Francesco, il liutaio che ha scelto Suvereto per le sue opere d'arte | MaremmaOggi Skip to content

Francesco, il liutaio che ha scelto Suvereto per le sue opere d’arte

Il giovane artigiano aprirà un negozio nel centro di Suvereto grazie ad un finanziamento del Comune. Dai violini alle chitarre, fino ai restauri prestigiosi
Il giovane liutaio Francesco Bonfanti con alcune delle sue opere
Il giovane liutaio Francesco Bonfanti con alcune delle sue opere

SUVERETO. C’è un borgo, quello di Suvereto, che emana il fascino della storia antica e tra le sue vie si può ascoltare il leggero vibrare delle galanti note di un violino, una chitarra o un liuto. Questi meravigliosi strumenti, creati artigianalmente da Francesco Bonfanti, un giovane, classe 1992, che per lavorare ha scelto di aprirsi una piccola bottega, prendono vita da semplici tronchi, trasformandosi in opere d’arte create su richiesta per i musicisti di tutta Europa.

E Francesco aprirà una bottega nel borgo, grazie ad un finanziamento del Comune. Il Comune di Suvereto, infatti, ha vinto il bando “Attrattività borghi” del Pnrr, ottenendo oltre 1,5 milioni di euro. Un bando che prevede 16 azioni, compresa la misura “artigiani nel borgo”. Incrociando i fondi sfitti in paese con finanziamenti per iniziare l’attività nasceranno nuove botteghe. Fra cui quella di Francesco.

Una scelta, quella di dedicarsi all’artigianato, che si distingue dalle professioni più comuni di oggi, ma che si rivela straordinariamente necessaria e di notevole rilevanza.

Una passione nata per gioco

Da dove nasce la tua passione per la fabbricazione degli strumenti musicali?

«Mi sono avvicinato all’artigianato “per gioco” nel 2012. Sentii parlare di un corso amatoriale “Costruisci la tua chitarra”, lo frequentai e da lì il mio interesse crebbe. Successivamente, ho approfondito la mia formazione presso la Civica Scuola di Liuteria di Milano, dove ho conseguito il diploma nel 2017 in costruzione e restauro di strumenti a pizzico».

«Dal 2017 al 2019, ho avuto l’opportunità di lavorare nel laboratorio di Gianmaria Assandri, maestro liutaio specializzato in viole da gamba e contrabbassi, situato nel cuore del centro storico di Genova. Questo periodo mi ha permesso di immergermi nel mondo del lavoro artigianale, acquisendo esperienza nella realizzazione e nel restauro degli strumenti a pizzico, come liuti, chitarre e strumenti ad arco».

Come è nata l’idea di aprire una bottega a Suvereto?

«Nel 2020, mi sono trasferito a Suvereto, nella casa di famiglia, dove ho allestito un laboratorio casalingo per proseguire la mia attività. Contemporaneamente mi sono dedicato alla cura di un piccolo appezzamento di terreno circostante, che necessitava di manutenzione».

«Grazie all’impegno del Comune di Suvereto, che ha ottenuto finanziamenti per la riqualificazione del borgo, a luglio inaugurerò la mia nuova bottega nel cuore del centro storico, in piazza Antonio Gramsci».

Nel frattempo, continui a specializzarti?

«Sì. Ogni tappa del mio percorso, così come le diverse città in cui ho vissuto e lavorato, ha contribuito in modo significativo alla mia crescita professionale. Negli ultimi anni ho sentito la necessità di affiancare al lavoro un ulteriore percorso di studi, iscrivendomi ad un corso triennale come tecnico di restauro per i beni culturali musicali a Cremona, città del violino, patria di Stradivari e della liuteria classica come la conosciamo oggi».

Parliamo della parte tecnica: come si realizza uno strumento musicale?

«La costruzione di strumenti ex novo dipende dalla richiesta del committente per quanto riguarda il tipo di modello che desidera e si parte o da una progettazione già esistente oppure si procede con la realizzazione di un disegno tecnico. Solitamente inizio dalle corde, in quanto lo strumento è di per sé una cassa che ha la funzione di andare ad amplificare la vibrazione della corda, quindi tutto parte da lì. Dopo di ché, si procede con la selezione del materiale, la realizzazione della forma dello strumento, per finire con la definizione dei dettagli, come i mosaici intorno alla buca».

Acero, abete rosso, pioppo ed ebano

Che tipo di legno usi?
«Anche questo dipende dallo strumento. Per violoncello, viola e contrabbasso si usa quasi sempre l’acero per fasce e fondo e l’abete rosso per la tavola armonica, talvolta viene usato anche il pioppo. L’ebano viene utilizzato per creare la tastiera, i piroli e il ponticello. Per quanto riguarda gli strumenti a pizzico c’è una maggiore libertà di scelta. Storicamente vengono usati i legni degli alberi da frutto per i liuti, mentre per le chitarre c’è un ventaglio di legni esotici ancora più ampio, di solito si predilige l’uso del palissandro, per fasce e fondo, e il cedro per la tavola armonica».

Gli strumenti e la lavorazione di precisione
Gli strumenti e la lavorazione di precisione

Ultimamente ti sei dedicato anche ad un altro progetto

«Sì, per passione personale ho intrapreso anche il taglio del legno a partire dalla pianta. È un percorso lungo, perché ci vogliono almeno cinque anni affinché il legno si stabilizzi per poter essere modellato, ma è un percorso affascinante la selezione delle piante da quando sono in piedi».

Qual è la cosa che personalmente ti piace di più del tuo lavoro?

«Sicuramente il percorso stesso: il fatto che si parte da una pianta o un pezzo di legno e si arriva ad avere in mano uno strumento musicale. Quindi, il legno stesso continua a vivere sotto altra forma. Infatti, il legno è un materiale vivo, che anche dopo che è stato tagliato si continua a muovere. Poi, indubbiamente, la cosa più soddisfacente per me è la gioia del committente quando gli consegno lo strumento finito, partito da un’idea e una progettazione è come avere finalmente il proprio sogno realizzato. È per me sempre molto emozionante riuscire a soddisfare i clienti con il mio lavoro».

Il ceterone e la Pietà di Venezia

Quali sono i lavori di maggior pregio che ti sono stati commissionati?

«Tra i lavori più importanti che mi sono capitati sicuramente c’è il rilievo fotografico e cartaceo di uno strumento unico al mondo, il Ceterone, attribuito a Gironimo Campi del XVII secolo, conservato presso la collezione del museo Bardini a Firenze. Un lavoro che ho effettuato in collaborazione con i docenti della Civica scuola di liuteria di Milano per la mia tesi di diploma sulle tecniche costruttive delle cetre rinascimentali».

Due chitarre realizzate da Francesco
Due chitarre realizzate da Francesco

«Un altro progetto interessante di cui mi sto occupando, in collaborazione con l’università di Pavia e il corso del Cr forma, è il restauro di un gruppo di strumenti dell’Ospedale della Pietà di Venezia, tra cui un contrabbasso sul quale sto lavorando, risalente alla metà del 1600. È entusiasmante pensare anche solo alla possibilità che Antonio Vivaldi, in quanto insegnate di violino, viola e violone presso l’ospedale della pietà all’inizio del XVIII secolo, abbia avuto a che fare con questo strumento. È interessante anche poter osservare come la maggior parte di questi strumenti musicali che arrivano ai giorni nostri abbiano subito delle metamorfosi nel corso dei secoli, adattandosi ai gusti musicali e alle necessità esecutive del momento».

Francesco Bonfanti mentre lavora al restauro di un violoncello della Pietà di Venezia
Francesco Bonfanti mentre lavora al restauro di un contrabbasso della Pietà di Venezia

In mezzo a tutti questi strumenti, anche tu suoni?

«Certamente. Ho iniziato a studiare chitarra quando ero al liceo, in seguito ho proseguito anche gli studi del basso. Dai venti ai ventisette anni ho suonato regolarmente in gruppi sia a Milano che a Genova ma anche all’estero. La musica mi accompagna da sempre e credo che mi terrà compagnia ancora per molto».

Uno strumento in lavorazione e un progetto
Uno strumento in lavorazione e un progetto

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.

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