SCARLINO. Taglio delle commesse e personale ridotto del 50% per le aziende metalmeccaniche per Venator effettuano lavorazioni in appalto all’interno dello stabilimento – Gruppo Crosa, Tme, Officine 2000 e Titamec. È questo l’allarme di Furio Santini (Fiom), Gianni Bracciali (Fillea) e Massimiliano Stacchini (Filcams), dopo le recenti vicende che hanno interessato la società inglese che si trova al Casone, dove il 23 settembre c’è stato lo sciopero dei lavoratori.
Ridotti i costi di appalto
I lavoratori al momento sono stati ridislocati in altri cantieri, ma l’incertezza sul futuro a medio termine lascia intravedere tempi preoccupanti.
Nel frattempo, nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta dall’azienda Venator, se non quella relativa alla volontà di ridurre i costi di appalto per circa 3,4 milioni di euro riguardanti le imprese incaricate di manutenzioni, servizi professionali, noleggio, trasporti e altre attività minori.
«Sul versante dei servizi esternalizzati da Venator, la Evolve, che si occupa di pulizie industriali e civili, manutenzioni e mensa, occupando 39 lavoratrici e lavoratori, pur non avendo ricevuto comunicazione della prevista riduzione degli affidamenti in appalto – dicono i sindacalisti – dallo scorso giugno ha ridotto gli addetti sia nel settore manutenzioni che in quello di mensa e pulizie. Per il momento indirizzando il personale in eccesso a Venator su altri cantieri o appalti».
Anche se, chiaramente, nel caso si consolidi l’orientamento al taglio degli appalti, si concretizzerà una riduzione importante del personale con conseguenti difficoltà di ricollocazione per tutti. E una perdita secca di posti di lavoro.
«Tutto questo è sinceramente inaccettabile in un territorio già fortemente penalizzato nel settore manifatturiero e dei servizi industriali – aggiungono alla Cgil – E costituirebbe un altro duro colpo al mantenimento degli attuali livelli occupazionali e per l’intera economia della zona nord del grossetano. Per questi motivi, chiediamo alle istituzioni e ai rappresentanti del nostro territorio di tenere sullo stesso piano le ripercussioni sulle aziende dell’indotto con il percorso della vertenza Venator. Per la Cgil, infatti, non ci sono lavoratori di serie A e di serie B, ma un comparto industriale complessivo all’interno del quale tutte le persone hanno diritto a lavorare».
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