GROSSETO. Federico Forci, maremmano doc, cresciuto sin da piccolo fra i cavalli della sua famiglia, ha partecipato, dal 3 al 6 novembre, a Fieracavalli 2022, in quel di Verona. Questa manifestazione è la più importante in tutto il panorama equestre mondiale.
E ancora una volta, la Maremma ha dato un assaggio delle sue qualità grazie al suo buttero.
Un’eredità divenuta passione
«Io faccio parte – dice Federico Forci – della quarta generazione di uomini di cavalli. Sia mio bisnonno che mio nonno facevano il buttero di mestiere. Questa eredità è stata poi tramandata a mio padre, il quale si è sempre preso cura dei cavalli, anche se faceva tutt’altro lavoro».
Un rapporto con i cavalli iniziato presto: «La prima volta – continua – che sono montato in sella è stata a 5 anni. Da lì è cominciata la mia passione e per anni ho gareggiato, insieme anche a mio padre. Questo rapporto è durato fino ai miei 22 anni, poi però per una decina di anni ho smesso, per dedicarmi a fare altro. Quando sei giovane e fai una cosa per quasi tutta la tua vita, ad un certo punto, senti il bisogno di fare altro. Forse non la consideravo ancora una passione come adesso, però crescendo ho capito che non potevo più nascondere una cosa che avevo ormai nel sangue».
Questa passione si è riaccesa proprio grazie ad un cavallo: «Nel 2008 me ne hanno regalato uno e da lì è ricominciato tutto. Certi amori non finiscono. Ho cominciato – continua – a prendermi cura anche io dei cavalli, sia maremmani che monterufolini, che sono una razza in via d’estinzione. Mio nonno e mio padre li allevavano già negli anni Ottanta e Novanta, aiutandoli. Paradossalmente all’inizio non volevo avere niente a che fare con questi cavalli, ma poi la passione ha prevalso».
Dal ritorno in sella a oggi
«Da quando ho ricominciato – continua – mi sono concentrato molto di più nel lavoro in libertà, che nella tradizione maremmana. Ho voluto cercare un rapporto che si staccasse un po’ dai canoni della vecchia Maremma e dalla sua tradizione buttera. Ho seguito due grandi maestri Bartolo Messina e Jean Francois Pignon. Mi ha sempre affascinato questo addestramento in libertà».
Ormai sono 10 anni che Federico è nel settore in maniera stabile: «Da quel momento ho approfondito la cosa, ho fatto corsi di equitazione e dal 2013 ho costituito un centro equestre insieme a 4 amici, che inizialmente non avevano niente a che fare con questo animale e che si sono poi appassionati. Tuttora ho questa scuola, che si chiama Cuor di Maremma, dove fare attività equestri, al Casotto dei Pescatori».
Il successo a Fieracavalli 2022
«Non è stata la mia prima partecipazione alla manifestazione. Ci sono già stato molte volte – racconta – ma mai da protagonista come quest’anno. Grazie all’associazione Cavalli di Monterufoli sono riuscito a portare i miei animali. Per la prima volta ho partecipato senza affiancarmi a nessuno. Ho gareggiato da solo con i miei cavalli, maremmani e monterufolini, e il mio team. Abbiamo fatto un grande show. Ci siamo esibiti tre volte al giorno per un totale di 12 spettacoli».
Grazie al suo lavoro, ha trovato la chiave giusta per avere una grande intesa con i suoi animali: «Non hanno sbagliato nulla durante gli spettacoli. È vero – continua – anche che io lascio molto liberi i cavalli. Non impongo loro qualcosa, ma sono io che aspetto la loro collaborazione. Non mi è mai piaciuto seguire degli schemi precisi. Così facendo, forse ho trovato la giusta complicità».
Una manifestazione per promuovere il cavallo: «È importante – continua – per questo. Fieracavalli è il palcoscenico più grande sul quale puoi esibirti. Il mio premio è stata la riconoscenza. Darmi la possibilità di farmi conoscere e esibirmi con i miei animali. Sicuramente ci ritornerò anche il prossimo anno. Forse mi daranno la possibilità di inserire un loro cavallo nel mio gruppo. Il mio obiettivo è di inserire più razze italiane possibili nel mio branco».
Una passione diventata grande: «È diventato – conclude – un impegno grande e ne sono felice. Ho già in mente progetti per il futuro. Quando hai una passione, la mente viaggia molto più in grande».
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24 anni, laureato in storia dell'arte, ho voluto mettere l'arte da parte per inseguire il mio sogno di diventare giornalista.
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