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Dopo il Tar l’Anac. Il progetto del porto di Talamone all’Autorità anticorruzione

Il comitato Salviamo Talamone invia all’Autorità anticorruzione la procedura per la nuova concessione al porto. E Unimpresa si associa
Una splendida veduta di Talamone, in primo piano il porto
Una splendida veduta di Talamone, in primo piano il porto

TALAMONE. Da una parte il ricorso al Tar, che l’avvocato Pierluigi Chech ha presentato a nome della maggior parte dei titolari di concessioni sul porto di Talamone, dall’altra adesso l’intero dossier è stato inviato dal comitato Salviamo Talamone all’Anac.

L’Autorità nazionale anticorruzione, in acronimo Anac, è un’autorità amministrativa indipendente italiana con compiti di tutela dell’integrità della pubblica amministrazione, contrasto dell’illegalità, lotta alla corruzione, attuazione della trasparenza e di controllo sui contratti pubblici.

E Unimpresa si accoda alla denuncia del comitato, chiedendo ad Anac di aprire un fascicolo sul caso in tempi brevi.

Salviamo Talamone ad Anac «Presunte irregolarità sulla concessione»

Il comitato Salviamo Talamone ipotizza presunte irregolarità nell’assegnazione della concessione per la riqualificazione dell’approdo di Talamone, procedura gestita dal Comune di Orbetello.

«Auspichiamo – scrivono dal comitato – che venga aperto un dossier in tempi rapidi da parte dell’Anac che potrebbe valutare anche i profili attinenti le norme sui servizi pubblici locali, in linea con quanto disposto dal decreto legislativo 201 del 2022. In particolare, il progetto di trasformazione dell’approdo in porto turistico, approvato con una serie di delibere comunali tra il 2023 e il 2024 e affidato alla società Porto Turistico Talamone, sembra essere stato concesso senza l’indizione di una gara pubblica».

«Tale scelta appare in contrasto con i principi di trasparenza, concorrenza e parità di trattamento previsti dalle normative nazionali ed europee. Il cuore della questione riguarda l’assenza di una procedura competitiva per l’assegnazione della concessione. Una scelta, quella dell’amministrazione comunale, che limita la possibilità per altri operatori economici di partecipare al processo, in violazione dei principi sanciti dalle direttive europee 2014/23/UE e 2014/24/UE»

«Alla luce di tali considerazioni, chiediamo all’Anac di verificare la legittimità della procedura seguita dal Comune di Orbetello, accertando eventuali violazioni dei principi di trasparenza e concorrenza e adottando i provvedimenti necessari per ristabilire la legalità e garantire l’osservanza delle normative sulle concessioni pubbliche. Ci rendiamo fin d’ora disponibili a fornire ulteriori dettagli o documenti utili all’istruttoria, mettendo a disposizione dell’Autorità le delibere comunali e copia del ricorso presentato al Tar della Toscana».

«Confidiamo nell’intervento dell’Anac affinché venga rispettata la buona amministrazione e si eviti il consolidarsi di pratiche che limitano la partecipazione e la concorrenza nel settore pubblico».

Unimpresa: «Anac risponda in fretta»

Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara sostiene l’iniziativa del comitato Salviamo Talamone.

«Il rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza e parità di trattamento è fondamentale per garantire una gestione equa e legittima dei beni pubblici e per tutelare l’accesso al mercato da parte di tutti gli operatori economici, sia locali che nazionali. In un contesto così rilevante per l’economia del territorio, è essenziale che le procedure adottate rispecchino i criteri più rigorosi di correttezza amministrativa, come richiedono le direttive europee».

«Chiediamo dunque che l’Anac dia una risposta urgente a questa segnalazione, avviando un’indagine approfondita per verificare la conformità delle azioni del Comune di Orbetello alle norme vigenti, in particolare per quanto riguarda l’ambito dei servizi pubblici locali in linea con il decreto legislativo 201 del 2022. Un chiarimento in tempi rapidi è essenziale poiché il caso del gioiello del Parco della Maremma rappresenta un pericoloso precedente a livello nazionale, in grado di minare la concorrenza».

«È cruciale che ogni progetto di sviluppo locale avvenga nel rispetto delle regole di trasparenza e concorrenza, per evitare il rischio di pratiche che potrebbero compromettere la fiducia degli operatori e della cittadinanza nella pubblica amministrazione. Siamo al fianco di tutte le realtà che promuovono la legalità e la correttezza nei procedimenti pubblici, nella convinzione che solo attraverso una gestione chiara e condivisa si possa garantire il benessere collettivo e un’economia più giusta e inclusiva» aggiunge il presidente di Unimpresa.

 

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