Dazi Trump, l'agricoltura e il settore chimico sono sotto scacco | MaremmaOggi Skip to content

Dazi Trump, l’agricoltura e il settore chimico sono sotto scacco

La misura protezionistica del presidente americano rischia di affossare anche l’economia della Maremma. Breda: «Dobbiamo attendere la risposta dell’Unione europea»
A sinistra Riccardo Breda e a destra Simone Castelli
A sinistra Riccardo Breda e a destra Simone Castelli

GROSSETO. 50, 30, 25, 34, 47. No signori, non si tratta né di una tombolata e nemmeno dei numeri da giocare al Superenalotto, ma sono le percentuali dei dazi che l’amministrazione di Donald Trump ha imposto a chi intende esportare i prodotti negli U.S.A. Una manovra che costerà alle tasche degli americani miliardi e miliardi di dollari. Ma che creerà problemi anche in Maremma. 

I mercati sono fragili, variabili e imprevedibili e l’equilibrio perfetto esiste solo nei libri di economia politica. Questo perché, come ogni cosa creata dall’uomo, sono soggetti alle emozioni delle persone. E se poi al potere c’è Donald Trump che vuole giocare a braccio di ferro, allora vedremo cambiare gli equilibri mondiali dei mercati. E lo vedremo anche qui dalla Maremma, come vedremo in difficoltà le aziende agricole, vinicole e chimiche del territorio.

«La domanda dei prodotti italiani negli U.S.A. è destinata ad abbassarsi a causa dei dazi, quindi per il mercato maremmano sarà difficile assestare il colpo e trovare altri compratori – dice Simone Castelli, presidente di Coldiretti – Trovare altri acquirenti non è semplice e immediato e inoltre si rischia di dare spazio ai prodotti che somigliano, ma non sono il Made in Italy all’estero».

Le aziende che ne risentiranno in Maremma 

I dazi sono misure protezionistiche per i mercati che hanno anche alcuni benefici: fanno crescere la domanda dei beni prodotti all’interno dello Stato. Ma sono un’arma a doppio taglio, visto che a pagare di più per questa manovra economica saranno proprio gli americani, che non potranno più permettersi il Made in Italy e vedranno i prezzi di qualsiasi bene abbia componenti estere impennarsi

«L’unica cosa che possiamo fare è attendere la risposta dell’Unione europea, perché non si tratta solo dell’Italia, ma di un domino mondiale: l’effetto a catena potrebbe essere veramente molto grave – dice Roberto Breda, presidente della Camera di commercio di Grosseto e Livorno – I settori dell’agroalimentare avranno una ripercussione immediata e le difficoltà ci saranno. È necessaria una soluzione diplomatica».

I mercati maremmani che subiranno un duro colpo sono i settori dell’agroalimentare, del chimico e del manifatturiero. Altri mercati potrebbero assorbire l’eccesso di offerta, ma non è semplice e immediato. Basti pensare a tutti quei prodotti italiani studiati appositamente per il mercato statunitense: quei beni con quelle caratteristiche specifiche a chi potrebbero interessare?

Secondo Breda la strada da seguire è quella del dialogo, anche se si tratta di una guerra commerciale. «Da un lato credo che i consumatori americani possano sostenere l’aumento del prezzo per la qualità dei prodotti maremmani negli U.S.A.. Dall’altro lato il mercato potrebbe avere qualche problema ad assestarsi dopo questo “terremoto”. Dipende tutto dalla risposta dell’Unione – dice – Credo che i contro dazi non siano la soluzione, si rischia solo di aumentare i prezzi nel mercato interno. Credo che l’Unione europea debba sedersi al tavolo delle trattative e provare a mitigare le cose attraverso la diplomazia».

L’agricoltura sotto scacco

L’esportazioni maremmane, oltre a una buona fetta del chimico del comune di Piombino, negli Stati Uniti si basano su olio e vino. Prodotti che possono essere imitati a discapito della qualità e del vero Made in Italy

«La batosta per il settore dell’agricoltura è molto forte, l’ennesimo stress test in un momento di crisi per tutto il settore. E l’unica speranza è che l’eccesso di offerta possa essere assorbito dal mercato sia interno che estero – dice Simone Castelli di Coldiretti – Poi diminuendo la domanda, teoricamente, il prezzo dovrebbe scendere, ma non è così semplice. Questo porta a uno squilibrio del mercato interno, in un momento di forte crisi dei consumi».

«Secondo me avvertiremo il problema in un momento secondario, verso settembre – continua – Circa il 30% del vino prodotto in Maremma è destinato agli Stati Uniti e anche una buona fetta dell’olio. E queste sono esportazioni importanti e continuative che dovranno essere riassorbite da altri mercati. Una soluzione che non è immediata. Credo che per risolvere la situazione, quando la diplomazia sarà arriva al limite, debbano essere presi in considerazione e valutati bene i contro dazi».

Cosa sono i dazi e gli obiettivi di Trump

Per comprendere la situazione che sta per cambiare i mercati globali è necessario capire a fondo i dazi, perché sapere che sono una tassa non basta. Sono anche misure protezionistiche del mercato interno, un elemento per l’equilibrio della bilancia interna e un modo per esercitare pressioni su altri Stati. E proprio su questo ultimo punto si potrebbe basare la politica economica di Trump

Le mosse del presidente americano potrebbero essere un braccio di ferro per piegare l’Europa alle sue condizioni: alla compravendita delle arme statunitensi e, forse, per avere delle licenze per gli investimenti in Ucraina una volta finita la guerra. Insomma la situazione non è affatto rosea, anche perché i dazi sono una misura che può generare una guerra commerciale, dove non c’è la crescita del mercato. E senza crescita tutto è destinato a crollare.

Con un mercato instabile, la paura fra i suoi componenti e prezzi alti la situazione sarebbe critica e si potrebbero cadere anche meccanismi di speculazione. Ma la soluzione non è assolutamente semplice: con i contro dazi si rischia di affossare settori già sofferenti su cui si basa l’economia locale e un ulteriore contrazione dei consumi, causata dall’aumento dei prezzi. Da un lato sono un’ottima difesa, ma dall’altro possono essere un ulteriore botta a mercati già in ginocchio.

E come sempre sarà il ceto medio-basso, sia negli U.S.A. che in Maremma, a risentirne di più: l’aumento del prezzo di un bene lo rende meno accessibile e da un lato fa alzare il costo della vita e dall’altro abbassa la qualità della vita

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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