GROSSETO. GrossetoFiere, che organizza la più importante fiera dell’agricoltura in Toscana, la fiera del Madonnino, giunta alla 43ª edizione, è snobbata dalla Regione. Che ha le quote, con le quali peraltro perde un sacco di soldi, delle fiere di Firenze, Arezzo e Carrara, mentre quella di Grosseto la vede quasi come un’antagonista, al punto che non solo non ci mette un soldo, ma neppure ci prende uno stand.
Il tutto nel silenzio dei soci pubblici di maggioranza della stessa GrossetoFiere che non alzano la voce nonostante la Maremma, con la sua splendida fiera, sia di fatto fuori dal circuito fieristico regionale.
Eppure la fiera del Madonnino, che quest’anno viene organizzata insieme al GameFair (dal 23 al 25 aprile, torna nelle date storiche), è il più grande evento in Toscana nel mondo dell’agricoltura, coinvolge oltre trecento espositori e, l’anno scorso, ha avuto oltre 50mila presenze, di cui la metà da fuori regione.
«E fra l’altro dopo dieci anni – spiegano il presidente Andrea Masini e il direttore, Carlo Pacini – anche il centro fiere del Madonnino è tornato di nostra proprietà. Siamo una società solida che viene da una serie di bilanci positivi. Però siamo costretti a fare tutto da soli, perché GrossetoFiere è fuori dal contesto fieristico toscano».
La Regione perde milioni di euro con le fiere
La Regione infatti, ha le quote delle fiere di Firenze, che ora peraltro sta lavorando per ricapitalizzare per 12 milioni di euro su un capitale attuale di 21,7 milioni, dopo le perdite dovute alla pandemia, e delle fiere di Arezzo e di Carrara.
Numeri importanti: la Regione ha il 31,95% di Firenze Fiera Spa, il 36,81% di Arezzo Fiere e congressi Srl e il 36,40% di Internazionale Marmi e Macchine Carrarafiere Spa. Un impegno preso fino al 31/12/2050.
E dal 2012 al 2021 il sistema fieristico toscano, quindi le tre fiere insieme, ha perso oltre 28 milioni di euro, di cui oltre 10 milioni in quota Regione. Gli ultimi dati pubblici (2021) fanno registrare un – 4,7 milioni complessivi e – 1,56 milioni per la Regione.
Insomma, i numeri parlano chiaro: ci sono investimenti migliori.
Il sistema GrossetoFiere, la culla dell’agricoltura
Pare evidente che non ci sia posto più indicato, in Toscana, per riunire il mondo dell’agricoltura, della ruralità, dell’allevamento e dell’attività venatoria, che la Maremma. Questa terra meravigliosa è la culla del settore, al pari di Firenze per la moda, Carrara per il marmo, Arezzo per l’oreficeria.
Non si capisce perché, quindi, il sistema fieristico toscano non possa avere un quarto polo in Maremma e che, invece, si organizzino eventi concorrenziali nelle altre zone.
«Crediamo – dicono ancora Masini e Pacini – che i nostri soci pubblici, che hanno più o meno l’80% del capitale, si debbano far sentire a Firenze. Non chiediamo soldi, ma di avere il ruolo che meritiamo nel sistema fieristico regionale. Peraltro siamo alla vigilia di un forte piano industriale di rilancio della società, nella quale è entrato anche un imprenditore (Amedeo Vasellini, ndr) che ha acquisito le quote dei piccoli comuni. Il capitale sociale è di oltre 3 milioni di euro, siamo una società solida».
Per soci pubblici, i due alfieri di GrossetoFiere intendono Camera di Commercio (47,023%), Comune di Grosseto (16,121%) e Provincia di Grosseto (15,013%) che, insieme, superano il 78% di capitale, in sostanza controllano la società. Le altre quote sono nelle mani delle varie associazioni di categoria e di alcune banche (Banca Tema, Banca Intesa, Banca Popolare di Vicenza in liquidazione).
«Dobbiamo essere nella rete fieristica anche noi, per avere ancora più solidità – concludono il presidente Andrea Masini il direttore Carlo Pacini -. In fondo, lo diciamo senza presunzione, se da questo territorio dovesse sparire anche il centro fiere, cosa resta?»
«Muoviamo interessi importanti, che vanno ben oltre i nostri confini e che fanno di Grosseto un punto di riferimento per il settore agricolo. Per questo serve un intervento politico, serve che gli enti locali facciano rete per accompagnarci nel rilancio della società. E magari pensare anche ad altre manifestazioni, oltre alla fiera del Madonnino».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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