Fermato autospurgo con 5500 litri di liquami. Sarebbero finiti in mare | MaremmaOggi Skip to content

Fermato autospurgo con 5500 litri di liquami. Sarebbero finiti in mare

La Guardia costiera ferma autospurgo con 5500 litri di reflui non tracciati. Sarebbero stati smaltiti nei fossi e in mare. Causando i divieti di balneazione
Una veduta del mare di Follonica e un autospurgo come quello fermato dalla Guardia costiera
Una veduta del mare di Follonica e un autospurgo come quello fermato dalla Guardia costiera

FOLLONICA. A volte i divieti di balneazione sono dovuti a cause del tutto impensabili e, talvolta, a pratiche illegali. Nel pomeriggio di oggi, venerdì 6, infatti, i militari della Guardia costiera di Piombino, a seguito di una mirata attività di vigilanza ambientale, hanno fermato nel Comune di Follonica un mezzo autospurgo, carico di circa 5500 litri di reflui provenienti da fosse settiche, e privo del previsto formulario identificativo del rifiuto.

In sostanza, 5500 litri di scarichi dei water.

I trasgressori sono stati sanzionati per  € 3.200 per violazione dell’art. 193 del D.lgs. 152/2006, in quanto effettuavano il trasporto di rifiuti senza il formulario di identificazione (FIR), indispensabile per la tracciabilità del carico. La legge, infatti, prevede che nel formulario siano indicati, tra gli altri, i dati inerenti il produttore e detentore del rifiuto, l’origine, tipologia e quantità del rifiuto e l’impianto di destinazione.

I rifiuti non tracciati vengono smaltiti nei fossi e da lì in mare

La prassi investigativa insegna che i rifiuti, non accompagnati da apposita documentazione, e dunque non tracciabili, finirebbero per essere smaltiti illegalmente, spesso in canali per l’irrigazione, creando un grave danno per l’ambiente e per l’area marina dove sfociano i canali.

A riguardo, il personale dell’ufficio Demanio/Ambiente della Guardia Costiera di Piombino si è subito attivato per ricostruire la tracciabilità del rifiuto irregolarmente trasportato, predisponendo i campionamenti necessari a caratterizzarne la tipologia, ed infine, lo smaltimento nel depuratore.   

L’attività in questione si inserisce in un ampio programma di controllo, messo in atto dalle Capitanerie di porto nel settore della tutela ambientale, volto a garantire non soltanto il rispetto formale delle normative, ma anche la corretta gestione e smaltimento dei rifiuti.

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