GROSSETO. La vicenda della Diaccia Botrona, quei 200 ettari di zona umida protetta (su circa 900 totali) che facevano parte del bando per l’alienazione dei terreni della Provincia, fa scatenare una bagarre politica. Perché da una parte la Provincia, a guida Francesco Limatola, ha fatto sapere di aver “ricomprato” dagli aggiudicatari, il gruppo umbro Farchioni (con la società La Pioppa, insieme a Bonifiche Ferraresi), quella “fetta” di Diaccia per assegnarla in gestione al Comune di Castiglione, dall’altra l’opposizione, che con Vivarelli Colonna era al governo di palazzo Aldobrandeschi quando fu fatto il bando, sostiene che era tutto previsto.
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Al punto che Andrea Vasellini, della lista Vivarelli Colonna, parla di «balla mediatica». Sulla stessa linea Guendalina Amati, di Fratelli d’Italia,
Vasellini: «Falsità targate Pd e 5 Stelle»
Vasellini ci va giù duro: «Non si possono ascoltare le falsità targate Pd e 5 stelle. Si assiste a una vera e propria mistificazione della realtà. C’è un bando pubblico chiarissimo che tutti quanti possono leggere: è falso e offensivo per l’intelligenza altrui far sapere che la Provincia fa dietrofront sulla Diaccia Botrona, sbandierando che grazie al governo Limatola 200 ettari verranno strappati ai privati e resi pubblici».
E ancora: «È una vera e propria presa in giro mediatica che lascia sbigottiti: è evidente che il Pd ha un retro pensiero per cui i cittadini della provincia di Grosseto sono facili da prendere in giro così come gli esponenti politici del Movimento 5 Stelle. Solo questo può spiegare l’incredibile annuncio dato dalla presidenza della Provincia».
«L’unica cosa vera è che venerdì 10 febbraio in ottemperanza a quanto previsto dal bando realizzato da Vivarelli Colonna, la Provincia alienerà i terreni facenti parte della Diaccia Botrona ai soggetti privati che se li sono aggiudicati. Per quanto riguarda i famosi 200 ettari di zona palustre questi saranno sottoposti al vincolo dell’articolo 2645 ter così come era previsto dal bando, non si capisce cosa abbia fatto la provincia amministrata da Limatola in tutto ciò, se non seguire pedissequamente quanto già era stato predisposto».
«Tuttavia il Pd rivendica come un proprio risultato la semplice attuazione del bando cercando di far passare come vittoria la posizione di un vincolo di destinazione già previsto. Fra l’altro su un’area che non è coltivabile perché palustre e che chiaramente non ha mai interessato i soggetti aggiudicatari».
«Questo pone il Pd di fronte a una grande responsabilità prima di tutto morale nei confronti dei propri elettori e dei propri alleati Cinque stelle che proprio dietro la promessa di annullare il bando avevano dato l’appoggio elettorale al Pd consentendogli di vincere le elezioni provinciali».
Amati: «Tutto già previsto nel bando»
«Apprendiamo dalla stampa locale – commenta Guendalina Amati, consigliere provinciale e capogruppo di Fratelli d’Italia – delle uscite sensazionali da parte del presidente Limatola e dei suoi compagni di giunta sul “dietrofront” relativo alla Diaccia Botrona, che si riprenderebbe i 200 ettari, il tutto per riparare alle varie promesse elettorali con le quali avevano incantato Gori e i 5Stelle, con il “blocco della vendita”, oltretutto prendendo in giro anche gli ignari cittadini».
«In sede di consiglio provinciale – prosegue Amati – la maggioranza ha portato in votazione una delibera, come quella relativa alla Diaccia Botrona, che al massimo poteva essere trattata come presa d’atto, e nulla più. Infatti, vorrei ricordare al presidente Limatola, che il precedente presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna nel bando che aveva emesso, aveva previsto un preciso comma, con il quale il futuro acquirente in caso di aggiudicazione, veniva vincolato. Pertanto, Limatola non ha né bloccato la vendita, ma né tantomeno si è ripreso i 200 ettari, perché tutto questo era già stato previsto nel vincolo del bando che fece a suo tempo Vivarelli Colonna».
«Adesso, su quei terreni: i famosi 200 ettari della Diaccia Botrona sottoposti a vincolo come disposto nel D.lgs. 42/2004, art.142, ci sarebbe stato un vincolo di destinazione d’uso di 90 anni. Tale vincolo, – spiega la capogruppo di Fratelli d’Italia – venne apposto con lo scopo di destinare tali terreni al perseguimento del fine pubblico rappresentato dalla gestione dell’area da parte di soggetti pubblici».
«Quindi, basta con le bugie, e basta con la mistificazione e falsificazione della realtà. Se l’attuale maggioranza piddina in consiglio provinciale non è in grado di fare ciò che aveva promesso in campagna elettorale, soprattutto ai 5Stelle che l’ha votata, abbia almeno il ritegno di dire veramente come stanno le cose e non si ricopra di ridicolo».
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