GROSSETO. È entrato nell’atrio del palazzo del Governo, in piazza Rosselli, con una bottiglia di vetro in mano, urlando. L’agente di guardia ha dato l’allarme e in pochi minuti, in Prefettura, sono arrivati i carabinieri e gli agenti della questura. Ma quell’uomo, di origini africane, non aveva cattive intenzioni.
Urlava dalla disperazione, perché non riesce a trovare un lavoro. E venerdì 28 febbraio, nel pomeriggio, ha provato a varcare la soglia del grande atrio e a chiedere aiuto.
In Italia da anni ma senza un lavoro
È una delle tante storie di disperazione, quella che ha fatto scattare, per pochi minuti, l’allarme nel palazzo del Governo. L’uomo, che ha 32 anni, nessun precedente penale ed ha anche la protezione internazionale per i rifugiati, è arrivato in piazza Rosselli urlando.
In mano aveva una bottiglia di vetro e l’agente di guardia ha allertato i colleghi. Ma le intenzioni dell’uomo erano tutt’altro che violente: voleva un lavoro, chiedeva che la sua disperazione fosse ascoltata, sperava in un aiuto.
Il capo di gabinetto della prefettura, Michele Bray, è sceso dal suo ufficio per capire cosa stesse succedendo. L’uomo, in Italia da tanti anni, gli ha spiegato la sua situazione. Nonostante parli benissimo la nostra lingua e nonostante abbia una casa, non riesce a trovare lavoro.
Una situazione, ha raccontato, che va avanti da anni. Venerdì pomeriggio, non ce l’ha fatta più e si è messo a gridare, sperando così di farsi sentire. Durante il colloquio con il capo di gabinetto, il trentaduenne si è messo a piangere, chiedendo scusa per aver causato tutto quel trambusto.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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