GROSSETO. È a rischio l’apertura di Emi in via Orcagna, anche se già ci sono gli scaffali e stanno montando i frigoriferi ed è già partita la campagna di reclutamento dei dipendenti.
La vicenda è complessa e va capita bene e interessa da vicino sia le associazioni di categoria, Ascom e Confesercenti, portatrici di interessi collettivi e da tempo in contrasto con l’Amministrazione per il proliferare caotico di supermercati e centri commerciali in città, sia Conad che, a due passi, ha una media struttura di vendita, in via Clodia, accanto al tiro a segno.
Tutti hanno richiesto un accesso agli atti per capire la questione.
E dall’accesso agli atti è venuto fuori il problema. Se poi sia tutto corretto lo diranno gli uffici, in questo caso l’ufficio commercio e l’ufficio urbanistica, coinvolti entrambi, sia pur per aspetti diversi. Oppure lo dirà il consiglio comunale, se la volontà politica della maggioranza farà approvare atti in questo senso.
In sostanza non basta ristrutturare un capannone per aprire un supermercato, almeno di certe dimensioni. Serve una licenza commerciale, in questo caso per una media struttura di vendita, cioè fino a 1500 metri quadri di superficie di vendita (i magazzini non contano). Ottenerla è possibile, ma ha un certo iter che, in questo caso, coinvolge anche la Regione.
Tutto è più semplice per un esercizio di vicinato, fino a 300 metri, per il quale basta una semplice Scia, acronimo che significa “Segnalazione certificata di inizio attività”. Si comunica che si apre e via, serve poco altro.
Ma, in entrambi i casi, gli strumenti urbanistici devono consentire l’apertura del negozio in quell’area. Se il piano regolatore non consente il commercio in quell’area, non si può ottenere una licenza.
L’accesso agli atti e le risposte dell’ufficio commercio
Così le associazioni di categoria, che non hanno niente contro Emi, sia chiaro, ma che chiedono solo il rispetto delle regole, hanno fatto un accesso agli atti all’ufficio del commercio, per capire se l’apertura in via Orcagna sia possibile.
La stessa cosa, con i propri avvocati, ha fatto Conad, in forma privata. Ma è evidente che le risposte date alle associazioni siano le stesse che sono state trasmesse all’ufficio legale di Conad a Pistoia.
Ascom e Confesercenti, la richiesta partirà lunedì, faranno quindi anche un accesso agli atti all’ufficio urbanistica, per capire cosa sia davvero previsto per quell’area.
Una cosa va chiarita, perché su questa vicenda si potrebbe aprire un contenzioso: la richiesta di accesso agli atti, in base alla legge 241/90, prevede che nel momento che venga fatta al tempo stesso sia avvertita la controparte. Quindi, al momento, Cittadella Immobiliare che sta recuperando l’immobile.
La risposta dell’ufficio commercio
La dirigente dell’ufficio commercio ha dato una risposta molto chiara, senza alcuna interpretazione e limitandosi, appunto, alla lettura degli atti.
La stessa risposta è stata mandata a tutti.
«Dalla ricerca effettuata dallo scrivente servizio attività produttive e commercio, si comunica che ad oggi non è pervenuta né istanza per il rilascio di autorizzazione all’apertura e/o trasferimento di una media struttura di vendita, né Scia per l’apertura di un esercizio di vicinato, in via Orcagna n. 28/30, nel comune di Grosseto. Inoltre, non risultano esistenti ad oggi titoli commerciali attualmente efficaci, all’indirizzo sopra indicato».
Insomma, al momento, in quell’immobile di via Orcagna, la licenza non c’è.
Il quadro urbanistico dell’area di via Orcagna
A questo punto la palla passa all’ufficio urbanistica. E anche qui la questione è complessa. Anche se l’ufficio l’ha, ovviamente, studiata a fondo.
Nel regolamento urbanistico approvato nel 2013 c’è una scheda normativa (AREA DI RECUPERO RC_02Ad – VIA ORCAGNA), rettificata poi nel 2015 con un altro atto del consiglio comunale che prevede per l’area:
- compartecipazione alla riorganizzazione funzionale di via Orcagna, assieme alle aree RC_02Aa, RC_02Ab, RC_02Ac, attraverso la realizzazione del ridisegno della maglia stradale e delle sistemazioni laterali;
- residenziale;
- residenziale con finalità sociali;
- commerciale di vicinato;
- direzionale
Nella scheda normativa, però, c’è anche una postilla, indicata con un asterisco che dice
- In caso di medie strutture di vendita già insediate alla data di adozione del RU (2013, ndr), le stesse potranno essere riqualificate e riconfermate a parità di superficie di vendita, nell’ambito dell’attuazione della previsione di recupero. Sono escluse nuove medie strutture di vendita o per trasferimento.
Al momento l’area è individuata come “zona bianca”, in sostanza zona ancora da normare.
Va detto che, in quell’area, pare ci sia anche un vecchio permesso a costruire del 2010. Che portava con sé la licenza commerciale. E che, in fase di ristrutturazione, sia stato riattivato quello. Quindi la proprietà è tranquilla.
Gli scenari possibili
Sia chiaro, peraltro, una licenza può essere richiesta anche mentre i lavori sono in corso, basta averla prima di aprire. Emi, che immaginiamo abbia avuto rassicurazioni prima di fare i lavori, del resto l’investimento è importante, può farla in ogni momento.
Quindi, al momento, dire che non può aprire è prematuro.
Nel caso che la richiesta arrivi all’ufficio commercio, questo ufficio non farà altro che interrogare il parallelo ufficio urbanistico per chiedere se possa rilasciarla. In sostanza, se in quell’area sia possibile aprire una media struttura di vendita.
Se sarà possibile, la rilascerà. Altrimenti darà il diniego.
Qualcuno la responsabilità della firma finale dovrà prendersela.
È chiaro che la situazione è complessa. In ultima analisi, se ci fosse la volontà politica e dovesse mancare l’assoluta certezza della correttezza dell’insediamento commerciale, potrebbe anche intervenire il consiglio comunale.
Le ipotesi che girano nei corridoi di piazza Duomo sono 2
- Introdurre una norma urbanistica che preveda un recupero di tutta l’area di via Orcagna, che è in parte degradata. Un atto politico, in sostanza, che dica “quella zona è tutta messa male, recuperiamola”. A quel punto sarebbero consentite nuove licenze.
- Introdurre una norma che consenta, nelle aree bianche, di recuperare un’eventuale vecchia licenza, anche se decaduta.
In quel capannone c’era la Fiat Chelli e Tintori, chiusa nel 2011, commercio di auto, ma sempre commercio. Una chiusura avvenuta senza trasferimento di licenza ad altra attività. Quindi prima dell’adozione del regolamento urbanistico, che è del 2013.
È chiaro che una soluzione politico-urbanistica di questo genere comporterebbe una battaglia istituzionale. Sempre che l’operazione sia fattibile anche dal punto di vista delle norme.
Staremo a vedere.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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