GROSSETO. Enegan sta pensando di trasferire la propria attività a Vinci. Da giorni arrivano numerose voci che dicono che la più grossa azienda privata locale presente sul nostro territorio e che dà lavoro a oltre 150 dipendenti, dietro ai quali ci sono altrettante famiglie, sia prossima al suo trasferimento nella sede principale di Sovigliana, peraltro assai più grande di quella di via Senegal.
Lo abbiamo chiesto a Massimo Bismuto, socio e fondatore della Enegan spa, sede di Grosseto, che la dirige e la segue fin dal momento della sua inaugurazione nel 2017.
Signor Bismuto, ma è vero quanto si vocifera in città?
«Vede: è d’obbligo e corretta la mia secca smentita; di voci ne sono sempre girate tante e moltissime senza mai alcun fondamento veritiero».
Quindi, sia l’indotto che gli Enti locali che ne beneficiano, ma maggiormente le famiglie per le quali la sede lavorativa è di vitale importanza, possono stare sereni?
«Sereni è un parolone: io porrei la domanda in altro modo».
Quale?
«Poniamo il caso che i miei soci, domattina, in assemblea mi chiedessero ufficialmente un parere in merito a tale ipotesi, mi dispiace asserirlo e se dicessi il contrario non sarei un buon imprenditore: l’unificazione delle due sedi in una sola sede, è innegabile, porterebbe all’azienda un importante beneficio in un’ottica di ottimizzazione di tanti costi, allo stato di fatto attuale, duplicati».
«Gli stessi servizi che offriamo nella sede di Grosseto, in realmente poco tempo, potrebbero essere operativi anche nella sede di Vinci, che già potrebbe ospitare tutti, essendo ben 5 volte più grande di quella di Grosseto. E certamente, che nessuno me ne voglia, con ampi e maggiori benefici territoriali».
Bismuto: «Là c’è collaborazione con gli Enti, a Grosseto zero»
Capisco, ma non mi è chiaro il concetto dei benefici.
«Mi esprimo meglio: gli enti dei Comuni di Empoli e di Firenze, sono in stretta collaborazione in molteplici iniziative territoriali con la sede di Vinci: basta curiosare sul web: da poco con l’università di Firenze e con il sostegno dei Comuni di pertinenza è decollato un progetto E-Cube, per la realizzazione di molte comunità energetiche».
«Per non elencare le azioni di collaborazione che abbiamo in essere da anni con Palazzo Strozzi con Enegan Art, le donazioni e il sostegno e la collaborazione tra imprese che abbiamo attive da anni con il Meyer e con Dynamo Kemp a Pistoia. La partecipazione e il supporto di Enegan, sede di Vinci, a mille altre iniziative tra imprese e con il sostegno e la partecipazione degli Enti locali, è infinita e non sto qui a elencarle».
«A Grosseto? “Zero”, ed è una sopravvalutazione dell’entità della realtà. La lascio immaginare pertanto, a che pro dovrebbe rimanere se non come duplice costo la sede di Grosseto? Perché? Si immagina i comuni limitrofi a Vinci come ne sarebbero felici? Qui a Grosseto, sembra che si dia fastidio… questa è la mia personale percezione».
Ma perché dice questo di Grosseto?
«Guardi che lo asserisco assumendomi la mie responsabilità, ma è indubbia la totale assenza di ogni tipo di forma di collaborazione più volte richiesta e presentata: risposte a chiacchiere, tante, nei fatti zero assoluto».
«Due anni fa fui ricevuto dal sindaco e mi fu presentato il segretario generale per poter condividere tutti i servizi che le aziende offrono: sembravano aperte mille possibili collaborazioni; nei fatti fu solo un’ennesima perdita di tempo. Mai ricevuto alcuna risposta o proposta alternativa sui mille servizi che invece, offriamo fuori comune con gran successo».
«Mentre invece è vero e innegabile l’esatto contrario: c’è una costante e ripetuta vessazione, ripetuti controlli su tutte le unità locali presenti nello stabile e da parte di tutti gli Enti».
«Roba da non crederci e che realmente dispiace e infastidisce perché queste cose oltre che essere una perdita di tempo con tanta documentazione da presentare, non generano, grazie a Dio, nulla. Ma non basta: regolarmente ogni 2/3 mesi qualcuno si presenta e chiede verifiche, coinvolgendo dipendenti, manager a lavoro extra».
I controlli ripetuti al ristorante e i 7 anni per il nuovo progetto
Ci fa un esempio?
«Il mese scorso, solerti funzionari di un ente che non sto qui a richiamare, sono venuti all’ennesimo controllo del ristorante che qui in sede, abbiamo dato in gestione. Sono venuti ben 3 volte eccependo cosa? Che uno dei lavandini (ce ne sono 5) all’interno della cucina non era in regola perché doveva essere munito anche di acqua calda e non solo fredda».
«In uno dei locali tecnici, era aperto un quadro del controsoffitto per permettere il passaggio dei tubi di areazione a 3 vie (tra i pochi in Italia e che hanno consentito la tripla A di classe energetica ), sostenendo che poteva consentire l’ingresso di topi».
«Sono sceso, perché chiamato a rispondere personalmente di quanto eccepito, e ho dovuto rispondere semplicemente questo: “scusate signori, con questa di adesso il ristorante è alla terza gestione, è stato sempre controllato e sono state sempre ritenuta la sede e la cucina tra le più a norma presenti in Italia, ora arrivate voi e ci eccepite la mancata presenza di cosa? In merito al pannello mancante, ciò è stato fatto per evitare degli inutili buchi nello stesso, perché comunque l’igiene era a prescindere garantita in quanto sopra al controsoffitto è presente un intero piano in cemento armato”. Secondo loro da dove potevano entrare i topi?»
«E vuole sapere com’è finita? Che nonostante fosse tutto a posto, la gestione del bar ha dovuto pagare 180 euro, perché la seconda visita è a carico dell’esercente».
Ma gli ostacoli li trova anche nel suo progetto personale a cui lavora da anni?
«Il progetto (una struttura ricettiva turistica, ndr) è partito 7 anni fa, forse ambizioso, ma spero di portarlo a termine nei prossimi 2 anni. Vedrà un ulteriore impiego di oltre 40/50 unità lavorative già previste e con diverse mansioni e senza contare l’indotto sul territorio».
«Ma sono 7 anni che va avanti, continuamente con mille ostacoli, vincoli e lentezze burocratiche: purtroppo è vero che sto pensando di chiuderlo e fare, come si dice, un pianto e un sospiro. Personalmente sono stanco e provato da tutto questo e a breve avrò 60 anni (è del 1964, ndr). Il mio l’ho fatto e anche il mio obiettivo di lasciare un segno del mio passaggio di vita sul territorio che ho amato e che ancora amo, credo di averlo raggiunto a prescindere da questo ulteriore aggravio di impegno e lavoro che ambivo di realizzare».
«Mi perdoni: chi me lo fa fare? Con la mia famiglia stiamo bene già per quanto ad oggi abbiamo costruito, perché da 60enne andarmi a infognare in altre problematiche essendo fin da ora consapevole che ne avrò di ritorno solo una moltitudine di problemi continui? Mi dica onestamente, perché dovrei farlo?»
«Deluso da tanta disattenzione»
La capisco e la sento veramente dispiaciuto.
«In realtà sono fortemente deluso di tutta questa disattenzione verso coloro che rischiano con il loro danaro frutto di mille sacrifici e che a tutti gli Enti e sul territorio portano mille benefici, diretti e indiretti».
«Invece che vessarli, aiutateli, ma questo non è nella mente di nessuno e in pochi capiscono a quali conseguenze possano portare le loro azioni verso imprenditori che investono sul territorio copiosamente e da molti anni, contribuendo a questi stessi Enti con centinaia di migliaia di euro versati regolarmente e mensilmente».
«Magari queste azioni da loro poste in essere, potrebbero coinvolgere e danneggiare anche qualche loro parente o amico in forza lavorativa attuale o futura, ma a loro poco importa».
Si sta sfogando stamani?
«Certo: se mi chiede un parere, onestamente le rispondo cosa penso di quanto io abbia vissuto e stia vivendo oggi: oltre all’impegno nel seguire correttamente le mie aziende mi trovo anche a trovare il tempo a impiegarmi in cose in cui invece dovrei ricevere pieno appoggio e sostegno sul territorio».
«Oggettivamente sono stanco e la risposta è sempre la stessa: chi me lo fa fare? Io sto già bene così, posso garantirglielo. Il resto era solo un extra e un tentativo di lasciare ai posteri la realizzazione di un altro grande progetto a beneficio della collettività e di Enti e indotto ad esso ovviamente legati per diverse competenze».
Ma torniamo all’ipotetico trasferimento della sede di Grosseto in cui sono presenti ben 2 aziende del gruppo e una in cui lei è amministratore unico, la Target Call srl.
«Le ripeto e credo di essere stato chiaro, come vedo che è molto informato sulle aziende presenti nell’edificio. Per le motivazioni sommariamente sopra esposte, a richiesta dei miei soci e del mio presidente Andrea Guarducci, di un’ottimizzazione di costi e benefici in caso di richiesta di trasferimento della sede di Grosseto a Vinci, non potrei altro che appoggiare tale decisione aziendale».
«Peraltro questo edificio dove siamo adesso già molte volte è stato richiesto integralmente o parzialmente, nel caso fossimo interessati a porlo in vendita o interessati a cederne parte in affitto. E questo sia da privati, ma anche da Enti amministrativi locali».
«Faccio l’imprenditore e non altro nella vita e le aziende si tengono in vita se ci si estranea da altre valutazioni: le rispondo in piena serenità, rispetto di tutti e serietà personale e intellettuale».
«Difficoltà a reperire personale»
«Aggiungo se mi consente, perché forse è anch’essa una valutazione importante da fare: le sa lei le difficoltà che abbiamo sul territorio locale a dare lavoro per esigenze specifiche e settoriali, a persone con determinati requisiti? Infinite!»
«E senza alludere alla Target Call di cui viene riconosciuta l’importanza e il proprio valore sull’intero territorio nazionale e che ha alle porte mille richieste di collaborazione che non riusciamo a poter accettare perché da 2 anni siamo alla ricerca di operatrici telefoniche che non si trovano, mentre in altre territorialità avremmo invece un fiume di candidati alla porta. Eppure ultimamente abbiamo anche lanciato la campagna a 9 euro garantiti l’ora. Siamo l’unica azienda di tale settore in Italia ad averlo fatto».
«Negli ultimi anni, grazie a mille scelte ben fatte e mille ostacoli e difficoltà superate (covid, blocco pagamenti, eventi climatici), siamo cresciuti fino ad arrivare al punto che Arera ci annovera tra le prime 10 aziende in Italia. Fonte Arera, non a mio dire. Non è quindi da escludere un’ottimizzazione strutturale per tutti i motivi sopra esposti e i benefici che questa potrebbe portare all’intero Gruppo Enegan».
E lei come farà?
«Guardi che a casa ho un’ottima WiFi e non ho alcuna difficoltà a collegarmi a bisogno via telematica; inoltre comunque, almeno una/due volte a settimana andrei in sede più che volentieri, senza alcun problema e anche lì, con oltre 2mila mq disponibili, sono certo che i miei soci, che posso definire ormai anche fratelli di vita per un percorso insieme che oramai dura serenamente da oltre 15 anni, mi realizzerebbero un mio ufficio pari a quello che ho nella sede di Grosseto».
«Inoltre il mio socio storico, Giovanni Pucci, residente nel Comune di Castiglione, è già tutt’ora presente a Vinci molte giornate nel corso della settimana. A maggior ragione tutto questo rappresenterebbe una serie infinita di ottimizzazioni. Magari questa telefonata che mi ha fatto mi ci farà realmente pensare, la ringrazio».
Il presidente Guarducci: «Restiamo, ma più dialogo»
Nel pomeriggio di sabato 16 marzo, qualche ora dopo l’intervista a Massimo Bismuto, il presidente di Enegan, Andrea Guarducci, ha diffuso una nota… rassicurante.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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