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Corriere scomparso, chi è il terzo fermato

Sequestrata la villetta utilizzata per nascondere le borse rubate prima di trasferirle altrove. Le intercettazioni: «Sta con i turchi perché gli albanesi non ce lo vogliono»
L’ultima immagine di Nicolas Del Rio ripresa dalle telecamere e nel riquadro, il corriere scomparso

GROSSETO. Anche lui sarebbe stato pronto per scappare. O almeno questo è quello che ha spinto il sostituto procuratore Giovanni De Marco, ad emettere un decreto di fermo, giovedì 10 giugno, con il quale è stato portato in carcere Kaia Emre, 28 anni, agricoltore di origini turche che abita ad Arcidosso.

Sarebbe lui il terzo uomo che mancava all’appello, dopo l’arresto di Klodjan Gjoni, 33 anni e Ozkurt Bozkurt, 44 anni. Il ragazzo, che lavora come agricoltore, giovedì 20 giugno è stato portato in carcere a Siena. Non parla italiano. Difeso dall’avvocato Federico Cocchi, èaccusato di rapina e danneggiamento in concorso con gli altri due fermati.  Il 22 maggio era nella Fiat Panda di Gjoni, il giorno in cui Nicolas Del Rio è scomparso e con lui 400 borse di Gucci per un valore di 500.000 euro.

Gli amici turchi che non piacciono ai genitori di Gjoni

Alla mamma di Gjoni, intercettata pochi giorni dopo la rapina della quale è accusato il figlio, quegli amici turchi con i quali l’uomo passa il suo tempo non piacciono. «Si accompagna con quelli, perché degli albanesi non lo caga nessuno. Chi lo caga degli albanesi?», chiede al marito, mentre sono sulla strada per un funerale.

Sullo sfondo della conversazione tra la madre e il padre del 33enne, c’è la preoccupazione per il destino del figlio. Che si sarebbe preso la responsabilità di far sparire il furgone con le borse griffate. Borse che poi avrebbe dovuto consegnare a un ricettatore che però – vista la pressione mediatica sulla scomparsa del corriere – si è volatilizzato, bloccando il telefono di Gjoni. 

Borse che poi, ipotizza ancora la mamma dell’uomo, avrebbero preso la strada verso l’Albania per essere rivendute.

Villetta messa sotto sequestro

Gjoni, Bozkurt ed Emre, il 22 maggio erano insieme. Lo hanno scoperto i carabinieri del nucleo investigativo che hanno condotto le indagini. Erano a bordo della Fiat Panda gialla che si è fermata in piazza dell’Indipendenza ad Arcidosso, dalla quale sono state scaricate le scatole che il corriere scomparso, su richiesta di Gjoni, avrebbe dovuto portare a Piancastagnaio.

Una trappola, per costringere Nicolas a raggiungere il parcheggio del Parco faunistico dell’Amiata dove sarebbe avvenuta la rapina. E dove l’uomo – è l’ipotesi della Procura – sarebbe stato aggredito, prima di scaricare le borse dal furgone della New Futura. 

Con quella stessa auto, ma anche con un’altra sempre nella disponibilità del 33enne albanese, Gjoni avrebbe fatto più di una sosta, dal 29 maggio al 2 giugno, in una villetta a pochi chilometri di distanza da Arcidosso. 

L’abitazione, di proprietà di una pensionata, si trova in aperta campagna: ora è stata messa sotto sequestro.

Era la famosa abitazione per la quale la mamma di Gjoni dice a suo figlio di portare via le borse, per non mettere nei guai il marito. La villetta infatti, non è abitata: il padre del 33enne aveva avuto l’incarico, da parte della proprietaria, di andare a controllare che tutto fosse a posto. E se c’era da fare alcuni piccoli lavori di manutenzione, interveniva lui.

Dalla fine di maggio e per pochi giorni, l’auto del 33enne albanese è stata vista spesso. Ogni giorno almeno, anche in orario serale. In un’occasione, le telecamere hanno immortalato entrambe le vetture in uso a Klodjan Gjoni. La Panda per 10 minuti ferma sull’incrocio, probabilmente a fare da palo, il pick up davanti all’abitazione. 

La speranza delusa: Del Rio non era nella villetta

I carabinieri, nei giorni scorsi, hanno fatto un sopralluogo nella villetta. Speravano di trovare Nicolas Del Rio. Speravano di trovalo rinchiuso in quella villetta, dove li avevano portati i percorsi fatti dalle auto dell’albanese.

Ma Nicolas non c’era. C’erano solo delle tracolle e dei piccoli pezzi di pellame che sono stati riconosciuti dalla casa di moda fiorentina come appartenenti alla loro produzione. Gli stessi che la mamma di Gjoni suggeriva di far sparire, per non mettere nei guai il padre del ragazzo. 

Pezzi che confermerebbero che le borse sono passate da quell’abitazione prima di essere spostate chissà dove. 

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Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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