Falsi green pass, indagini partite da una segnalazione interna | MaremmaOggi Skip to content

Falsi green pass, indagini partite da una segnalazione interna

Era stata fatta a seguito di un’altra segnalazione scritta, che denunciava comportamenti anomali al pronto soccorso. L’Ordine dei medici ha convocato un consiglio straordinario
ospedale Castel del Piano
L’ingresso dell’ospedale di Castel del Piano

CASTEL DEL PIANO. Era fine ottobre 2021, quando sono emersi i primi sospetti che all’ospedale di Castel del Piano c’era qualcosa di strano nei green pass di alcune persone che lavorano nella struttura, ottenuti da guarigione.

La comunicazione che stava succedendo qualcosa di anomalo al pronto soccorso di Castel del Piano è arrivata sul tavolo dell’Asl da fonte interna, dopo che la stessa fonte aveva ricevuto segnalazioni scritte su quanto presumibilmente stava accadendo. Ovvero che venivano utilizzati tamponi di persone positive fatti all’esterno, accettati e refertatati come interni, affinché fosse rilasciato, nel caso specifico alla dottoressa Angeli e ai suoi familiari, un green pass di avvenuta guarigione.

Non a caso tutto è accaduto a partire da ottobre, quando è diventato obbligatorio il green pass per andare al lavoro.

Una segnalazione di tale gravità, che immediatamente i vertici della Asl hanno preso le carte e si sono rivolti alla procura di Grosseto, che ha aperto un fascicolo e avviato le indagini, intorno all’inizio di novembre. 

Nei pronto soccorso aziendali già era vietato accettare tamponi esterni 

Peraltro ancora prima della segnalazione ufficiale e dell’apertura delle indagini, i responsabili dei pronto soccorso degli ospedali della provincia di Grosseto avevano ricevuto una comunicazione che ribadiva e ricordava l’assoluto divieto di accettare e processare tamponi che non fossero stati fatti all’interno della struttura, dal personale addetto.

Altri 5 tra medici e infermieri nel registro degli indagati

All’inizio sembrava che il sistema messo in piedi riguardasse solo la persona della direttrice del pronto soccorso, Fabiola Angeli, e un altro medico dell’ospedale, Stefano Bruni, poi piano piano è venuto fuori che il giro si era allargato ai familiari della stessa Angeli, che beneficiavano di un falso green pass.

Ma a finire nel mirino della procura sono anche altre 5 persone, tra medici e infermieri che lavorano in  pronto soccorso e in altre aree dell’ospedale amiatino.

Un “circolo no-vax”, come qualcuno lo ha definito, in cui accanto alla falsificazione, agli atti e documenti, si sono aggiunti anche comportamenti omertosi e conniventi.

Pasqualini: «Sono sbigottita e attendo la comunicazione ufficiale della Procura»

«Non ho ancora ricevuto la comunicazione ufficiale della procura, ho appreso la notizia dai giornali. Sono Sbigottita», dice Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto, che ha convocato per questa sera, 10 marzo, un consiglio straordinario sulla questione.

«Ho piena fiducia nella magistratura e attendo il termine delle indagini, sperando che le accuse non vengano confermate e che venga fatta completa chiarezza sulla vicenda. Naturalmente non possiamo non tener conto di questo fatto di per sé gravissimo e questa sera ne discuteremo in condiglio».

«Se quello che viene contestato agli indagati venisse confermato, sarebbe gravissimo. Per due motivi – aggiunge –  se un medico non crede nella scienza e rifiuta di vaccinarsi, se ne deve anche assumere la responsabilità e agire di conseguenza. Invece, qui, ecco il secondo motivo ancora più grave, se venisse accertata la colpevolezza, siamo di fronte a una professionista che ha fatto leva sul proprio ruolo per commettere un atto illegale».

 

 

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