ALBINIA. Il progetto si chiama Under. Perché nasce con l’idea di riqualificare il viadotto di Albinia, ma la parte sottostante alla carreggiata, realizzata nel 2014, due anni dopo la terribile alluvione che mise in ginocchio buona parte della zona sud della Maremma e in particolare l’operosa frazione orbetellana.
Un progetto in più fasi che intende trasformare l’intera area, ora difficilmente fruibile dai cittadini, riqualificandola. Qualcosa di analogo è stato sperimentato in più luoghi a Buenos Aires, a Toronto in Canada, a Melbourne in Australia, ma anche a Genova.
«Riqualificare un’area o rigenerarla – spiega l’assessore Maddalena Ottali – è un modo per migliorare la vita dei cittadini e della sfera sociale, economica e ambientale. È anche un’occasione per dare a questa zona periferica non solo un aspetto nuovo, ma anche un motivo di rilancio dal punto di vista culturale, economico e sociale e chiaramente con attenzione agli aspetti ambientali».
I piloni decorati da artisti
L’obiettivo è recuperare gli spazi fra l’abitato e il fiume Albegna, in tre fasi. La prima, quella che partirà a breve, prevede che artisti decorino, usando alcuni colori scelti da quelli del paesaggio, i piloni del viadotto. In una seconda fase sarà realizzato un camminamento sotto al ponte, a con a fianco orti urbani. In una terza fase, infine, sarà recuperata anche tutta l’area agricola che va dal viadotto al fiume.
Curato dall’architetto urbanista Giovanni Ruffini, insieme alla grafica Caterina Donnini, questa prima parte del progetto avrà un costo di circa 730mila euro, che arrivano dal bando per la rigenerazione urbana.
«L’intervento – dice l’architetto Ruffini – è pensato anche per la condivisione e la socializzazione della cittadinanza, un luogo dove sviluppare nuove progettualità e attività sociali e culturali, coinvolgendo la comunità locale, ma anche un pubblico più ampio».
«L’opera pubblica e il lavoro degli artisti potrà essere di forte richiamo anche per un pubblico di visitatori e turisti stranieri, andandosi a inserire nei circuiti artisti e di land art, come il Giardino dei Tarocchi a Garavicchio – Capalbio, il Giardino di Daniele Spoerri a Seggiano, il Giardino dei Suoni di Paul Fuchs a Boccheggiano, il Giardino d’arte di Piero Bonacina, a Montegiove – Castel del Piano e il Giardino d’arte di Rodolfo Lacquaniti a Castiglione della Pescaia».
Il ruolo decisivo dell’associazione Agape di Albinia
Decisiva, per l’individuazione dell’area dell’intervento, è stata l’associazione Agape Onlus di Albinia, che ha promosso e realizzato anche il progetto Amaca (Albinia museo a cielo aperto) con moltissime installazioni artistiche in varie zone del paese. Un’associazione che opera da Albinia, in ambito sociale e artistico, da vent’anni.
«Quest’opera – spiega Maura Moscatelli, di Agape – rientra nel contesto di quel lavoro. Conosciamo bene la frazione e i suoi abitanti e tutto quello che contribuisce a fare comunità può far crescere la frazione».
Sempre informato con Maremma Oggi – Iscriviti ai canali Telegram e YouTube
Vuoi ricevere la nostra newsletter con le notizie principali? Clicca qui e iscriviti
Autore
-
Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli