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Entra nel cortile dietro casa e azzanna le capre

Erano le mascotte dell’agriturismo. Una è morta, l’altra è ferita: in stato di choc, si è messa in un angolo, terrorizzata. L’allevatore spera che almeno lei sopravviva
Capre capretta uccisa
Le caprette attaccate

GROSSETO. Erano solite stare nel cortile con le galline. In questi anni a quelle capre non era mai accaduto nulla e nessuno si immaginava che un predatore potesse arrivare fin lì, proprio dietro casa, per cercare di ucciderle.

Lorenzo Piras, che ha l’azienda in località Pian del Bichi, tra Ribolla e Montemassi, quando nel primo mattino di oggi, 20 novembre, è andato verso il pollaio, si è trovato davanti a uno scenario che mai avrebbe voluto vedere.

Le sue caprette erano a terra, con il sangue alla gola, una colonna del recinto era stata abbattuta e la rete schiacciata. All’interno, impresse sul terreno, c’erano chiare impronte di un predatore: un canide.

impronte lupo canide Predatore capre caprette
L’ampiezza delle impronte del predatore trovate nel cortile delle caprette

Lorenzo nella sua azienda alleva anche vacche di razza chianina e dopo aver preso coscienza di quello che era successo, è accorso in direzione della stalla. Un luogo che ospita diversi giovani vitelli e alcune chianine gravide. Fortunatamente nessuna era stata attaccata.

Lorenzo Piras
Lorenzo Piras nella stalla con le vacche chianine

Le caprette attaccate nella notte

Le caprette sono state attaccate nella notte tra il 19 e il 20 novembre. Come sempre riposavano nella loro area fuori dall’ingresso del pollaio, quando un predatore si è introdotto nel recinto. Durante l’attacco, come da prassi nei casi di predazione, il canide le ha morse all’altezza del collo. Una delle due purtroppo, non è sopravvissuta. Durante l’assalto alla seconda, qualche rumore deve aver disturbato il predatore, perché ha lasciato la presa quando la capretta era ancora in vita e si è dato alla fuga.

Lorenzo Piras è infuriato. «Quelle caprette erano le mascotte dell’agriturismo – racconta – I bambini ci andavano sempre a vederle, ci portavamo le famiglie. Potevano accarezzarle, dargli un po’ di erba, giocarci. Avevano 3-4 anni, non sarebbero cresciute dell’altro, per stare con i bambini erano l’ideale. La capretta che è rimasta in vita è stata curata e spero sopravviva, ma si è messa in un angolo ed è terrorizzata».

La capra attaccata riamsta ferita
La capra attaccata riamsta ferita

«A livello affettivo, alle due caprette, eravamo legati noi quanto i nostri clienti – dice Piras – È assurdo che un predatore sia arrivato fin sotto casa per ucciderle. Non era mai successo né ce lo aspettavamo. Altrettanto assurdo è che non si riesca a trovare un rimedio a un problema che è sempre più grave, quello delle predazioni. Le soluzioni non si trovano e intanto gli animali, al pascolo o nei recinti, vengono sbranati e le aziende chiudono».

Autore

  • Federico Catocci

    Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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