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È morto il re dei gioielli Antonio Cocchia

Aveva 75 anni: nel suo negozio in via Matteotti sono passati migliaia di clienti
Una recente immagine di Antonio Cocchia
Una recente immagine di Antonio Cocchia

GROSSETO. È morto mercoledì 8 settembre all’ospedale Torregalli a Firenze, il gioielliere Antonio Cocchia: aveva 75 anni e da qualche giorno era stato ricoverato nella clinica Don Gnocchi, nel capoluogo toscano. Con il suo negozio in via Matteotti ha fatto brillare gli occhi a migliaia di donne e regalato sogni ad altrettanti uomini. Fin da quando, giovanissimo, decise di aprire la sua prima attività, un negozio di souvenir in via Udine.

Antonio Cocchia era figlio di un carabiniere. Nel 1960 cominciò quella che poi sarebbe diventata una cavalcata nel mondo dell’imprenditoria che continua ancora oggi: dal negozio in via Udine decise di allargarsi, aprendo un’altra attività dove vendeva tappeti in via Fiume. Poi la svolta, con la gioielleria che tutti a Grosseto hanno visitato almeno una volta, quella in via Matteotti e, a partire dagli anni Novanta, anche quella in via Cavour a Firenze. L’insegna Cavurotto, nel capoluogo toscano, ha campeggiato per anni in centro e il gioielliere ha vissuto a lungo tra la Maremma e Firenze.

Esperto perito e uomo galante

Dai regali da poche migliaia di lire ai gioielli più preziosi: entrare nel negozio di Cocchia è sempre stata una vera e propria esperienza. Il gioielliere, uno dei più esperti periti che si trovano in Maremma, seguiva le clienti una ad una.

Antonio Cocchia
Antonio Cocchia

Era un uomo galante, un uomo di altri tempi che sapeva come coniugare la capacità imprenditoriale con una gentilezza fuori dal comune. E i risultati, a Grosseto, sono stati negli anni prima della crisi, sotto gli occhi di tutti: durante le festività natalizie, per entrare nel negozio di Cocchia in via Matteotti, bisognava prendere il numero e mettersi in fila. I clienti, dalla gioielleria, non sono mai usciti senza un cadeau personale. Spesso un vasetto di marmellata, per addolcire le giornate delle famiglie che sceglievano la gioielleria Cocchia.

Sposato con Mirella, Antonio Cocchia lascia la moglie, i due figli Vittorio e Giada e i suoi amatissimi nipotini Tancredi e Guglielmo.

Il cordoglio dei commercianti

Cocchia era un associato di Ascom Confcommercio: faceva parte del direttivo ed ha rappresentato sempre la categoria dei gioiellieri dell’associazione. La camera ardente sarà allestita oggi, giovedì 9 settembre alle 14.30 all’obitorio dell’ospedale Misericordia, dopo il trasferimento della salma da Firenze dove l’imprenditore si trovava ricoverato in questi ultimi giorni. Venerdì 10 settembre, si svolgeranno i funerali in Duomo, alle 16,30.

Persona eclettica con una grande cultura classica, Antonio Cocchia era una vera personalità in Maremma e in tutta la Toscana. «Cocchia amava il suo lavoro; lo ha portato avanti, in tutti questi anni, con quell’immensa dedizione necessaria per ottenere le più grandi soddisfazioni. È stato anche un precursore in campo imprenditoriale nel nostro territorio – dice Giulio Gennari presidente di Confcommercio Grosseto – Nonostante i numerosi impegni, ha però sempre trovato il tempo per dedicarsi anche alla nostra associazione, nell’intento di fare squadra e di far crescere il suo comparto. Con la sua scomparsa, la città ha perso un vero imprenditore, un esempio di professionalità per le nuove generazioni».

Grande la commozione in Confcommercio dove per molti era un amico. Anche il presidente uscente Carla Palmieri è molto legata alla famiglia Cocchia. «Ho avuto la fortuna di conoscerlo ed oltre ad essere una persona squisita sotto il profilo umano – aggiunge Alessandra Merli, presidente del sindacato Federpreziosi Confcommercio Grosseto – era una persona generosa e di ampia cultura. Antonio Cocchia ha rappresentato una colonna portante dell’oreficeria e della gioielleria a Grosseto». Il direttivo e l’intero staff di Ascom si stringono alla famiglia, a cui vanno le più sentite condoglianze.

 

 

 

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