano le associazioni, Confindustria compresa?

«Lo avevamo fatto qualche anno fa, lo riproponiamo adesso. Serve un patto territoriale fra associazioni ed istituzioni per avere uno strumento che ci consenta di fare una programmazione. Prima di tutto sulle infrastrutture. E non parlo solo dell’autostrada, ma anche della ferrovia. E poi parlo dell’energia, che ancora ha costi proibitivi».

«La geotermia, in questo senso, ci può dare una grossa mano, visto che abbiamo la fortuna di averla. Ma, come detto, serve un patto fra associazioni e istituzioni, Regione compresa, per pianificare. I miglioramenti delle infrastrutture, ad esempio, potrebbero essere abbinati a una fiscalità di vantaggio per le imprese per attrarne altre nel territorio».

Sulla formazione del personale come siamo messi?

«C’è ancora molta distanza fra la domanda e l’offerta. Due sono gli indirizzi per risolvere il problema. La lunga strada è l’orientamento scolastico, per evitare il mismatch formativo, in sostanza la mancata corrispondenza dei titoli di studio di chi cerca lavoro con le posizioni offerte. Dall’altra parte, in termini più brevi, dobbiamo insistere sull’Its, i percorsi di  formazione terziaria professionalizzante».

 

 

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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