FOLLONICA. La prima volta è stato eletto nel 2014. La seconda, dopo un anno di commissariamento, ha dovuto affrontare il ballottaggio. Dal 26 maggio 2019, Andrea Benini è il sindaco della città del golfo che tra poco celebrerà il Centenario della sua fondazione. Lo sapeva, quando è stato eletto, che sarebbe stato lui il gran cerimoniere dell’evento. Un evento che – mette subito in chiaro – non è né celebrativo, né retorico e nemmeno enfatico. «Ma sul quale abbiamo provato – spiega – a problematizzare la situazione, senza nascondere i limiti e le criticità che la nostra città si trova ad affrontare».
Follonica, la città che rinasce per il Centenario
È lo stesso tessuto del quale è fatta la città che racconta quanti cambiamenti abbia affrontato negli ultimi anni. A partire proprio da quelli che Benini, fin dal suo primo mandato, aveva letto come criticità. L’Ilva, ad esempio, per anni nient’altro che una periferia incastonata nel centro della città, uno scarto, un luogo dal quale scappare. «È stato proprio il concerto di scarto a farci riflettere – dice il primo cittadino – L’ho voluto intendere come lo scarto nel gioco del calcio, come cambiare quindi prospettiva, saltare gli schemi. Questo è quello che sta succedendo non soltanto all’ex Ilva, ma anche all’intera città».
La riqualificazione dell’Ilva è stato il primo progetto in Toscana ad essere premiato in Europa con i fondi a disposizione per la rigenerazione urbana, fuori da quelli che sono i finanziamenti del Pnrr. «C’è un coinvolgimento sociale molto forte in quel progetto – dice ancora – che parte proprio dalla nostra comunità che per anni ha cercato di salvare l’area. Poi c’è stato anche un grandissimo lavoro da parte dei tecnici che hanno elaborato il progetto. Alla fine, l’Ilva si è presentata a tutti per quello che è: un’area che produce quotidianità, dove la qualità architettonica e quella sociale sono ben visibili. Non è soltanto belle mura e begli edifici ma l’emblema delle criticità ancora in corso da cui far ripartire un progetto che genera bellezza».
Follonica, la città dai due volti
Ci sono città che brillano per omogeneità e altre che vivono il dualismo della loro natura. Follonica è così: è una città vivace che – come il resto d’Italia – sta affrontando una profonda crisi demografica, contro la quale il Comune non ha certo strumenti per combattere. «Ma su questo fenomeno – dice il sindaco – dobbiamo interrogarci, per cercare di invertire il trend. Noi per farlo abbiamo coinvolto Massimiliano Valeri, il direttore del Censis, che ci ha aiutati a dare una lettura differente anche del Centenario. Questo appuntamento non deve essere una celebrazione nostalgica o fine a se stessa ma deve servirci per capire da dove veniamo, chi siamo, e dove dobbiamo andare per migliorarci giorno dopo giorno».
È questo lo spirito che attraversa il libro del Centenario “Mare di Ghisa. Inchiesta sui primi cent’anni del comune di Follonica”, il grande lavoro di Alberto Prunetti, per dare il senso di una città che è declinata al plurale, che a volte è anche conflittuale.
«Basti pensare a cosa succede d’estate al Capannino – dice Benini – quando resta soltanto via Sanzio a dividere la zona delle discoteche, della movida, della voglia di divertirsi dei giovani da uno dei più bei quartieri residenziali della città, dove invece le persone vogliono godere della pace e del silenzio. Poi c’è il dualismo tra turismo e industria, con il mare e la spiaggia da una parte e la piana del Casone dall’altra».
Due diversi modi di declinare l’economia, che spesso si scontrano. «Non basta soltanto il turismo – spiega il sindaco – Non possiamo fare a meno dell’industria. Ma dovremmo puntare su altri tipi d’innovazione. Il polo del riciclo è interessante, è la sfida del futuro. Bisogna puntare sulla molteplicità».
L’omicidio in centro e la lotta per la legalità
Il 13 aprile 2018 il cuore di Follonica, per qualche minuto, ha smesso di battere. Lo ha fatto quando Raffaele Papa ha fatto fuoco, uccidendo in via Matteotti Salvatore De Simone e ferendo in maniera devastante suo fratello Massimiliano e la farmacista Paola Martinozzi.
«Quella per noi è stata una pagina durissima – dice Andrea Benini – Spesso, quando parliamo delle cose fatte ci fermiamo alle infrastrutture, ai lavori, invece bisogna lavorare anche per tutta quella parte immateriale che serve per costruire la comunità. Sembra una cosa astratta, ma non lo è».
Follonica, dopo l’omicidio, ha dimostrato di essere davvero comunità. Il Comune è entrato a fare parte della rete di Avviso pubblico, e pochi giorni dopo i follonichesi sono scesi in piazza per dire no a ogni tipo di infiltrazione – o anche solo atteggiamento – criminale.
«È successo allora ed è successo in tante situazioni difficili che ci siamo trovati ad affrontare – dice ancora il sindaco – il Covid, l’arrivo dei profughi dall’Ucraina, la guerra alle porte dell’Europa. La nostra è una città solidale nel senso della figura geometrica, è una faccia che non sta insieme se non si regge l’altra e che viene giù se si toglie una parte. Però ha bisogno di essere coltivata, curata esattamente come dobbiamo fare con le infrastrutture. Abbiamo investito tanto. Dal canto mio, quello che ho provato a fare è stato rendermi disponibile all’ascolto».
Disponibilità che è costata al primo cittadino un carico emotivo a volte insopportabile. Che gli ha fatto provare un senso di frustrazione e impotenza di fronte a una tragedia come quella di via Matteotti. «Però la disponibilità all’ascolto deve esserci e dobbiamo anche creare luoghi anacronistici, luoghi di ascolto, di lentezza – dice – Anacronistici rispetto alla nostra quotidianità che ci vede viaggiare alla velocità della luce».
Una società che R-esiste
Il concetto di resistenza non abbraccia soltanto la lotta partigiana e la liberazione. Il concetto di resistenza attraversa tutta la costruzione della città di Follonica nell’era di Benini sindaco. Lo fa in ogni settore, lo ha fatto forse per primo nel teatro, che è stato negli ultimi anni un elemento fondamentale della socialità della città del golfo. «Potevamo scegliere la via facile e dare in gestione la programmazione teatrale a una società che organizzasse cinque o sei spettacoli con personaggi di peso – dice – invece abbiamo scelto di puntare sulla resistenza, trasformando il teatro in un posto dove non soltanto si ammira l’arte a dove soprattutto si cresce come comunità. Proprio per questo, quando abbiamo riaperto la Leopolda, abbiamo scelto Eugenio Allegri come direttore artistico. Quella scelta non era certo scontata ma in questo modo il teatro ha avuto un ruolo nella crescita della città».
Resistenza che, nell’idea di Benini, significa anche valorizzare l’imperfezione, che in questo modo diventa ricchezza e non è più un limite. «La creatività sia singola che di un gruppo – dice – si esercita dentro a un contesto: la nostra responsabilità è lavorare proprio sui contesti. Questo vale in generale e vale anche per la crescita dell’impresa e lo sviluppo dell’industria».
Benini, il sindaco del Centenario che guarda al futuro
È bello per un sindaco essere il protagonista, insieme alla sua città, del centenario della fondazione. «È bello ma non mi cambia rispetto all’approccio che ho avuto in questi anni – spiega Benini – Ho sempre tenuti fermi due punti: l’attenzione al micro, al quotidiano e dall’altra parte lo sguardo che deve arrivare più avanti, che deve andare oltre. Sia nell’immediato che nel lungo periodo, devono essere entrambi presenti. Essere il sindaco del Centenario non mi crea autocompiacimento ma mi sprona a guardarmi ancor più profondamente dentro. Per me tutta l’esperienza da sindaco è stata stimolante, è stata una grande opportunità: ora mi porto dietro un patrimonio umano di incontri, alcuni anche inaspettati che non mi lasceranno mai».
Essere il sindaco di una città come Follonica significa, a volte, doversi mettere dietro le spalle tutto il resto. «Purtroppo in questi anni ho perso tanti amici, ho dovuto partecipare a tanti funerali – dice il primo cittadino della città del golfo – penso a Eleonora Baldi, a Massimo Corti, a Loreno Chelini e a Enrico Norcini che sono stati sindaci prima di me. Erano anche amici, persone amate. Ho condiviso e toccato il dolore di famiglie che hanno perso figli giovanissimi. Ho toccato il dolore e conosciuto la parte più nascosta e più intima della vita delle persone. Ho sempre cercato di non farmi travolgere e mantenere la lucidità, ma ho partecipato con il cuore a ogni singolo momento di dolore».
Ma c’è stata anche – e c’è – tantissima gioia nell’attività del sindaco. «La gioia di aver condiviso con tante persone i momenti più belli della loro vita – aggiunge – Questa probabilmente è la gratificazione più importante che ho avuto».
La Follonica del bicentenario
Il 2023 è l’anno del Centenario. Il 2123 sarà quello del bicentenario. Benini non ci sarà più, ma già oggi, sotto la sua amministrazione, ha cominciato a piantare i semi del futuro di Follonica. «Lasceremo tante cose fatte – dice – che potrebbero tranquillamente arrivare fino alla data del Bicentenario. Abbiamo agganciato il maggior numero di finanziamenti che ci serviranno a mettere a posto un po’ di cose: penso all’Ilva, ma anche alla scuola. La pandemia prima e la guerra poi, hanno provocato un aumento dei costi e una difficoltà a reperire le materie prime importanti, alcune programmazioni sono saltate e abbiamo dovuto ricalibrare le risorse perché i soldi non bastavano più».
Ma i progetti vanno avanti: il campus scolastico al parco centrale verrà realizzato e sarà questo stesso uno spazio di inclusione e di crescita. «È un’opportunità per tutti, è un grande motore di crescita per la città – dice ancora Benini – così come lo sarà la Cittadella del carnevale, che sarà inaugurata da chi verrà dopo di me. Per non parlare poi del quartiere Senzuno: da 30 anni si parlava della sua riqualificazione, ora i lavori sono partiti. E finalmente, sarà messa in sicurezza la Gora, da sempre la principale criticità ambientale grazie a un investimento di 4 milioni di euro e sarà definitivamente risolto anche il problema degli allagamenti a Salciaina, grazie a un impegno da 1 milione di euro».
Lo straordinario, però, da solo non basta. «Tanto abbiamo investito anche nell’ordinario – dice il sindaco – sul fronte del verde pubblico, ad esempio, la città ora è molto più accogliente, è più bella e ordinata. Con i problemi di igiene urbana ci confrontiamo tutti ogni giorno. Anche questo è stato un salto di qualità importante che ha dato una spinta in più alla bellezza di Follonica. Ci siamo impegnati per percorrere la strada giusta, che sarà quella che accompagnerà Follonica per i prossimi cento anni».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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