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Dormire in un faro su un’isola deserta in Maremma si può

A mezz’ora di navigazione dalla costa l’impresa straordinaria di Fabio Biagini che insieme al Club subacqueo grossetano e a due amici ha realizzato un b&b unico al mondo nel faro delle Formiche: due camere, uno chef e per compagno solo il rumore del mare

GROSSETO. «Il letto, come molti altri dello stesso tipo, è una specie di cuccetta incassata nel muro; accanto al giaciglio c’è un piccolo mobile con una sveglia e un avvisatore di chiamata collegato con la radio». Si legge così nel racconto di Andrea Peggion che ha descritto l’arrivo, nel 1983, del farista sulla Formica grande

Il faro, allora, era gestito dalla Marina militare. Dagli anni Settanta fu utilizzato a scopi di ricerca da varie Università e Centri di ricerca. Tra questi c’era anche la Saclant Asw Research Centre – Supreme Allied Commander Atlantic. Un organo esecutivo della Nato che si occupa della ricerca nel campo scientifico e tecnologico.

I ricercatori condussero qui studi per l’acustica subacquea e l’oceanografia, e l’isola e il suo faro furono utilizzati per scopi di ricerca scientifica. A seguito di questo accordo, il Centro eseguì importanti lavori di ristrutturazione. Il faro fu così trasformato in un vero e proprio laboratorio dotato di foresteria per tecnici e scienziati. Nella foresteria erano stati realizzati una cucina, i servizi ed era stato dotato di un generatore di corrente.

Una suite unica sull’isola da sogno

Oggi invece, il faro è diventato un b&b esclusivo, che può accogliere fino a quattro ospiti per volta per vivere un’esperienza unica. Vivere il giorno su un’isola deserta nell’Arcipelago toscano e dormire di notte cullati dal rumore del mare, senza luci che possano offuscare la bellezza delle stelle. 

A buttarsi in questa impresa straordinaria è stato Fabio Biagini, insieme al Club subacqueo grossetano e a due amici, Silvia Santini e Luca Scarpini, titolari dell’agriristorante Le Tre fonti di Roselle. 

Biagini, operatore turistico che il mare ce l’ha nel sangue e presidente del Club subacqueo grossetano, che è nato nel 1952, le Formiche le ha sempre vissute dal mare. Immersioni, giornate di pesca subacquea. Fino a quando, nel 2015, il ministero della Difesa ha deciso di mettere a bando la gestione di diversi fari in Italia, attraverso il progetto Valore Paese Italia – Fari.

Il bando, poi ritirato, è stato di nuovo pubblicato 2017. E Biagini, dopo aver creato un’apposita società, la Sea Turtle Friends srl della quale fa parte, con il 2% delle quote, anche il Club del quale è presidente, si è aggiudicato l’isola, firmando il contratto con Difesa servizi spa, la società che gestisce i beni della Difesa. 

Tutti gli ostacoli prima dell’apertura

Non è stato un viaggio semplice quello intrapreso dall’imprenditore grossetano e dai suoi compagni di avventura, per vedere realizzato il sogno di aprire le porte del faro ai turisti. «Nel 2018 abbiamo firmato il contratto con Difesa servizi spa- spiega – poi abbiamo dovuto aspettare le autorizzazioni e infine i lavori sono cominciati nell’ottobre dello stesso anno». 

Lavori di ristrutturazione che sono terminati alla fine di luglio del 2019 e che sono costati poco meno di 700.000 euro. Il progetto di riqualificazione è stato studiato fin nei minimi dettagli dall’ingegner Alessandro Ceciarini e dall’architetto Amedeo Ceciarini che hanno seguito tutte le fasi del recupero.  

Le autorizzazioni all’avvio dell’attività sono arrivate nel 2020. «Poi però c’è stato il Covid – dice Biagini – Per noi è stata un’occasione mancata. Erano molto richiesti luoghi isolati come questo, ma abbiamo avuto un problema con lo chef che si è sentito male pochi giorni prima di venire qua. Quindi, la struttura è rimasta chiusa». 

Oltre al Covid, un altro problema che la società di Biagini ha dovuto superare, è stata la disposizione del ministero dei Trasporti, che nel 2016 ha deciso che l’isola non faceva più terra. «In sostanza il ministero ha detto che non esisteva un approdo sicuro – dice – e questo ci creava non pochi problemi assicurativi per far sbarcare i nostri ospiti. A causa di questa disposizione, ad esempio, non abbiamo potuto far scendere sull’isola Lebron James».

Un problema non da poco, che è stato risolto soltanto a fine primavera nel 2022 e definitivamente formalizzato nel 2023 quando il Comune ha autorizzato l’attracco alle boe di ormeggio.

Due camere, il mare e un letto di stelle

Dal 2023 sono cominciati ad arrivare i primi clienti. Qualche italiano, molti dai Paesi arabi, un po’ di inglesi e statunitensi. Persone disposte a spendere per vivere un’esperienza unica al mondo. Un’esperienza esclusiva. 

Due le camere matrimoniali, entrambe con grandi finestre che guardano il mare, bagno privato, un salone e una cucina attrezzata, dove, a solleticare il palato degli ospiti c’è uno chef pronto a soddisfare tutte le esigenze. Il faro, arredato con grande cura grazie al gusto di Silvia Santini con la collaborazione del negozio di mobili Sensini, non è rivolto ai turisti che cercano il lusso sfrenato. Ma a chi vuole lasciarsi alle spalle per qualche giorno tutto quello che fronteggia nella vita quotidiana. 

Da quando si lascia il porto di Talamone, dove la società ha il gommone per raggiungere l’isola, s’intraprende infatti un viaggio di non ritorno. La costa maremmana si spalanca con tutta la sua bellezza davanti agli occhi dei naviganti. Per mezz’ora ci si tuffa nel blu del mare, fino a quando non si comincia a intravedere, stagliato nell’azzurro del cielo, il bianco del faro. L’isola può essere raggiunta anche con l’elicottero: alla Formica grande è stata ripristinata la piazzola militare per l’atterraggio. 

«Le persone che vengono qui non si devono chiedere come devono impiegare il loro tempo – dice ancora Biagini – ma fanno semplicemente quello che le condizioni meteomarine permettono loro di fare. Il tempo qui ha uno scorrere diverso». 

Le due camere vengono affittate come un’unica suite, il personale ha una stanza propria e l’intera isola è a disposizione di chi sbarca

Sulla Formica grande o sei un naufrago o sei un re

Biagini lo sottolinea più volte: «Su quest’isola, o sei un naufrago o sei un re». E questo concetto, chi è sbarcato sull’isola, lo ha fatto proprio. Di curiosità, le Formiche islands ne ha suscitata parecchia. «Ora come ora – dice Biagini – da parte degli americani della costa est, ma anche da parte degli indiani che ci contattano per organizzare eventi qui da noi». 

Ma ci sono anche italiani, arrivati sull’isola con le loro storie personali. Come un uomo che ha voluto l’isola per trascorrere quattro giorni in mezzo a una tempesta di libeccio o un altro che ha voluto passare la notte nel faro insieme a suo padre, malato terminale. L’ultimo regalo che ha voluto fare al suo genitore. 

I costi, ovviamente, non sono alla portata di tutti. Ma chi può permettersi di trascorrere una notte sulla Formica grande oltre ai tuffi nel mare cristallino dell’isola, ai pranzi e alle cene preparate dallo chef e alla sensazione di essere appunto, un naufrago o un re, può anche godersi un bagno nell’affioramento naturale di acqua sorgiva che supera i 38 gradi di temperatura. E che ha creato, a due passi dal mare, una pozza termale naturale nella quale immergersi. 

Un’isola unica da preservare

L’isola non è mai stata accessibile, anche se, negli anni in molti sono sbarcati senza avere il permesso di farlo. A Grosseto, molti ricordano di quando scendevano a terra per andare a raccogliere lumache. Ma la presenza di massa dell’uomo, non ha fatto bene a questo gioiello che si trova nel cuore dell’Arcipelago toscano. 

«L’isola è stata vandalizzata negli anni – dice Biagini – ma è un’area protetta e il senso di affidare la gestione di spazi come questi ai privati è anche questo: cercare di preservarli il più possibile». Compito di chi si aggiudica la custodia dell’isola – in questo caso la società guidata da Biagini – è quello di preservarne l’ambiente filtrando ma anche vietando l’accesso alle persone non autorizzate. Un obbligo questo, che è imposto dalla valutazione di incidenza ambientale della Regione toscana. 

L’accesso quindi, è riservato a poche persone per volta. Perché su quel terreno di sei ettari in mezzo al mare, ci sono anche specie endemiche che devono essere tutelate: la lucertola campestre e il limonium dorie che cresce soltanto qui. 

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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