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Dall’olio delle Maremme agli oli sartoriali: l’eccellenza di Frantoio Franci

Giorgio Franci, seconda generazione alla guida del Frantoio Franci di Montenero d’Orcia, racconta le origini della sua storia in azienda e la trasformazione che ha portato alla produzione di “oli sartoriali”
Frantoio Franci, l'eccellenza nell'olio extravergine di oliva
Frantoio Franci, l’eccellenza nell’olio extravergine di oliva

MONTENERO D’ORCIA. «Bono quest’olio! Ma di dove l’è?».

Siamo a Montenero d’Orcia, in provincia di Grosseto

“Ah, ho capito, allora è l’olio delle Maremme! L’olio delle Maremme l’è grasso!”

Questo scambio di battute con un ristoratore fiorentino, quando all’epoca Giorgio Franci era solo uno studente che per arrotondare provava a vendere l’olio della sua famiglia, suscitò nel giovane frantoiano alle prime armi un sentimento di sfida e di rivalsa.

La voglia di sfatare il falso mito di quegli anni, ovvero che l’olio toscano “buono” potesse provenire solo dai colli fiorentini e dall’area di Firenze.

A distanza di diverso tempo, Giorgio e gli altri olivicoltori toscani sono felici di poter dire che non è più così. E che l’extravergine di qualità viene prodotto anche in Maremma, nel caso specifico a Montenero d’Orcia.

Forse questo è un caso unico in Toscana, il punto d’unione di tre paesaggi di qualità iconici della regione: la Val d’Orcia, il Monte Amiata e la Maremma, per l’appunto.

E solo un paesaggio integro dal punto di vista ambientale e culturale può dar vita a un extra vergine d’eccellenza, come ben sa la famiglia Franci, da generazioni olivicoltori, frantoiani e custodi gelosi di questo borgo sospeso nel tempo.

Una famiglia, una storia

A raccontarci questa bella storia è, appunto, Giorgio Franci, più di trent’anni di esperienza passati tra gramole e separatori, fino a notte fonda.

«È a Montenero che siamo nati e cresciuti ed è qui che nel 1958 è iniziata la storia del nostro frantoio grazie a mio zio Franco e a mio padre, Fernando Franci, che, dopo aver acquistato lo storico oliveto Villa Magra, ristrutturarono un antico fienile per farne un frantoio».

Come avvenne la svolta?

«Fu quasi un caso. Nell’inverno del 1995 mi dedicai maggiormente al frantoio per aiutare mio padre, colpito da una brutta bronchite,  – racconta Giorgio – anche se in realtà stavo ancora studiando architettura all’università di Firenze. Fu quella l’occasione che fece scattare la molla. Passavo il mio tempo in frantoio e sfogliando la rivista “Uliveto” dei Mastri Oleari, notai che diversi produttori in Italia stavano creando un movimento per fare i primi passi verso la qualità. Inoltre un olio che avevamo fatto noi come lavorazione conto terzi aveva vinto il concorso il Leone d’Oro».

Un primo passo di una storia di successo

«Questa cosa mi stimolò. Già da qualche anno portavo le lattine del nostro olio a Firenze, e cominciai a fare le etichette per le bottigliette-campione (alla facoltà di Architettura avevo iniziato ad armeggiare con i primi software di grafica) e vedevo che il prodotto veniva apprezzato. Quindi l’idea: non facciamo solo le lattine ma una bottiglia, qualcosa di più bello».

«Dopo mesi di trattativa coi miei,- prosegue Giorgio – riuscii ad avere un piccolo assegno per comprare due pallet di bottiglie. Disegnai l’etichetta, partecipammo ad una fiera: non ce n’era per nessuno, la bottiglia era la più bella ed elegante. Così esordimmo sul mercato con il Villa Magra e il nostro marchio, Franci».

«Fu l’inizio di una nuova avventura, che mi vedeva ancora alle prime armi, un po’ sprovveduto ed ingenuo. Una delle storie che ancora oggi mi piace raccontare è il mio primo approccio al lato “commerciale” del settore – continuo Giorgio – : al primo Vinitaly a cui partecipammo mi preoccupai solo di avere una bella bottiglia, pensai più al lato estetico e al design che ai prezzi da proporre in fiera».

«Così, quando al nostro banco si presentò il primo cliente, richiamato dalla bellezza della bottiglia, assaggiò l’olio che fu ritenuto buono e chiese il prezzo. Mi resi conto che non ci avevo assolutamente pensato e avevo una frazione di secondo per decidere: quindi sparai 15mila lire il mezzo litro e 20mila lo 0,75. Lui disse che era troppo caro. Però colse la mia ingenuità, quindi fece un primo ordine e ancora oggi è uno dei nostri clienti di riferimento su Roma».

L’extravergine di casa nostra

«Da allora – continua a raccontare Giorgio -, di anno in anno, l’azienda è cresciuta con stabilità e costanza. Davanti, un traguardo, chiaro e definito: la qualità assoluta. Non semplice qualità, ma eccellenza, sopra ogni cosa, come tensione e sfida continua. Per raggiungerlo abbiamo percorso tanta strada, senza mai accettare compromessi e continuando a produrre e selezionare solo le migliori olive, curate e lavorate nel rispetto della loro eccezionale qualità, attraversando le annate e recependo le loro caratteristiche con conoscenze e tecniche in costante miglioramento».

«Oggi produciamo più di 20 etichette diverse e lavoriamo con oltre 40 Paesi nel mondo. Ed ogni nostro prodotto è frutto di anni di lavoro, di esperienza, di esperimenti, talvolta anche di errori, ma soprattutto di una consapevolezza che, negli anni, ci ha portato a riflettere e ad ascoltare le esigenze ed i gusti dei nostri clienti, piuttosto che inseguire la ricerca del record dei polifenoli.  Quello che cerchiamo è il connubio perfetto, un olio che funzioni, che sia buono non solo per gli assaggiatori dei concorsi, ma anche per la pasta o l’insalata di tutti i giorni».

La cura dei dettagli è decisiva per Frantoio Franci, per produrre un olio di altissima qualità
La cura dei dettagli è decisiva per Frantoio Franci, per produrre un olio di altissima qualità

L’olio giusto nel piatto giusto

«Arriviamo così oggi a vivere l’extra vergine non come condimento, ma come ingrediente speciale, o “ingrandiente”, come ci piace chiamarlo, perché l’olio giusto sul piatto giusto può esaltarne il gusto e fare la differenza».

«Assaggio dopo assaggio, nel corso degli anni abbiamo appreso e fatto nostro il concetto di olio sartoriale, ovvero un condimento che deve calzare a pennello, proprio come un guanto, come un completo da sera cucito su misura da un sarto esperto, capace di valorizzare i punti forti di chi lo indossa. Così – prosegue – abbiamo iniziato a pensare ai nostri oli come ingredienti con profili organolettici specifici, destinati ad abbinamenti mirati, extra vergini in grado non solo di sposare perfettamente le pietanze che accompagnano, ma anche di impreziosirle e di celebrarle».

Villa Magra Grand Cru

«A riprova di questo e a distanza di anni – prosegue Giorgio Franci – mi piace ancora raccontare un avvenimento singolare, che è rimasto nella storia della nostra azienda. Nel giugno 2003 “Villa Magra Grand Cru” è il vincitore della degustazione internazionale ad invito riservata ai migliori extra vergine del mondo, organizzata dal Grand Jury Européen presso lo Château Branire».

«A seguito di questo risultato, nell’ottobre di quell’anno il presidente del Grand Jury Européen, François Mauss, ha proposto ed organizzato uno scambio alla pari tra 100 bottiglie “Villa Magra Grand Cru” e 100 bottiglie di vino di grandi Bordeaux, tra i quali Latour, Lafite, Petrus, Cheval Blanc etc. Quel Villa Magra Grand Cru del 2002 è uno dei profili più nitidi nella mia memoria di produttore, uno dei modelli che sempre mi ha accompagnato ed ispirato, a mio avviso l’eleganza fatta olio, ed è arrivato per caso, solo molti anni dopo ho capito quali fossero gli ingredienti per riprodurlo. Quell’olio ha tracciato una strada, ma ci sono voluti tanti anni per imparare a percorrerla, tutte le altre sembravano più facili».

Il buono che va condiviso

«Crediamo davvero nell’importanza della qualità dei prodotti che offriamo, – spiega Giorgio – per questo l’attenzione deve essere a 360°: cura della campagna, della produzione e diffusione della cultura. Per capire l’importanza di un extra vergine buono e salutare, accompagniamo i nostri clienti nel processo di degustazione, in frantoio o da remoto, sempre a disposizione per aiutare a capire i pregi organolettici che distinguono i prodotti di qualità».

«Questo ha portato la nostra struttura ad essere un punto di riferimento come esperienza culturale ed emozionale per i turisti gastronomici, relais ed hotel 5 stelle della zona che indirizzano presso di noi i loro ospiti, per i quali è sempre aperta la terrazza panoramica che guarda al nostro angolo di Toscana».

Frantoio Franci oggi, i progetti

«Stiamo lavorando ad un ampliamento della struttura per circa 2500 mq. I nuovi spazi serviranno per continuare a lavorare in modo efficiente grazie all’installazione di una nuova linea 4.0 per la lavorazione delle olive, dove tecnologia ed innovazione saranno al servizio della nostra esperienza, per migliorare sempre più la qualità dei nostri oli. Stiamo lavorando – dice Giorgio con orgoglio – anche per costruire una terrazza panoramica a 360° su Maremma, Monte Amiata e Val d’Orcia».

La Val d'Orcia da Frantoio Franci
La Val d’Orcia da Frantoio Franci

«Oltre a questo abbiamo già approntato un nuovo deposito, un magazzino e l’area di imbottigliamento ed è già in opera la messa a dimora di oltre 15.000 olivi, utilizzando varietà tipiche toscane, Maurino e Leccio del Corno, che si prestano ad innovativi sistemi di produzione, permettendoci dunque di sperimentare in sistema superintensivo. Da queste piante di appena due anni nel 2023 abbiamo prodotto i primi 500 kg di olio, un profilo fresco ed elegante che ci ha entusiasmato».

«In parallelo continuiamo a portare avanti anche modelli di olivicoltura tradizionali: ci prendiamo cura di alcune piante millenarie e di oliveti plurisecolari con sesti d’impianto 12×12, da dove produciamo il nostro Rose, monocultivar di Olivastra Seggianese dalle note di petalo di Rosa; allo stesso tempo, nonostante molti agronomi ed esperti del settore ci avessero consigliato di espiantarli, siamo riusciti a recuperare i danni che la gelata Burian del 2018 aveva causato agli oliveti piantati da mio padre e mio zio, riportandoli a nuova vita in due anni e tornando a produzioni di 80-100 quintali ad ettaro dal 2020 ad oggi».

La raccolta delle olive
La raccolta delle olive

«A fronte dei nuovi e vecchi investimenti sarà incrementato l’utilizzo dei sottoprodotti della lavorazione delle olive sia per fertilizzare i nostri oliveti in modo naturale sia per produrre nuova energia in impianti a biomasse. Il tutto per dar vita ad un’economia circolare ecosostenibile, dove la qualità dei nostri oli cresce rispettando l’ambiente ed il territorio».

«Una storia importante, quindi, quella del Frantoio Franci, dove l’impegno e la passione per il proprio lavoro sono motore trainante di grandi progetti, che noi continueremo a raccontare con orgoglio».


CONTATTI

Via A. Grandi, 5
Montenero D’Orcia, Grosseto

+39 0564 954 000
                           +39 379 280 5871 

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