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Da partecipano tutti a decidono in 300. La base dei 5 Stelle contro Conte

Gori e Sabatino scrivono a Conte: «Sospendere l’assemblea costituente e ripartire con una metodologia più democratica, dal basso»
Giacomo Gori e Massimo Sabatino, Movimento 5 Stelle
Giacomo Gori e Massimo Sabatino, Movimento 5 Stelle

GROSSETO. La forza del Movimento 5 Stelle è sempre stata la partecipazione di tutti, la voce della base e dei militanti. Negli anni il Movimento ha sempre chiesto ai propri simpatizzanti di contribuire alle scelte, piccole e grandi. Ora Giuseppe Conte vuole arrivare a un’assemblea costituente, quasi una rifondazione, gestita di fatto da solo 300 iscritti.

E la base non ci sta. Perché di fatto è un tradimento dello spirito che ha ispirato la nascita del Movimento 5 Stelle.

Per questo Giacomo Gori, consigliere capogruppo M5S Grosseto e Massimo Sabatino, rappresentante del gruppo territoriale M5S Provincia di Grosseto, hanno preso carta e penna e, dopo una riunione avvenuta alla fine di agosto, hanno scritto allo stesso Giuseppe Conte.

Gori e Sabatino: «Conte sospenda l’assemblea costituente»

«Gli iscritti al gruppo territoriale M5S della provincia di Grosseto – scrivono -, che hanno partecipato all’ultima riunione del 29 agosto scorso, sia in presenza che da remoto, compreso anche il consigliere comunale del capoluogo, chiedono al presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte la sospensione del processo avviato pochi giorni fa, con il quale si intende arrivare ad un’assemblea costituente, di portata storica».

«La richiesta nasce dalle criticità che sono emerse, in particolare nelle modalità e nei tempi di preparazione e svolgimento dei lavori assembleari».

Coinvolgere le realtà territoriali

«Riguardo alle modalità riteniamo che un progetto di ampio respiro, come quello voluto dal presidente, mirato a rinnovare il Movimento, debba necessariamente essere gestito secondo un modello di partecipazione che coinvolga maggiormente le realtà territoriali, rappresentate dai coordinatori provinciali e regionali».

«Poiché il modello di partecipazione può condizionare in modo significativo il percorso dell’assemblea, riteniamo che tale scelta avrebbe dovuto interessare una platea ben più ampia, coinvolgendo tutti coloro che fanno parte del Movimento, secondo i principi della democrazia partecipativa e deliberativa».

300 iscritti estratti a sorte, non è il modo migliore

«Per questo riteniamo che la scelta di ricorrere ad un gruppo di 300 iscritti estratti a sorte, gestiti da una società di consulenza privata, non sia il modo migliore per avviare un progetto così ambizioso; al contrario, c’è il rischio di condizionare i lavori stessi dell’assemblea, portando gli iscritti a votare scelte operate altrove».

«Di modelli partecipativi ce ne sono altri e molto più idonei al disegno di rinnovamento voluto dal presidente. Noi li conosciamo perché li abbiamo sperimentati in passato e con ottimi risultati; per questo chiediamo che le regole del gioco siano stabilite dai territori».

Tutto fatto troppo in fretta

«La seconda considerazione riguarda le tempistiche con cui il progetto è stato portato avanti: il modello di partecipazione è stato reso pubblico il giorno 20 agosto – appena dieci giorni fa – e fissa la scadenza per l’inoltro dei contributi al 6 settembre, cioè in piena estate. In soli 17 giorni si pretende che la comunità del M5S avanzi proposte che potrebbero mettere in discussione anche l’impianto statutario, regolamentare, programmatico e politico del Movimento, argomenti troppo importanti, che meriterebbero tempi di riflessione un po’ più lunghi».

«Pertanto, in conseguenza dei ragionamenti fin qui esposti, chiediamo al presidente del M5S di sospendere il processo costituente in corso, in modo tale da consentire di ripartire con una metodologia più democratica, dal basso, per poter scegliere lo strumento più idoneo da applicare a questo tipo di attività così importante, che riguarda, direttamente e indirettamente, milioni di italiani, nonché consentire alle due più alte cariche del M5S di avere tutto il tempo per confrontarsi e trovare una posizione condivisa, superando così le divergenze rese pubbliche nei giorni precedenti».

 

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