Cossetto, ancora scontro. De Rosas con la Brogioni. Tortolini attacca | MaremmaOggi Skip to content

Cossetto, ancora scontro. De Rosas con la Brogioni. Tortolini attacca

La vicenda della martire delle foibe agita ancora Campiglia. Brogioni non si dimette. De Rosas parla di memoria strumentale. Tortolini: «Ammettete l’errore»
Una veduta di Campiglia, la via intitolata ai Martiri delle Foibe e Norma Cossetto
Una veduta di Campiglia, la via intitolata ai Martiri delle Foibe e Norma Cossetto
CAMPIGLIA. Da una decina di giorni a Campiglia e Venturina non si parla d’altro. Il caso Norma Cossetto anima il dibattito politico, dopo la richiesta delle opposizioni di intitolare uno spazio pubblico alla martire delle foibe, a cui il presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, ha conferito la medaglia d’oro al valore civile.
 
Medaglia d’oro che, va detto, non viene concessa con superficialità e alle spalle del conferimento c’è sempre un’accurata ricerca storica da parte degli esperti del Quirinale. E vagliata da una commissione speciale.
 
Richiesta poi bocciata in consiglio comunale, con esplosione delle polemiche, che hanno fatto il giro d’Italia e successiva richiesta di dimissioni dalla presidenza della commissione pari opportunità di Sara Brogioni.
 
Quest’ultima ha chiarito la propria posizione, spiegando, con fermezza, che non si dimetterà: «L’uomo che mi dice cosa fare deve ancora nascere».
 
Sulla vicenda interviene anche Simone De Rosas, segretario del Pd della Val di Cornia e dell’Isola d’Elba. Che parla di «Un’inutile battaglia tra giusti e ingiusti, tra buoni e cattivi, manipolando spesso la storia».
 
Nella giornata di domenica 2 è tornato sulla vicenda anche Matteo Tortolini, capogruppo de La Svolta, che definisce la vicenda un’«esibizione ostinata di presunta superiorità».
 
Si è letto e sentito di tutto, va detto. Qualcuno ha anche scoperto la parola “Femonazionalismo“, che è un unione di femminismo e nazionalismo.
 
Per chiarire, il termine fu originariamente proposto dalla ricercatrice Sara R. Farris interessata alla condizione delle donne migranti, per riferirsi ai processi per cui certi partiti nazionalisti della destra si allineano con associazioni femministe e donne delle istituzioni per giustificare posizioni razziste e xenofobe specialmente contro l’Islam, supportandole con i pregiudizi che le persone migranti debbano essere forzatamente sessiste e che la società occidentale sia completamente egualitaria, ovvero che i migranti esigano diritti civili che non sono loro necessariamente dovuti.
 

Brogioni: «Non sono una negazionista»

«Non sono e non sarò mai una negazionista  – scrive Sara Brogioni -. Se di un testo si legge solo la parte che vi fa comodo, i negazionisti forse siete voi. Se un fatto non è suffragato da prove certe, è presunto. Si è innocenti fino a prova contraria, per nostra fortuna».

Sara Brogioni, capogruppo di maggioranza
Sara Brogioni, capogruppo di maggioranza

«Siccome poi mi si raccomanda cosa dove e come documentarmi, propongo io alcuni argomenti, visto che da viva, posso farmi parte attiva nella lotta al patriarcato, rifiutando di esserne una vittima inerme».

«Mi spiace molto che la Cossetto sia esempio di Femonazionalismo: la sua storia usata dalle destre per cercare di appropriarsi di riferimenti femministi, per attirare consenso. La retorica femonazionalista è infatti usata con sempre più frequenza per tacciare gli avversari politici di sessismo, insensibilità, revisionismo e negazionismo».

«Cossetto non è stata vittima di femminicidio»

«Norma Cossetto non è stata vittima di femminicidio però, non è morta in quanto donna o perché era la figlia di, come purtroppo ho dovuto leggere sulla stampa e sui social media dai sostenitori della minoranza. È una vittima di guerra, e come tutte le altre non meritava quanto accaduto».

«L’iper femminilizzzazione della vittima tuttavia è quanto di più lontano mi auspicherei di sentire nella discussione politica: ai soli fini di propaganda infatti viene celebrato il suo martirio, che è collegato all’idea patriarcale del sacrificio della donna che, per sua vocazione di cura nei confronti dell’uomo (il padre, in questo caso) muore per la patria e per la causa».

«Molto più offensivo per la sua memoria ritengo tuttavia la vittimizzazione secondaria che subisce la Cossetto: ancora una volta il corpo delle donne, e in particolare la violenza subita, viene usato per ingenerare un secondo trauma, in chi osserva, segue e commenta l’accaduto.
Con la parola strumentale pensavo di aver riassunto bene tutto ciò, anche al fine di renderlo comprensibile al maggior numero di persone possibili. Ma a volte, less is not more».

«PS. L’uomo che mi dice cosa fare deve ancora nascere»

De Rosas: «La memoria della storia non può essere strumentale»

«Memoria e rispetto della storia – scrive Simone De Rosas, segretario del Pd – non possono mai trasformarsi in strumentalità politica, cosa che invece caratterizza la destra italiana sulla vicenda drammatica delle foibe e gli attacchi scomposti e offensivi a Sara Brogioni di questi giorni ne sono l’ennesima riprova».

Simone De Rosas, segretario Pd
Simone De Rosas, segretario Pd

«A maggior ragione in un Comune, quello di Campiglia Marittima, dove il Giorno del Ricordo viene celebrato ogni anno e fin dal 2008, non dalla mozione del gruppo La Svolta, esiste un luogo dedicato alle vittime delle foibe».

«Nessuna rimozione, quindi, e nessuna volontà di cancellare o negare la memoria storica delle foibe. Nessun tentativo di celare la violenza assassina ingiustificabile dei titini».

«Inutile battaglia fra giusti e ingiusti»

«Al contrario la destra, con cadenza annuale, usa quella scadenza triste e le sue vittime innocenti non per contribuire a una faticosa conciliazione condivisa su quel tempo ma per un’inutile battaglia tra giusti e ingiusti, tra buoni e cattivi, manipolando spesso la storia per accomunare vergognosamente, come mi è capitato di leggere, quegli assassini alla storia della sinistra italiana.

«E dimenticando sempre di raccontare come in quei luoghi, già martoriati da un ventennio di dominio fascista, la X MAS di Borghese, le truppe tedesche e i volontari della Rsi condussero per anni operazioni di repressione spesso e volentieri contro la popolazione civile. E proprio contro le donne in una guerra ideologica combattuta da uomini, certamente anche contro le donne. Ha ragione la capogruppo Brogioni».

«Questo non toglie nulla alla tragicità delle foibe che hanno visto la violenza, gli stupri, la morte di tantissime persone, slave e italiane, spesso vittime incolpevoli come lo è stata Norma Cossetto, forse anche perchè donna, come tante altre donne istriane ma anche slovene, croate, serbe, montenegrine che hanno subito la stessa sorte e che non vengono mai ricordate da nessuno in nessuna mozione».

«Chiedere le dimissioni della capogruppo Brogioni è, ancora una volta, usare quella storia per trasformarla in lotta politica e per questo ancora di più inaccettabile».

«Sono sicuro che Sara e l’amministrazione comunale di Campiglia tutta sapranno portare avanti in modo condiviso, come fatto in questi anni, iniziative in ricordo di quelle vittime nei modi e nelle forme che riterranno più giuste».

«Al consigliere Landi che addirittura chiede la condanna del consiglio regionale, ricordo che ci sono mille e uno problemi che affliggono la nostra isola. Si occupi e occupiamoci di quello e lasciamo la storia agli storici».

Tortolini, la Svolta: «Ma è così difficile ammettere un errore?»

«È così difficile ammettere un errore? Le polemiche sarebbero finite sul nascere e avremmo avuto un bagliore di umanità politicamente intelligente. Se Luciano Violante ha sostenuto: “ Il Pci ha una grande responsabilità nell’aver taciuto sull’esodo degli istriani, il confine ideologico ha prevalso su quello geografico “ affrontando di petto la storia, il PD di Campiglia avrebbe potuto farlo per un piccolo fatto di cronaca».

«Purtroppo siamo di fronte ad una esibizione ostinata di presunta superiorità».

Matteo Tortolini, capogruppo de La Svolta
Matteo Tortolini, capogruppo de La Svolta

«Avreste potuto recepire la nostra proposta ed inserirla, insieme ad altre, per un quadro complessivo di luoghi della memoria del ‘900. Avreste potuto fare come a Cecina con la scelta di apporre una targa di ricordo, senza scomodare la toponomastica. Cosi avrebbe dovuto fare un Comune serio e una classe dirigente adeguata».

«Invece avete deciso di sfidare la storia e tre Presidenti della Repubblica superando il senso del ridicolo».

«Ricapitoliamo il Sara Brogioni pensiero dell’ ultima settimana:

  • Il padre era fascista.
  • Le violenze sulla povera Cossetto sono “presunte”.
  • Le fonti sulla vita e la sua morte sono incerte.
  • L’abbiamo utilizzata per celebrare le vittime fasciste.
  • Ha annunciato querele.

La certificazione che chi ha una postura del genere non può svolgere un ruolo di equilibrio e rappresentativo di tutti presiedendo le pari opportunità».

«Lo diciamo con dispiacere per la funzione che svolge ma la sindaca dopo una settimana di silenzio ha usato gli argomenti peggiori che potesse:

  • operazione di manipolazione della storia che uccide due volte la Cossetto. Non so se di questa accusa è stata avvisata la Presidenza della Repubblica che con Ciampi le ha conferito la medaglia d’oro.
  • Sempre la sindaca si è addentrata in una scala di valutazioni dei crimini fascisti e comunisti. Un piano di discussione che fa inorridire e che oltretutto annebbia la storia: le foibe non furono un atto resistenziale ,ma crimini dei comunisti slavi per conquistare territori mascherati talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, che si risolsero in una vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole “ come ha ricordato il presidente Mattarella.

«Era necessario un atto di concordia»

«La necessità di un atto di concordia, di memoria condivisa e le gravi responsabilità di chi governa Campiglia

  • Verso le giovani generazioni si dovrebbe avere la statura e la serenità per il riconoscimento pieno di ciò è stata quella tragedia che certamente va vista nella sua interezza, quella di territori che hanno attraversato senza interruzioni due dittature e che per decenni sono state vittime di una congiura del silenzio. Di questa storia fa parte un’italiana: Norma Cossetto.
  • La memoria di una donna violentata e gettata in una foiba è diventata un elemento di divisione, di rottura, di falsificazione della storia. Portate con voi la responsabilità grave di una gestione rovinosa che ha fatto balzare Campiglia alle cronache nazionali».

«Al momento oltre 400 Comuni italiani hanno fatto scelte diverse compreso il Comune di Ravenna il cui sindaco adesso è presidente dell’Emilia Romagna e che oltre ad avere un parco dedicato ai Martiri delle Foibe, nel 2022 ha deciso con equilibrio e serietà, di indire uno spazio pubblico a Norma Cossetto».

«Questa vicenda è semplice ma indicativa di un approccio, di un modo fare e di interpretare il confronto e le istituzioni che ci deve responsabilizzare ad intensificare la funzione di opposizione e il coinvolgimento della cittadinanza».

Tutti gli articoli sul caso Norma Cossetto

A Grosseto, nel 2022, è stata inaugurata una panchina dedicata a Norma Cossetto, qui l’articolo

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