Frati francescani, un secolo a Grosseto. Si festeggia per la pace | MaremmaOggi Skip to content

Frati francescani, un secolo a Grosseto. Si festeggia per la pace

I frati francescani da un secolo in città. “Da Grosseto a Betlemme, un presepe per la Terra Santa” è il progetto che mira a sostenere i cristiani a Betlemme

GROSSETO. Il 20 dicembre sono 100 anni del ritorno dei frati francescani a Grosseto. Dei festeggiamenti, quelli per il centenario, che si basano sulla pace: i frati grossetani hanno deciso di aiutare gli artigiani della Terra Santa.

In vendita, a partire da 5 euro, ci sono dei presepi fatti a mano che arrivano da Betlemme, un modo per sostenere una terra dilaniata dalla guerra.

«Stiamo costruendo anche il nostro presepe, parlerà di buio e dolore, ma anche di luce e speranza. Il 20 dicembre arriverà in visita Francesco Patton, custode di Terra Santa – dice Adriano Appollonio, guardiano del convento di Grosseto – lui ci parlerà di quello che vivono i cristiani ogni giorno a Betlemme».

Il presepe sarà inaugurato l’8 dicembre e ci sarà la possibilità di comprare i presepini in ulivo.

La Terra Santa incontra Grosseto

Il conflitto fra Israele e Palestina ha distrutto tutto quello che si è trovato nel cammino. Bambini morti, famiglie divise e distrutte e persone senza più niente su cui contare. Dimenticandosi, forse, che il ruolo della religione è unire, non dividere. Per questo è importante che le istituzioni parlino di fede, una fede da riporre nella pace e non nella distruzione.

Il progetto dei frati francescani è un modo per aiutare il prossimo e sostenerlo nella difficoltà.

«Molte famiglie in Terra Santa hanno perso tutto e non sanno come fare, perché a causa della guerra tutti i pellegrinaggi sono sospesi – dice frate Adriano – Questo per noi è un modo per sostenere gli artigiani e le famiglie che sono in difficoltà. Abbiamo ordinato 3mila presepini e, naturalmente, invieremo il contributo ai fratelli in Terra Santa».

Un’iniziativa, quella dei frati, che vede l’appoggio del Comune di Grosseto. «Oggi c’è bisogno di pace più che mai e anche un piccolo gesto fa la differenza – dice Luca Agresti, assessore alla cultura – I frati francescani hanno un ruolo fondamentale nella nostra comunità: il ruolo benefico che ricoprono per tutti, oltre a quello spirituale. Come amministrazione comunale siamo felici di essere stati coinvolti in questa iniziativa».

Il centenario del ritorno dei francescani

La presenza dei frati francescani a Grosseto risale al XIII secolo, quando i frati decisero di stabilirsi vicino alla chiesa all’epoca intitolata a san Fortunato. Subentrarono ai frati benedettini che lasciarono la città nel 1220 e nel 1961 la chiesa fu intitolata a san Francesco.

Con le soppressioni napoleoniche anche i frati francescani di Grosseto hanno dovuto lasciare l’abbazia, come è successo a tutti gli ordini religiosi maschili e femminili in tutta Italia. Ma la storia non si conclude qua, soprattutto per la chiesa: per un breve periodo è stata convertita in infermeria per i lavoratori che bonificavano la Maremma.

Poi nel 1903 il vescovo Caldaioni ha aperto di nuovo la chiesa di san Francesco, dopo alcuni lavori di restauro.

Il vescovo Gustavo Matteoni chiese al provinciale della Provincia toscana dei frati minori la possibilità di portare in città una presenza dell’ordineE così, nel 1924 tornarono i primi frati francescani. 

Sono stati protagonisti da sempre della vita della città.

E anche di qualche storia popolare. Il 14 luglio, del 1964, infatti, Claudia Mori e Adriano Celentano si sposarono a Grosseto in gran segreto. Le nozze vennero celebrate da padre Ugolino, un frate, alle 3 di notte  nella chiesa di San Francesco, alla presenza di pochissime persone. Frate Ugolino è deceduto nel 2018.

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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