GROSSETO. Che sia festa laica e di importazione, che non rispetti i canoni della celebrazione cristiana di Ognissanti, che scateni ogni anno polemiche “autarchiche”, poco importa. Il 31 ottobre ormai è regola festeggiare Halloween. Peraltro, il nome e la variante gaelica di All Hallows’ Eve, “Notte di tutti gli spiriti sacri”, ovvero proprio la vigilia della nostra Ognissanti.
E come ogni festa che si rispetti, anche Halloween ha il suo simbolo: la zucca, che fa ovunque bella mostra di sé accompagnata da scheletrini a molla, fantasmi da appendere, diafane streghe e mosti sanguinari. Ma il suo vero posto è sulla tavola protagonista di piatti prelibati, dall’antipasto al dolce. Ed è proprio qui che l’ha piazzata Moreno Cardone, blasonato chef del ristorante L’Uva e il malto di Grosseto, che per l’occasione firma un menù speciale da gustare nella magica atmosfera del Lux lounge drink, in via Orcagna, 61 e Grosseto.
Un gemellaggio inedito per una serata speciale. Basta dare un’occhiata al menù:
- Entrèe di benvenuto – Fettunta con olio nuovo
- Antipasto – Vellutata di zucca, Guanciola croccante e Crostini al rosmarino
- Primo – Risotto di zucca lardaia e formaggio Blu del caseificio Il Fiorino
- Secondo – Peposo di vacca maremmana con zucca marinata
- Dolce – Millefoglie con crema chantilly e crumble
Il tutto accompagnato da Vermentino e Ciliegiolo dell’azienda Rascioni e Cecconello, di San Donato (Orbetello).
Appuntamento domenica 31 ottobre, a partire dalle 20.30. Il costo della cena è 40 euro a persona. Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 320 6272003.
Come nasce il simbolo della zucca per Halloween (e Ognissanti)
La zucca è il simbolo universale di questa celebrazione, da qualunque parte la si guardi, laica o religiosa, che si festeggi alla vigilia del 31 ottobre o il primo novembre. Ma forse non tutti sanno perché. Nei Paesi anglosassoni, dove la festa avrebbe origine ed è tutt’oggi molto sentita, le zucche vengono usate per costruire rudimentali lanterne, da usare nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre, contro gli spiriti maligni.
E la lanterna ha anche un nome: Jack-o’-lantern e altro non è che una grande zucca dentro alla quale, una volta rimossa la polpa e intagliati bocca, occhi e naso, viene messa una candela accesa. La leggenda, infatti, narra che Jack fosse un fabbro irlandese, avido, scaltro e ubriacone. Ne aveva combinate così tante che la sua anima era stata rifiutata dal paradiso, ovviamente, ma anche dall’inferno, perché Jack si era preso gioco perfino del diavolo. Per questo era costretta a errare alla ricerca di un posto per riposare, facendosi luce con un tizzone ardente posto dentro una rapa.
L’uso di svuotare le zucche e farne lanterne da metter a guardia di case, cimiteri, chiese o lungo le strade e i vicoli più bui, era diffuso, fino a non molti anni fa, un po’ in tutte le regioni italiane, in periodi diversi compresi tra la fine di agosto e novembre (fase di maturazione delle zucche). E con nomi fantasiosi e differenti da zona a zona, per indicare queste lanterne “vegetali”: morte secca in Toscana, beccamorta in Lazio, lumassa nel Polesine, lümera nel parmense.
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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